UTE: Medicina e musica.

Ore 15 : Medicina: Il lavoro del medico. (docente dr. Lissoni)

Ieri il dr.Lissoni , con la consueta chiarezza e semplicità di linguaggio, pur nella complessità dei concetti da esporre, ci ha parlato dei limiti e dei condizionamenti cui è sottoposta l’ azione di ogni medico; in particolare ha messo in evidenza un lato nuovo della professione medica, che è quello del proliferare di cause dei pazienti contro ospedali e medici . Questa novità, importata dagli USA, fa sì che i medici per tutelarsi e prevenire citazioni per danni moltiplichino le prescrizioni di  esami e controlli , facendo anche gonfiare la spesa sanitaria nazionale.

Un altro aspetto messo in particolare evidenza è stato quello della ricerca , che sola può convalidare l’ efficacia dei farmaci e delle terapie adottate;  c’ è poi la Meta-analisi, cioè lo studio secondo criteri matematico/statistici dei risultati messi a disposizione dalla ricerca primaria.

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Ore 16: Musica: Da Debussy a Ravel. (Docente dr.sa Zapparoli)

Parallelamente all’ impressionismo nella pittura, in Francia nacque anche l’ impressionismo nella musica ad opera di C. Débussy, che non inseguiva in modo tradizionale melodie più o meno orecchiabili, ma intendeva ricreare emozioni e atmosfere utilizzando “macchie di suoni”, grappoli di note….Fu un grande innovatore della musica e della tecnica pianistica. Sensibilissimo dal punto di vista artistico, fu invece nella vita privata un uomo “senza cuore”:  due sue compagne di vita, arrivarono a suicidarsi dopo essere state abbandonate…

Ravel fu grande ammiratore, non ricambiato, di Débussy. La sua musica riecheggia il suo grande amore per la Spagna ed è piena di colore e di suoni arabeggianti.

Per l’ ascolto : Chiaro di luna (per pianoforte) di Débussy.

Giochi d’ acqua (per pianoforte) di Ravel

 

Ute: Letteratura francese ed economia.

Ore 15: Alexandre Dumas (prof. Meggetto)

Immaginate di ascoltare  pagine  suggestive lette con la voce dell’ attrice/doppiatrice Tina Lattanzi, la voce morbida e calda che abbiamo sentito tante volte nei film dei “telefoni bianchi” e in quelli del dopoguerra. E’ questa l’ impressione che ho avuto oggi ascoltando la lettura di pagine tratte dai romanzi  meno noti di Dumas padre “La regina Margot” e “Il tulipano nero”.

Lo sapevate che se oggi possiamo divertirci alle avventure del Conte di Montecristo e dei tre moschettieri lo dobbiamo alle abitudini spenderecce di A. Dumas? L’ assillo dei debiti da pagare lo costringeva a scrivere romanzi a ritmo industriale e aveva addirittura alle sue dipendenze dei giovani aspiranti scrittori  ai quali dettava il prodotto della sua inesauribile fantasia .

Chi non ricordasse l’ attrice Tina Lattanzi, da me menzionata, può ascoltare  questo video e certamente (se non è troppo giovane) verrà riportato all’atmosfera delle vecchie sale cinematografiche della sua gioventù.

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Ore 16: Economia: Contributo della Dottrina Sociale della Chiesa (docente: Maurizio Benedetti).

Ho un rammarico: non aver seguito le lezioni precedenti. Infatti in questa lezione ho capito che anche gli economisti si sono convinti finalmente che il capitalismo,così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora , è clamorosamente fallito, anche se pare che molti vogliano continuare a tenerlo in vita nonostante tutto.

Ci sono molte scuole di pensiero attualmente: gli”aziendalisti”, gli “innovatori sociali” , i “cooperativisti”… e anche la Chiesa ha dato contributi innovativi, per superare la tendenza a estremizzare le conseguenze della concentrazione delle ricchezze a danno delle moltitudini di poveri affamati che popolano questo mondo.

Qualcuno poi ultimamente sta parlando di Popenomics, cioè dell’ economia così come la intende papa Francesco.

Si può coniugare eccellenza economica e impegno civile e sociale? