UTE: Un pomeriggio con Rubens.

ecco il ritratto della figlia di Rubens , non destinato alla vendita e quindi non rifinito.
ecco il ritratto della figlia di Rubens , non destinato alla vendita e quindi non rifinito.

Quando si dice di qualcosa che è “barocca” si vuole sempre dare un significato un po’ dispregiativo, volendo indicare qualcosa di manierato, di superficiale, di ridondante.

Se però guardiamo i quadri di Rubens a me  viene in mente solo un’idea di grande bellezza e grande maestria. Noi dell’ UTE oggi siamo stati a vedere la mostra del pittore fiammingo a Palazzo Reale a Milano.

E’ stata un’immersione  nel colore e nella luce di opere straordinarie di un artista che ha tratto ispirazione e insegnamento dalla cultura classica e dai nostri pittori. E’ stato  interessante scoprire come  Rubens abbia voluto operare con trasparenza , proponendo ai suoi committenti tre diversi tipi di quadri: quelli eseguiti completamente da lui, quelli eseguiti da lui con la collaborazione di altri artisti, quelli eseguiti solo dai suoi collaboratori sotto la sua supervisione. Nella mostra si può ben cogliere la differenza fra queste diverse opzioni.

Rubens inoltre era bravissimo nel ritrarre le figure umane, ma chiedeva l’intervento dei suoi collaboratori specializzati nel ritrarre animali  o strutture architettoniche. In questo si può dire che Rubens abbia intuito un’idea che poi ebbe molto successo in ogni campo: si ottengono risultati migliori con la specializzazione , restringendo il proprio campo d’azione e approfondendone lo studio.

Rubens non fu un artista dalla vita tormentata, anzi ebbe da subito molto successo ed era anche un ottimo diplomatico, ottimamente inserito tra i potenti del suo tempo.

UTE: L’impiegato nella letteratura – Presentazione: In cammino verso Santiago.

Con l’industrializzazione si hanno due figure di impiegati: l’operaio e l’impiegato amministrativo. Quest’ultimo viene pagato più dell’operaio, pertanto si ritiene superiore; inoltre non comprende le lotte sociali e le teme.

L’impiegato aspira ad essere parificato alla borghesia, ma non ne ha né la cultura né i mezzi economici e questo ingenera in lui invidia e rancore; teme la meccanizzazione e nell’informatizzazione che possono mettere a repentaglio il suo posto di lavoro.  I suoi valori sono : rispetto dell’autorità, ordine, disciplina, diligenza nel lavoro, decoro e rispettabilità.

In Italia, dopo l’unificazione  ci fu l’esigenza di uniformare le varie amministrazioni pubbliche degli stati preesistenti e la strada scelta fu quella di “piemontesizzarle” tutte senza distinguere tra quelle più avanzate e quelle più arretrate..

Dopo questa introduzione il prof. Galli ci ha letto alcuni passi della commedia teatrale “Le miserie di monsù Travet” e un divertente brano del primo libro di Fantozzi, che ben ritrae il clima natalizio all’interno di una grande azienda.

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in-cammino-verso-santiago-libroNella seconda ora la scrittrice Enrica Mambretti ci ha presentato il suo libro “In cammino verso Santiago”, il diario da lei scritto giorno per giorno durante il suo pellegrinaggio.

Il racconto è stato accompagnato da bellissime fotografie , che ci hanno consentito di ammirare paesaggi bellissimi e suggestivi e penso che a molti dei presenti sia venuto per un attimo il desiderio di partire, ma 800 chilometri a piedi non sono impresa adatta a tutti…

Io avevo già letto il libro e questa presentazione mi ha fatto meglio percepire lo spirito che anima i pellegrini verso Santiago di Compostela.

UTE: Tahar Ben Jelloun – microscopi

Continuando nella sua carrellata attraverso le personalità che hanno cercato e cercano tutt’ora di costruire ponti di dialogo tra mondo occidentale e Islam, il nostro don Ivano ci ha parlato oggi di Tahar Ben Jelloun, uno scrittore marocchino, che ha dovuto trasferirsi in Francia nel 1971 per il suo atteggiamento “laico” nei confronti dell’Islam. In quel periodo la Francia aveva bisogno di manodopera per le sue industrie e favorì l’immigrazione di cittadini delle sue ex-colonie e Ben Jelloun comincia a scrivere sulla solitudine dell’immigrazione e sui drammi che vivono gli immigrati. Scrive poesie, romanzi e saggi sempre in lingua francese; alcuni dei suoi saggi hanno un dichiarato intento pedagogico ,altri hanno intento di  divulgare la conoscenza dell’Islam e di metterne in rilievo i punti critici.

