Ute: la Russia verso l’Europa – Iperplasia prostatica.

La Russia è sempre stata attratta dal mondo occidentale, anche se noi l’abbiamo sempre consideratai marginale.  La sua storia è  sempre stata molto vicina a quella dell’Europa.  La costruzione di s. Pietroburgo è la testimonianza di questo desiderio di avvicinarsi alla cultura europea.

Al di là degli Urali c’erano le tribù dei mongoli e per difendersi dalle loro scorrerie vennero costruite delle fortificazioni man mano sempre più avanzate verso Oriente. (Parallelamente  in Europa ci si dedicava alla conquista del Nuovo Mondo da parte di Compagnie che avevano un supporto da parte  della Chiesa e degli eserciti).

Nel 1600 non vi sono stati grandi personaggi nella storia della Russia, ma si è manifestata  nelle sue città più occidentali l’attrazione verso la concezione di vita delle città anseatiche dedite ai commerci.

Questo richiese la modernizzazione dell’esercito e della cultura, pertanto i giovani venivano mandati in Europa a studiare. A Mosca nel quartiere tedesco abitavano gli europei che avevano creato attività economiche tipicamente europee, mentre i russi erano fermi a un’economia di sussistenza e non c’era un ceto medio produttivo.

I primi zar Romanov  (Michael e Aleksej) vennero preceduti da un trentennio di turbolenze; in seguito anche la Chiesa ortodossa a metà del seicento attraversò un periodo di grave crisi (parallelamente in Europa abbiamo la guerra dei Trent’anni tra cattolici e luterani) perché riteneva di avere la supremazia sul potere dello zar. Prevarrà lo zar Alekseij e poi Pietro il Grande si autoproclamerà anche capo della Chiesa ortodossa.

In ultima analisi tante sono le analogie tra la storia europea e quella russa che ci fanno capire che la Russia è molto più vicina a noi di quanto siamo abituati a pensare.

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IPERTROFIA PROSTATICA.

E’ una patologia benigna molto diffusa, che solo ultimamente viene studiata in modo approfondito.

Dopo i 50 anni la prostata aumenta di volume e questo non comporta necessariamente una patologia: con l’aumentare dell’età aumenta l’incidenza della patologia.  La causa più importante è di origine ormonale, il calo del testosterone (andropausa)

I sintomi sono diversi e devono indurre a intraprendere una serie di esami clinici e diagnostici e visite specialistiche; l’innalzamento del PSA nel sangue è un sintomo da considerare con particolare attenzione.

La terapia fitoterapica va associata  ad altri tipi di farmaci e tende a contenere l’ingrossamento della ghiandola. Nei casi più resistenti si deve ricorrere alla chirurgia che ha fatto passi da gigante negli ultimi tempi, diminuendo drasticamente gli  effetti collaterali e le sofferenze.

Per prevenire l’ipertrofia prostatica è consigliabile una alimentazione adeguata, attività fisica e bere molta acqua

 

UTE: L’Età dei Visconti. – Lezione-concerto.

Il prof. Galli  ci ha raccontato la tempestosa storia dei Visconti, partendo dalle origini del libero Comune di Milano, nato, come molti altri, inizialmente (fine 1200)  come associazione privata tra categorie di cittadini per difendere i propri interessi, contro il potere feudale.

Nel tempo poi i comuni si dotarono di milizie armate e di mura di cinta. I proprietari terrieri vennero ad abitare entro le mura costruendo ognuno la propria torre di difesa dato che le lotte tra famiglie per il controllo della città erano continue. Per porre fine ai tumulti, certi comuni  decisero di chiamare  da fuori  città un podestà che fosse arbitro imparziale, in altri casi invece fu l’accordo fra le famiglie più potenti a governare le comunità; altrove si costituirono le Signorie: erano gli abitanti della città a dare una delega temporanea a un Signore per esercitare ogni potere, poi la carica divenne ereditaria.

La Lombardia era allora una delle regioni più ricche d’Europa e ugualmente Milano era tra le città più importanti del nostro continente; vi si producevano armi, e tessuti in lana e cotone, Nella lotta tra famiglie a un certo punto prevalgono i Della Torre che ottengono dall’imperatore il governo di Milano.

Il Papa allora ad Avignone, elesse a vescovo della città Ottone Visconti, che però non potè per lunghi anni entrare nella città controllata dai Della Torre, ma nel 1276 Ottone tende un agguato ai suoi nemici accampati a Desio e li sconfisse, potendo così prendere possesso della città.  Diverse leggende sono nate attorno alla sua scelta della vipera come stemma della sua famiglia.

Ha così inizio la storia burrascosa e piena di episodi terribili di questa dinastia i cui esponenti più importanti furono: Matteo, Azzone, Luchino, Giovanni e Bernabò.

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LEZIONE-CONCERTO.

Oggi Sala Isacchi si è trasformata per un’ora  in un auditorium in cui sono risuonate le note bellissime del violino di Viola Benaglia e della viola del maestro Matteo Fedeli.

L’argomento della lezione era la storia del violino, che vanta antenati antichissimi come gli strumenti orientali a una corda sola o come la lira dei Greci.

Solo tra il ‘400  e il ‘500 prese forma la viola, poi  a Cremona e a Brescia sorsero scuole famose di liutai per la costruzione di violini. Oggi gli archi si distinguono, in : violini, viole, violoncelli e contrabbassi.

Tra il 600 e il 700 molti musicisti scrivono brani per viola e violino, tra questi Mozart, Handel e Schubert e i nostri docenti ci hanno eseguito in modo magistrale alcune composizione di questi autori,

E’ stata una lezione affascinante e i lunghissimi applausi  hanno manifestato il gradimento di tutti i presenti.

Grazie all’UTE che ci dà l’ occasione  di assistere a queste  esibizioni di altissimo livello.

UTE: Natura e funzione delle emozioni.

Il mondo delle emozioni fa parte dell’intelligenza, infatti possiamo distinguere in ognuno di noi tre diversi tipi di intelligenza: razionale, istintiva ed emozionale.

Le emozioni si manifestano attraverso il corpo con gesti, sguardi,  sorrisi, parole… Le emozioni sono presenti in noi fin dalla nascita e i neonati addirittura percepiscono le emozioni di coloro che  hanno attorno. con il tempo però perdiamo un po’ la capacità di riconoscere ed esprimere le emozioni perchè l’ambiente intorno a noi spesso inibisce l’istintività con cui ke manifestavamo da piccoli.

L’assenza di emozioni diventa apatia; invece il saper vivere le emozioni anche quelle più faticose fa di noi delle persone coraggiose, che sanno affrontarle e viverle.

Dobbiamo capire e comprendere le nostre emozioni, dobbiamo scegliere di sopravvivere e di essere felici, dobbiamo agire e reagire. Nei momenti più bui dobbiamo cercare un faro che ci orienti (una persona cara, la fede, occasioni di impegno …)

emozioniLe emozioni sono reazioni di breve durata che provocano cambiamenti a livello fisiologico, comportamentale e cognitivo. Le emozioni primarie sono: paura, gioia, disgusto, tristezza, rabbia, sorpresa e hanno tutte una funzione per consentirci di rapportarci alle situazioni. Le emozioni primarie si diversificano poi in innumerevoli sfumature   ed abbiamo così le emozioni secondarie.

Dovremmo abituarci a riflettere sulle nostre emozioni per saperle riconoscere e  gestire per il nostro benessere e per essere felici.

Che programma!!!

Ho già avuto occasione di dire che l’Anno Accademico della UTE di Erba APS si è aperto in modo entusiasmante soprattutto per il numero di nuovi iscritti. Sono però certa che ci sia ancora qualcuno indeciso , che tentenna davanti al dilemma: mi iscrivo oppure no?

Ebbene credo che il programma di questa settimana sia tale da spazzare via ogni dubbio: domani la dottoressa Lucia Todaro, apprezzatissima e conosciutissima psicopedagogista ci parlerà di: NATURA E FUNZIONE DELLE EMOZIONI.

Venerdì, dopo la lezione del prof. Galli sull’ ETA’ DEI VISCONTI, avremo il privilegio di ospitare il violinista di fama internazionale MATTEO FEDELI, che ci intratterrà con una lezione-concerto durante la quale potremo deliziarci ascoltando la voce celestiale del suo violino GUARNERI. Non è cosa di tutti i giorni poter assistere ai virtuosismi di un tale maestro….

Un programma così basta a fugare ogni incertezza e ogni dubbio: vi aspettiamo in Sala Isacchi.

 

Ute : Come leggere l’etichetta di un alimento – Il cibo come piacere esistenziale.

Come è ormai consuetudine Romantini legge una poesia degli indiani d’America  dedicata a un neonato. (la pubblicherò a parte).

Il dr. Frigerio inizia la sua esposizione dalla distinzione tra alimenti deperibili, semi-deperibili e stabili. Sono le scadenze a indicarci il periodo in cui l’alimento è nelle sue condizioni migliori.

Purtroppo è enorme lo spreco di alimenti, soprattutto nel nord Europa. Un regolamento europeo del 2011 determina cosa deve comparire sulle etichette  degli alimenti, che sono come la carta di identità dell’alimento in questione: da esse possiamo capire quali siano gli ingredienti, quali siano gli allergeni e i contaminanti e le condizioni di conservazione. Gli allergeni vengono scritti in grassetto.

Numerosissimi sono gli additivi alimentari che servono a migliorare l’aspetto o il sapore dell’alimento o la sua durata.

Bisognerebbe fare attenzione alle diciture  che esaltano la salubrità dell’alimento (meno grassi, farine integrali, multicereali) che a volte non corrispondono a un effettivo beneficio.

Gli alimenti a Km zero possono arrivare anche da molto lontano; i prodotti biologici non sono sempre garantiti come tali; gli alimenti sostenibili sono quelli che dovrebbero poter garantire la possibilità di nutrirsi a tutta l’umanità. La carne bovina è l’alimento meno sostenibile per l’impatto che gli allevamenti intensivi  hanno sull’ambiente.  E’ importante consumare prodotti di stagione (gli altri vengono obbligatoriamente da molto lontano con notevole inquinamento da mezzi di trasporto)

In futuro sarà inevitabile arrivare a consumare alimenti a base di insetti, ma sono già presenti farine di insetti in alimenti già in commercio. Ad esempio il colorante rosso è ottenuto dalle coccinelle.

La carne finta à a base vegetale, ma conserva il sapore della carne. La carne coltivata parte da cellule di animali, che vengono fatte riprodurre fino ad ottenere hamburger o bistecche  di carne.

Gli alimenti senza glutine sono contraddistinti da una spiga sbarrata.

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IL CIBO COME PIACERE ESISTENZIALE.

Il cibo stimola il cervello che produce una risposta chimico-ormonale. L’ appagamento fisico avviene attraverso i sensi (principalmente il gusto, la vista, a volte il tatto e l’olfatto). Il piacere o il dispiacere dipendono anche dalle esperienze pregresse .

L’appagamento intellettuale avviene quando nutriamo la nostra conoscenza (visitare una mostra).

Bisogna costruire un nuovo modo di sentire, nuove competenze sensoriali e in questo ci viene in soccorso la fisica quantistica, che ci porta a percepire le vibrazioni prodotte dall’energia insita nelle cose. Potremmo arrivare a sentire se un cibo ci fa bene o meno nel momento in cui lo assumiamo.

La degustazione diventa ascolto e meditazione e per provare questa sua affermazione, la dr.ssa Sartori  propone un esperimento ai presenti: degusteranno due dolcetti molto simili e le persone dovranno concentrarsi per rilevare quale dei due contenga ingredienti di sintesi e quale invece sia fatto interamente di ingredienti naturali.

L’esperimento ha coinvolto intensamente tutti i presenti e ha suscitato un vivace dibattito.

