Cantando insieme in un pomeriggio di maggio.

Il progetto “Invecchiare in Erba” ha già preso le mosse: sono già stati effettuati due incontri di alfabetizzazione sulle nuove tecnologie e oggi si è preso contatto con un buon gruppo di potenziali utenti con un’ esaibizione del coro della nostra Università della Terza Età.

Sono state eseguite le più famose arie delle operette composte nel periodo della Belle Epoque, arie che tutti i presenti ricordavano bene . Il coro, ottimamente diretto, si è dimostrato veramente ben preparato e ogni esecuzione ha riscosso moltissimi applausi dei numerosi presenti. Alla fine cantavamo tutti insieme ai coristi , che ci hanno generosamente concesso il bis finale.  Io avevo invitato due amiche, che sono rimaste sorprese dalla bravura dei nostri cantanti  e con piacere ho sentito le loro voci accompagnare i vari refrain.

Il progetto che ho menzionato sopra costituisce un’ occasione da non sprecare per tutte le persone anziane, ma anche per quelle che ancora non lo sono , ma vogliono prepararsi a vivere felicemente la loro terza età.

UTE: psicopedagogia : costruire la felicità.

Oggi la dr.ssa Todaro ha concluso il suo ciclo di lezioni con una bellissima conferenza sulla “felicità”: felicità da costruire , felicità come atteggiamento positivo  di fronte alla vita…. da lasciare in eredità…Concludendo la sua bella esposizione ci ha commentato alcune frasi tratte dal libro “Lettera a mio figlio sulla felicità” di Sergio Bambaren . Riporto qui alcune delle frasi più significative suggestive:

La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… e non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.

Se cadi, rialzati ,affronta le avversità e trova sempre il coraggio di proseguire. Fai della tua esistenza qualcosa di spettacolare.
La sola battaglia che non puoi vincere è quella che non vuoi combattere.
Se ti fidi dei tuoi istinti e accetti la vita così com’è, un giorno sarai in grado di trovare la pace non solo nei momenti più felici, ma anche nelle occasioni in cui il gioco si fa duro…
Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo. Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito.
Non dimenticare mai che l’ amore che provo per te è come il vento: non potrai mai vederlo, ma potrai sentirlo sempre….ovunque sarai.
Credo che mi sia venuta la voglia di leggere questo libro…e voi che ne dite?

UTE: come si viveva nelle trincee.

Cento anni fa scoppiava la Grande Guerra e all’ UTE oggi si è tenuta una memorabile lezione-spettacolo che ha rievocato quell’ immane tragedia costata 750.000 morti solo in Italia: un’ intera generazione cancellata dalla nostra storia.

La lezione, introdotta dal prof. Porro e condotta magistralmente dal prof. Poggioni e dai suoi collaboratori, ha voluto soprattutto soffermarsi non sulle cause politico/economiche o sulla diatriba tra interventisti e neutralisti , ma sulla vita dei soldati .

Attraverso la lettura di poesie , lettere di soldati, pagine di scrittori presenti sul fronte, abbiamo potuto rivivere l’ orrore delle trincee costantemente invase dal fango e infestate dal fetore dei morti e degli escrementi; abbiamo quasi provato la paura di quei soldati che aspettavano con terrore il comando insensato di attacco da parte di superiori che li consideravano alla stregua di carne da macello e li costringevano quotidianamente ad inutili assalti che li esponevano al fuoco nemico; rifiutare di obbedire voleva dire essere fucilati o esporre la propria squadra alla decimazione.

Poesie note e meno note hanno scandito il recital , mentre sullo schermo apparivano foto d’ epoca accompagnate dai più famosi canti di guerra, nati nel fango delle trincee, canti che da sempre io amo moltissimo e che mi commuovono sempre.

A conclusione della lezione è stata letta la lettera del soldato inglese che racconta il Natale 1914 al fronte, (episodio che ha trovato varie conferme) , quando sul fronte tedesco i soldati hanno cominciato a cantare i loro canti natalizi ricevendo l’ applauso dei loro nemici, che a loro volta hanno risposto con altri canti . Il soldato racconta che alla fine dalle opposte trincee sono usciti quei giovani che dovevano considerarsi nemici, ma che invece si sono scambiati strette di mano e piccoli souvenir.

Alla fine molti avevano gli occhi arrossati dalla commozione e gli applausi sono scrosciati a lungo.

 

 

Dal legno vecchio al legno nuovo? meno alberi abbattuti.

Segnalo questo interessante  Filmato, che mostra come viene riutilizzato il legno di scarto in una fabbrica del mantovano.

All’ UTE ho seguito un ciclo di conferenze sul  problema rifiuti e la situazione nazionale e mondiale è davvero preoccupante: l’inquinamento di terra , mare e cielo ha come conseguenza il diffondersi di malattie terribili  non solo qui da noi , ma anche nel Sud del mondo ( in particolare in Africa) e ha come causa la criminale avidità di chi produce rifiuti e di coloro che non li smaltiscono correttamente.