Per saperne di più basta cliccare QUI, tuttavia voglio riportare qui alcune righe che possono dare un’idea del suo mondo ; è lo stesso Jelloun che parla di un suo libro “Creatura di sabbia” , segue poi una citazione dallo stesso libro:

il libro lo colloco più o meno negli anni Quaranta, quando il Marocco era ancora una colonia francese: allora nelle famiglie c’era questa ossessione del maschio, senza il quale il patrimonio andava disperso. Ma è vero che prima dell’Islam era molto peggio”. In Creatura di sabbia fa infatti dire al padre di Ahmed: “Prima dell’Islam, i padri arabi gettavano i neonati di sesso femminile in una buca e li ricoprivano di terra per farli morire. Avevano ragione: si sbarazzavano di una sventura”.

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Nella seconda ora di lezione la prof. Cantaluppi ci ha illustrato i vari tipi di microscopio:  dal primo inventato nel secolo XVII fino ai modernissimi microscopi elettronici che possono ingrandire le immagini fino a un miliardo di volte; poi abbiamo potuto ammirare una serie di incredibili immagini viste al microscopio.

Ci ha fatto molto piacere venire a sapere che in questo campo gli Italiani sono all’avanguardia.

UTE: Ritratti di donna – Natura da dominare …da amare.

leonardo-lady-with-an-ermineNella pittura rinascimentale i pittori non ritraevano le proprie donne, ma le donne dei committenti, perchè l’arte di quel periodo  non metteva in primo piano il vissuto dell’artista, ma badava solo a soddisfare le richieste dei mecenati del tempo, desiderosi di mostrare la propria potenza.

La Gioconda è l’esempio più conosciuto nel mondo di questo tipo di ritrattistica. Leonardo ci lavora per anni e produce un’opera del tutto innovativa, infatti la Gioconda ( Monna Lisa Gherardini – moglie di Francesco del Giocondo) guarda lo spettatore, pare voler stabilire un dialogo con quel sorriso quasi d’intesa. Prima non era mai stato dipinto un ritratto di persona sorridente.

La dama con l’ermellino è il primo ritratto dipinto da Leonardo e ritrae Cecilia Gallerani, una giovanissima favorita di Ludovico il Moro e l’ermellino fa proprio riferimento al signore di Milano (che era stato investito dell’ordine degli Ermellini).

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ritrae invece le sue donne, che sono spesso le frequentatrici delle taverne in cui lui passava le sue giornate. A quel tempo a Roma le prostitute erano riconosciute come lavoratrici e venivano celebrate delle messe riservate a loro. La prima modella di Caravaggio è Anna Bianchini che compare nei panni di Maddalena; seguono poi Fillide, a causa della quale il pittore commetterà un omicidio, e Maddalena Antognetti, detta Lena, compagna del Caravaggio, che viene ritratta nei quadri: Madonna dei Pellegrini e Maddalena penitente.

A questo punto la nostra bravissima docente, Manuela Beretta, ha dovuto accelerare i tempi e ha fatto un salto di qualche secolo per arrivare a parlare delle donne di Picasso, tutte muse ispiratrici delle sue opere. Fernande Olivier è appena ventenne quando conosce Picasso appena arrivato a Parigi; lei è un po’ frivola e lavora nei locali notturni e lui, gelosissimo arriva a chiuderla in casa. Nella vita del pittore entra poi la ballerina ucraina Olga Kochlova, che lo introduce nei salotti-bene di Parigi; diventa sua moglie e gli darà un figlio. Ma mentre è sposato con Olga , Picasso intreccia una relazione anche con Marie Therèse Walter dalla quale avrà una figlia. Il pittore tratta malissimo le sue donne e così proibisce a Dora Maar, altra sua compagna, di continuare a fare la fotografa, la induce a dipingere e la deride poi per i suoi scarsi risultati. Ultima musa ispiratrice sarà Françoise Gilot dalla quale avrà due figli.

Argomenti come questo , che consentono di fare rapidi excursus nella storia dell’arte, con l’ausilio di immagini stupende, dovrebbero avere maggiore spazio, dato l’altissimo gradimento che riscuotono ogni volta.