 

 

 

Ute: Il cielo stellato (Diana) – I primi CZAR (Angela D’Albis)

Il prof. Sassi ci  ha proposto oggi un argomento molto interessante e insolito per lui che è un famoso entomologo, infatti ci ha parlato di come individuare la posizione di una stella sulla volta celeste-

Ci ha parlato di Zenit, di orizzonte terrestre proiettato sulla volta celeste, di come determinare l’altezza e la distanza di una stella, di Polo Nord celeste e di equatore celeste e di come è possibile vedere stelle diverse nelle diverse stagioni. Un discorso molto affascinante che però è difficile riferire senza l’aiuto di immagini esplicative. Io ne propongo una tra le tante che il nostro bravo docente ci ha mostrato

volta celeste

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I PRIMI CZAR

Continuando le sue lezioni sulla storia russa, il nostro docente Don Ivano usa volutamente toni forti per farci entrare nella mentalità, molto diversa dalla nostra, del popolo russo perché solo così riusciremo a capire anche la sua storia.
Come sempre, ci consiglia di approfondire gli argomenti con la lettura dei testi che ci propone nella bibliografia.
L’argomento di questa lezione è la nascita dello “zarismo” e la vicenda dei due personaggi che hanno dato origine a questo fenomeno: Ivan III e Ivan IV detto il terribile.
Don Ivano ci spiega che la traduzione dell’aggettivo russo con il nostro “terribile” è ambigua. La traduzione più esatta sarebbe “il tonante” o “il temibile”. Quest’ultimo aggettivo, “temibile” era usato dal popolo in modo tutt’altro che negativo, dato che il sovrano combatteva i Boiari, che il
popolo considerava nemici.
Passando allo “zarismo”, Don Ivano ci dice che è un fenomeno tipico del mondo russo, ma non solo del periodo monarchico. Il termine è stato coniato al tramonto dell’impero bizantino, quando il granduca di Mosca viene riconosciuto “zar”. Il potere dello zar non si basa più solo sul possesso di un esercito fedele, ma è insito in colui che lo detiene e deriva da Dio stesso. La cerimonia religiosa dell’Incoronazione sancisce questo passaggio del potere da Dio allo Zar e il prete ne è solo l’intermediario. Quindi, alla base del potere dello Zar ci deve essere un esercito ben strutturato e fedele e una gerarchia ecclesiastica asservita.
L’impianto dello “zarismo”, inoltre, non rimane solo nell’età monarchica, ma viene usato anche durante la rivoluzione bolscevica e nel periodo successivo, che noi chiamiamo “repubblicano”. Chi comanda oggi, infatti, pur essendo stato eletto dal popolo, esercita un potere “assoluto” e si
comporta come un nuovo zar, anche se non ne porta ufficialmente il titolo.
Nello stesso periodo in cui si afferma l’ “autocrazia” (potere assoluto) in Russia, anche nel mondo occidentale si fa strada una forma assolutista del potere che si incarna nella figura ideale del “Principe” di Macchiavelli e che si instaura in vari paesi europei ( Spagna, Francia, Inghilterra),
grazie anche alla conquista delle colonie.
Il primo “zar” della Russia è Ivan III. Egli sposa l’erede degli imperatori bizantini Zoe Paleologa e per questo si ritiene “zar”, anche se il titolo sarà usato in epoche successive.
Ivan III diventa capo di uno stato molto esteso, che contribuisce a rendere unito riportando dominanti la lingua russa e la religione ortodossa. Questo è un periodo anche di crescita economica.
Dopo di lui salgono al trono il figlio Vasiliy (Basilio) III e, infine, il nipote Ivan IV detto il “terribile”. Ivan IV diventa erede di un enorme impero da piccolissimo e trascorre l’infanzia circondato da persone che vorrebbero ucciderlo. Per anni cova nel suo animo sentimenti di rabbia e di vendetta e
insegue una visione alta del potere che, una volta diventato Zar, cerca di esercitare senza freni.
Commette stragi e nefandezze orribili, a volte commesse da lui personalmente, a volte commesse da  altri a nome suo. Egli, oltre ad essere un sovrano sanguinario, soprattutto nei confronti della famiglia dei “Boiari” e della popolazione dei Tartari, soffre anche di “follia”.
Alla sua morte, nonostante la crudeltà e la follia, lascia una fama positiva presso il popolo russo; è addirittura amato.

Seguendo le vicende su Ivan il terribile raccontate nel film omonimo del regista sovietico Eisenstein, già citato nella scorsa lezione, Don Ivano traccia la complessa e sanguinaria biografia del primo zar della Russia che unisce la forza e la tirannia al fragile equilibrio psicologico.
Il film di Eisenstein, che fu prodotto nel 1944, vuole ritrarre, attraverso la figura di Ivan il terribile, quella di Stalin e, per questo, non ritrae i lati oscuri e negativi del personaggio.
In questo film viene, inoltre, ritratta una Russia virtuosa e sempre più dominatrice, come la si vorrebbe nei secoli.
E così la si vuole anche oggi.

UTE: Saggezza cinese – Robotica

Il nostro docente, prof Porro, affianca alla sua attività di docente quella di traduttore dal francese di uno dei più importanti filosofi d’Oltralpe: Fran¢ois Jullien , il quale si è occupato a fondo del mondo cinese, per confrontarne la cultura con quella occidentale.

La Cina ha sviluppato su un territorio vastissimo  una civiltà molto evoluta ben prima di noi in Occidente; i primi contatti tra questi due mondi  avvennero tramite Marco Polo, il mercante Veneziano che raccontò la sua avventura ne “Il Milione”.  La distanza tra i nostri mondi fa sì che la Cina sia per noi un “altrove” assoluto.

il confronto di Jullien parte dalla scrittura: quella cinese è fatta di ideogrammi, pertanto non possiede declinazioni né coniugazioni e si sa che la lingua di un popolo ne determina il modo di pensare .

Partiamo per esempio dal concetto di “Creazione dal Nulla”  attraverso il potere della parola , in Cina questo concetto non esiste. Noi abbiamo dato alla parola un potere straordinario (Logos) anche nella Confessione ( la parola può riconciliare con Dio e cancellare i peccati) e nella psicanalisi.

In Cina non c’è l’idea di Dio, ma nel II secolo A.C. è stata elaborata la figura di una specie di “governatore del mondo”, sostituita poi dalla figura del Cielo, non come entità trascendente , ma come partner della Terra che garantisce il buon funzionamento di ogni cosa.

Nella cultura occidentale, fin dai tempi di Platone, esiste un mono terreno fatto di esseri mortali e un mondo ultraterreno. Questo è un concetto del tutto estraneo alla cultura cinese .

Al nostro concetto di Creazione, corrisponde e si contrappone l’idea di Processo: i due principi YIN e YANG sono le due fasi del Processo che non ha né origine né fine: esso basta a se stesso.

Nel V se. A.C. si afferma la figura del SAGGIO (Confucio), che è colui che cerca di fare il vuoto in se stesso per potersi adeguare al TAO (il Processo) e adattarsi alle situazioni.

La Cina non ha mai conosciuto la democrazia , perché non ha mai sviluppato l’idea di LIBERTA’, di diritti civili. E’ inoltre tipico del pensiero cinese non esprimersi mai direttamente, ma sempre in modo insinuante.

Commento: lezione estremamente interessante, che ha consentito di aprire una piccola breccia sulla cultura di un paese che sta diventando sempre più determinante nella politica mondiale.

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ROBOTICA.

Per varie ragioni non ho potuto seguire tutta la lezione del dr. Rizzi, ma la serie di diapositive che ho potuto seguire hanno mostrato una realtà strabiliante di macchine che possono intervenire in ogni campo dell’attività umana e che fanno prevedere un futuro prossimo difficilmente immaginabile ora.

UTE: L’alimentazione dell’anziano (Diana) – Il Giubileo tra Celestino V e Bonifacio VIII (A. D’Albis)

C’è da segnalare una bella novità: prima dell’inizio delle lezioni, il dr. Romantini, facente parte del gruppo teatrale, ha proposto di leggere ogni volta una poesia o una breve scenetta e la cosa ha riscosso il gradimento dei soci.  Ieri ha letto: “Tienimi per mano” di Hermann Hesse, una composizione di struggente tenerezza.