Nel mantovano invece è stato brevettato un procedimento per il recupero del legno, che permette di produrre pannelli idonei alla fabbricazione di mobili, con il risultato che molti meno alberi devono essere abbattuti. I titolari dell’ azienda pensano di esportare questa loro attività anche negli Stati Uniti, dove questa tecnica non è ancora conosciuta.

La speranza che il pianeta Terra possa ancora essere vivibile per i nostri nipoti è nelle mani di imprenditori come questi, che sanno inventarsi nuove tecniche per riciclare, riusare e quindi trasformare in risorsa preziosa quei rifiuti nei quali oggi rischiamo di affogare.

UTE: Morazzoni (letteratura) e Gurdjieff (filosofia).

Georges Ivanovic GurdjieffVenerdì all’ UTE ho imparato a conoscere ue personaggi che non avevo mai sentito nominare: la prima è una scrittrice italiana, Marta Morazzoni, che scrive prevalentemente romanzi o racconti ambientati in epoche storiche passate.

Il suo ultimo libro è incentrato sulla figura di Giovanna d’ Arco, di cui rivisita la storia  ripercorrendo i suoi viaggi nei luoghi in cui ha la santa vissuto. Da quanto ho sentito mi pare che valga la pena di leggere qualcosa di questa scrittrice (che pare non voglia essere definita scrittrice, ma insegnante , visto che lavora tuttora alle dipendenze del ministero della P.I.)

Il secondo personaggio è Georges Ivanovic Gurdjieff un armeno un po’ guru, un po’ imbroglione, che visitando tutti i monasteri del mondo , si era poi costruito una sua filosofia, Conquistò con le sue teorie molti personaggi illustri (pare che anche Battiato abbia attinto ai suoi insegnamenti).

UTE: storia e medicina.

Ieri all’ UTE ho trascorso  due ore veramente piacevoli .

Don Ivano ci ha parlato della Chiesa agli inizi del ‘900 alle prese con il problema della partecipazione dei laici cattolici alla vita politica italiana. D. Albertario, R. Murri, Toniolo  sono i protagonisti di quel periodo e si deve alle loro iniziative la creazione dell’ “Opera dei Congressi”, un tentativo di far partecipare i cattolici ai problemi della società. Ma i contrasti che travagliarono l’ Opera dei Congressi portarono alla sua abolizione da parte di Papa Pio X. Murri e don Sturzo fondarono poi il “Partito Popolare”, che ebbe maggior influenza sulla vita politica italiana.

 

La seconda lezione verteva sulle intolleranze alimentari, sempre più diffuse anche in età giovanile. Il dr. Rigamonti ci ha piacevolmente intrattenuto su questo argomento e ci ha spiegato come spesso l’ ingrassamento sia causato da un’ intolleranza alimentare e come diete non ben calibrate alla fine, rallentando il metabolismo, non raggiungano l’ obiettivo della perdita di peso, ma il suo esatto contrario.  Sviluppano un’ intolleranza soprattutto i cibi che consumiamo di più.  L’ intolleranza innesca un meccanismo infiammatorio che ostacola l’ azione dell’ insulina e gli zuccheri non metabolizzati vengono trasformati in grasso.

 

 

Ute: poesia dialettale: Tren de nott.

Ore 15: Poesia dialettale comasca (docenti Ghioni E. – Gottardi F.)

I commenti  illuminanti del dr. Ghioni e la lettura efficacissima del sig. Gottardi ancora una volta ci hanno consentito di immergerci nella magia della poesia dialettale comasca, che forse non è conosciuta  come meriterebbe. Eccone qui un esempio…..

  Treno de nott (Gisella Azzi)     

Testo originale  
Treno da trenta vagon,
che te vee, te vee
per sta campagna scura
cor minga, cor minga
inscì fort: gh’hoo paura!La banchetta l’è pienna; e tucc sti gent
che vann a lavorà
inscì lontan de cà,
varden el finestroeu e dìsen nient.La banchetta l’è dura, l’è de legn
(la banca che gh’è là
taccaa al camin, a cà,
l’è nò inscì dura)…Chì, nissun fa segn:

vàrden el finestroeu e disen nient:
ma foeura gh’è nagott
de vedè: gh’è la nott
negra come ‘l carbon; e dent per dent

domà ‘na quaj stazion la passa via,
la cor senza fermass:
che bordell, che frecass!
(Coss’è che la farà la mia Lucia

a st’ora chì? I fioeu sarann in lett
giamò indormentaa.
Lee la gh’avrà insegnaa
a dì su l’orazion…quand che i scarpett

borlen giò in terra, cont i pescitt biott
– ven voeuja de cagnàj –
tucc i ser, i bagaj
giugàtten, fann dannà, baloss!)…Che nott!

Che scur a gh’è! Ma adess on quaj ciarin
là in fond, bell sberlusent,
el par on poo parent
di lugher de la brasca, in del camin,

però minga inscì viscor; (i lugher!
Vedèi ammò a volà
dent in la cappa, a cà!)
questi hinn fregg, come i stell. Cambiemm pensér.