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Nella seconda ora, che  ho potuto seguire solo in parte, la prof.ssa Russo ci ha portato a fare un interessante confronto sul nostro modo di rapportarci con la natura e quello di altre culture.

Noi viviamo in ambienti fortemente antropizzati senza quasi accorgerci della bellezza di quanto la natura ci offre. Il nostro tenore di vita è molto superiore a quello di altri popoli, perchè è nel nostro Occidente che si è sviluppato il progresso tecnologico che ha portato con sè maggiore ricchezza, ma anche tanto inquinamento che provoca molte malattie.

In altre culture la natura è sacra, come emanazione della divinità . Per i monaci buddisti l’albero è sacro (so di una setta di monaci che tiene sulla bocca un fazzoletto per evitare di ingoiare qualche insetto) e le donne indiane si sono legate agli alberi della foresta per evitare che i bulldozer li abbattessero. In molti villaggi indiani c’è un albero sotto cui tutti si riuniscono per pregare.

Credo sarebbe stato molto interessante poter seguire l’intera lezione, ma non mi è stato possibile restare fino alla fine.

 

 

UTE: “In difesa di Danilo Dolci”

Dopo una breve presentazione del prof. Porro per dare alcuni cenni storico-biografici di Calamandrei , autore dell’arringa, e Dolci, pacifista italiano per cui l’arringa è stata pronunciata,  Christian Poggioni ha dato inizio alla sua lettura scenica.

dolci-tra-gli-scioperantiLa sua declamazione ci ha trasportati idealmente in quell’aula di tribunale dove Dolci e alcuni disoccupati sedevano sui banchi degli imputati per aver aggiustato gratuitamente una “trazzera” abbandonata da tempo. Questo gesto compiuto per protesta per la mancanza di lavoro e per l’indifferenza dello stato nei loro confronti difficilmente ora potrebbe essere  definito “reato”, ma allora costò a Dolci e ai suoi compagni lunghi mesi di detenzione.

Calamandrei con la sua lunga, dotta e appassionata arringa puntò molto sull’articolo della Costituzione che garantisce a tutti il diritto al lavoro e, contestualmente , riconosce a ognuno il dovere di lavorare per essere utile alla comunità.

La lettura di Poggioni è stata , come sempre, magistrale e la sua voce ci ha affascinato e incantato per oltre un’ora, senza nessuna interruzione.

E’ stato un pomeriggio importante per ognuno dei presenti perchè ci ha fatto richiamare alla mente la bellezza della prima parte della nostra Costituzione e ci ha fatto capire come sia stato non privo di ostacoli il suo cammino soprattutto nei primi anni  del secondo dopoguerra.  Ma abbiamo anche capito che molti bellissimi principi enunciati nella nostra Carta siano ancora ben lontani dall’essere realizzati.

UTE: settimana intensa.

La prossima sarà una settimana intensa:
Il 4 dicembre alle ore 21 la compagnia teatrale dell’ UTE rappresenterà nel teatro parrocchiale diOnno la commedia brillante “L’ingegner Casciaball” già rappresentata con grande successo in altre occasioni. L’opera è ispirata a una commedia di Govi, del quale l’interprete principale riesce a rievocare la mimica e la gestualità con grande bravura.
Il 5 dicembre dalle ore 15 alle ore 16.30 il prof Porro e l’attore Poggioni rappresenteranno la lettura-scenica “In difesa di Danilo Dolci”, arringa di Piero Calamandrei
 
Martedì 6 dicembre.
ore 15 :   LA DONNA NELLA SOCIETA’ :  Ritratti di donne: volti e storie femminile nelle opere e nella vita di grandi                    artiste, dalla  Giocanda a Dora Maar. –  docente  : Manuela Beretta
 
ore 16 :  LA RAGIONE DEGLI ALTRI  : Natura da dominare, natura da amare: il progresso e la tradizione – docente:                   Mariella Russo.
Venerdì 9 dicembre.
ore 15 : LETTERATURA ITALIANA:  Il personaggio dell’impiegato nella letteratura – docente:  Emilio Galli
 
ore 16 : BIOLOGIA :  Il microscopio ottico ed elettronico. Le applicazioni della microscopia ed excursus di                             immagini al  microscopio – docente  : Elena Cantaluppi.

UTE: donazione organi – donna nel ‘900.

La prima lezione di oggi, tenuta dalla giovanissima docente Elena Cantaluppi, ci ha permesso di approfondire un discorso forse un po’ scomodo, ma molto importante: la donazione di organi.