Subito dopo il nostro giovane docente , Simone Frigerio, ha iniziato la sua lezione sull’alimentazione dell’anziano sano., ribadendo alcuni concetti ormai consolidati, vita sana, movimento (non solo camminate, ma anche palestra), alimentazione con prodotti di stagione; ha tuttavia messo alla base della piramide alimentare un elemento nuovo: la convivialità, affermando quanto sia importante poter consumare i propri pasti in un’atmosfera di serena giovialità. (Ma qui si potrebbe obiettare: chi è solo come me può al massimo condividere il momento del pasto con qualche speaker radiofonico o televisivo, generalmente molto cortesi).

E’ seguita un’interessante carrellata illustrante proprietà e benefici dei vari alimenti, tra i quali anche l’acqua (da preferire quella del rubinetto di casa). Sale e zucchero sarebbero da eliminare, mentre il caffè espresso pare avere notevoli proprietà benefiche (per chi soffre di alterazioni della tiroide, preferire il deteinato).

Ciò che è più simpaticamente nuovo nelle lezioni del dr. Frigerio è il suo modo di presentare gli argomenti coinvolgendo i presenti che si lasciano volentieri inserire nella dinamica di un dibattito vivace e interessante perchè scaturito dalle esperienze individuali.

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STORIA DEL GIUBILEO.

Continuando le sue lezioni sul Giubileo e affrontando quello medioevale, il prof. Cossi precisa che l’indulgenza plenaria è una sorta di “condono” della pena, ma non cancella la colpa.

Nel XIII secolo lucrare l’indulgenza era piuttosto complicato perché richiedeva la partecipazione attiva alle Crociate e la necessità di perdere la vita in combattimento e in grazia di Dio.

Con il passare del tempo, ottenere un’indulgenza diventò più semplice. Infatti, poteva essere lucrata anche dai parenti del crociato o addirittura ottenuta con un finanziamento delle Crociate stesse. Le Crociate furono promosse e combattute dalla Chiesa di Roma tra l’XI e il XIII secolo contro gli “infedeli” per riconquistare la “Terra Santa” e strapparla al potere islamico. Tuttavia, questo termine venne usato anche per altre campagne volute dalla Chiesa di Roma per combattere i movimenti eretici che stavano nascendo in Europa (terra cristiana).

Questi gruppi eretici spesso si opponevano al Pontefice o criticavano lo stile di vita opulento della Chiesa, ma non deviavano dalla dottrina e non si opponevano alla fede e alle verità della religione cristiana.

Verso la metà del XIII secolo, si diffuse nella Chiesa il ricordo dell’indulgenza della Porziuncola o Perdono di Assisi che San Francesco ottenne dal Papa e che ancora oggi si celebra ogni anno il 2 di agosto. Sull’onda di questo ricordo, il Papa Celestino V, durante il suo breve pontificato, diede vita a numerose celebrazioni giubilari. Celestino V era un frate eremita, semplice e ingenuo che fu eletto Papa nel 1294. A causa della sua debolezza e ingenuità fu manipolato non solo dai suoi collaboratori, ma anche da Carlo II d’Angiò! Oppresso dalle responsabilità, dopo solo quattro mesi di pontificato, si dimise, sostenuto, in questa decisione, dal Cardinale Benedetto Caetani che, nel successivo Conclave, sarà eletto Papa col nome di Bonifacio VIII.

Il nuovo Papa ridusse il numero delle indulgenze e le portò a una cadenza di ogni cento anni. Nel 1300, infatti, celebrò il primo Anno Santo, nel quale i pellegrini che si recavano a Roma potevano lucrare l’indulgenza plenaria facendo visita alle Basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le Mura. Con la sua “bolla papale”, Bonifacio VIII stabilì che l’anno Santo si sarebbe ripetuto ogni 100 anni.

Come conseguenza della sua indole assolutista e in un periodo storico politicamente delicato, l’istituzione del Giubileo da parte di Papa Bonifacio VIII appare un suo tentativo per giustificare e allargare il suo potere e per acquisire una maggiore grandezza.