Quand che ‘l soo’l scalderà ‘l vagon e i oss
avremm passaa ‘l confin;
e sto pan moresin,
che adess el canta ammò, el sarà poss.

. . . . . . . . . . . .

Treno da trenta vagon,
che te vee, te vee
per sta campagna scura
cor minga, cor minga
inscì fort: gh’hoo paura!

La banchetta l’è pienna; e nun, poer gent,
che vemm a lavorà
inscì lontan de cà,
vardom el finestroeu. E dìsom nient.

TRADUZIONE:  Treno di trenta vagoni, che vai, vai per la campagna scura, non correre così forte: ho paura! I sedili son pieni e tutta questa gente che va a lavorare così lontano da casa, guarda il finestrino e non dice niente. Il sedile è duro, è di legno (la panca che c’ è accanto al camino, a casa, non è così dura) Qui nessuno fa segno: guardano il finestrino e non dicono nulla, ma fuori non c’è nulla da vedere: c’è la notte nera come il carbone, solo qualche stazione passa via, corre senza fermarsi: che rumore, che fracasso!(cosa starà facendo la mia Lucia? I bambini saranno a letto, già addormentati. Lei avrà insegnato loro a dire la preghiera…mentre le scarpette cadono in terra, coi piedini nudi….vien voglia di mangiarli -prenderli a morsi – tutte le sere i bambini giocherellano, fanno dannare, i birichini!)

Che notte! Com’è buio! Ma adesso un po’ di luce là in fondo, splendente assomiglia alle scintille della brace nel camino, però non così vivace (Poterle ancora vedere volare dentro la cappa del camino a casa!). Questa luce è fredda come le stelle….ma pensiamo ad altro… Quando il sole scalderà il vagone e le mie ossa, avremo passato il confine e questo pane  morbido ancora croccante, sarà raffermo.

Treno di trenta vagoni che vai, vai per questa campagna scura, non correre, non correre così forte: ho paura! I sedili sono pieni; e noi povera gente, che andiamo a lavorare così lontano da casa, guardiamo il finestrino. E non diciamo niente….

Ute: Filosofia e poesia.

Ore15: Filosofia:  Bergson e il fluire del tempo. (prof. M. Porro).

Il secolo 19° era stato dominato dalla filosofia positivista (Comte ne fu uno dei maggiori esponenti) che poneva al centro della sua indagine la materia e tutto quanto poteva essere oggetto di conoscenza scientifica: nel progresso della scienza e della tecnica sono riposte le speranze di uno sviluppo immancabile della società umana.

Bergson (1859 – 1941) incentra la sua ricerca filosofica , come per reazione al positivismo, sull’uomo, che non è fatto di sola materia: ha anche una coscienza che lo rende consapevole di sè, ha cioè una dimensione spirituale che non è indagabile dalla scienza. La sua corrente di pensiero prende perciò il nome di Spiritualismo.

Uno dei temi da lui affrontati è quello del TEMPO; i positivisti non sanno spiegare il tempo. E’ questo un tema già affrontato dai filosofi greci e da S. Agostino con risposte diametralmente opposte (tempo ciclico /tempo lineare). Bergson afferma che il tempo dell’ orologio è solo una rappresentazione spaziale del tempo che passa, ma non è il tempo, che è invece DURATA. Il tempo fluisce come un fiume ed è irreversibile.

Ciò che è proprio dell’ uomo è la creatività: lo spirito è forza creatrice, energia. Egli accoglie anche le teorie evoluzioniste di Darwin: evolversi vuol dire differenziarsi, creare esseri diversi.

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ore 16: Poesia: Il Canzoniere di Saba (prof. E. Galli)

Una poesia “onesta” , sincera, che vuole rappresentare la vita quotidiana senza ricorrere al linguaggio ricercato , aulico dei poeti del suo tempo: questa è la poesia di Saba di cui riporto qui la seguente composizione:

Dopo una passeggiata.

Quando fino ad un colle o lungo il mare
noi pure usciamo nelle belle sere
a passeggiare,
vedo che a tutti appare
cosa fraterna l’alleanza nostra.
Noi cui la vita tanto sangue costa
e tanta inusitata gioia rende,
nulla abbiamo che in vista il volgo offende;
siamo a tutti due buoni, due tranquilli
cittadini, a cui mèta è un buon bicchiere.
Solo nei cuori rispondono squilli,
si spiegano al vento bandiere.E nei giorni di festa, se pur tanto
v’ha di strano, che cerco il più deserto
dei sobborghi, chi mai vedrebbe in noi
altro che due che cenano all’aperto?
Un marito che già ostenta un rimpianto
di libertà, la sua moglie gelosa;
non v’ha, dico, una cosa
che dai molti distingua, amica, noi,noi che rechiamo in cuore
i nostri due avversi destini
d’arte e d’amore.