Sapevate che il primo trapianto di cui si abbia memoria fu tentato dai medici Cosma e Damiano? Tentarono di trapiantare una gamba, ma naturalmente l’esperimento fallì.  La stagione dei trapianti però comincia solo intorno al 1950 in USA , dati i progressi effettuati dalla chirurgia e dall’immunologia. Si ha infatti solo nel 1954 il primo trapianto di rene negli Stati Uniti tra gemelli, infatti non era ancora stato risolto il problema del rigetto che verrà controllato solo con la scoperta della ciclosporina nel 1978.

In Italia si hanno i primi trapianti solo negli anni ’60.

Si può avere un autotrapianto di tessuti propri dell’individuo, il trapianto singenico tra individui compatibile e l’allotrapianto tra individui di specie diverse.

Per prevenire i problemi di rigetto si effettuano molti esami per stabilire la compatibilità che è di uno su quattro tra fratelli e di uno a centomila tra estranei.

Si possono trapiantare: Fegato, cuore, polmoni, pancreas, intestino, cornea, midollo osseo , cellule staminali (per questo in tutto il mondo si stanno costituendo banche di sangue proveniente dal cordone ombelicale). Tutte le religioni accettano la donazione di organi e tutti i cittadini dovrebbero esprimere la loro volontà di donare o meno i propri organi al momento della morte, per evitare di addossare a familiari e parenti questa difficile decisione . Molti sono restii ad iscrivere il proprio nome nella lista dei donatori per paura che l’espianto degli organi avvenga quando ancora ci sono possibilità di vita, ma questo è impossibile, dato il grande numero di esami che un’intera équipe di medici deve effettuare prima di dichiarare la morte cerebrale di un individuo.

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Il prof. Cossi oggi ci ha illustrato i risultati della sua ricerca su “La donna nel secondo dopoguerra, protagonista della società dei consumi e della cultura di massa”

Nel 1962 il filosofo e sociologo francese Edgar Morin si occupa di cultura di massa e afferma che dall’inizio del 900 si rileva un progressivo innalzamento della donna verso i diritti dell’uomo e parallelamente l’uomo diventa più sensibile, più sentimentale. Tuttavia nella cultura di massa la donna è per certi versi protagonista, ma anche “oggetto” (si pensi all’uso dell’immagine femminile in pubblicità). La cultura “alta” disprezza la cultura di massa, perchè gli intellettuali temono di perdre la loro centralità.

La donna, anche nei mezzi di comunicazione, viene ancora rappresentata sempre nel ruolo di casalinga, ma nel frattempo riesce ad occupare sempre più un posto anche nella società, diventa sempre meno sottomessa e sempre più libera. Determinanti anche dal punto di vista economico sono le sue scelte quando va a fare la spesa, quando adotta gli elettrodomestici e quando organizza la sua casa secondo criteri di ottimizzazione delle risorse e degli spazi disponibili.

La donna impara poi a prendersi cura della sua bellezza imitando le dive del cinema, viste come le antesignane dell’indipendenza delle donne.

In Europa l’evoluzione delle donne segue un proprio percorso, in conseguenza dei due conflitti mondiali che hanno comportato per due volte la necessità per le donne di fare un passo indietro per lasciare i posti di lavoro ai reduci e agli invalidi.

In Francia negli anni ’30 nasce la prima fabbrica di cosmetici e la stampa femminile aveva una tiratura di ottocentomila copie! Nel 1938 comparve sulle riviste la posta del cuore: lettere anonime che raccontavano le sofferenze delle donne.

In Italia col fascismo le donne devono iscriversi alle formazioni femminili, che si esibiscono in pubblico, ma in casa la donna resta la moglie che deve fare molti figli da donare alla patria e deve fare da sè vestiti e maglie in obbedienza al regime autarchico imposto dalle autorità. E’ durante il fascismo che nascono in Italia le riviste femminili, ma le donne  sono (non  tutte) appena  alfabetizzate, quindi il linguaggio delle riviste è molto semplice e gli argomenti trattati sono quelli della quotidianità. La diffusione della stampa femminile raggiunge altissimi livelli (20 milioni di copie) intorno agli anni ’70, quando viene invasa dalla pubblicità che può occupare anche il 50% delle riviste.

 

Anche questo pomeriggio è passato in fretta ascoltando due belle e interessanti lezioni esposte con chiarezza e piacevolezza dai nostri validissimi docenti.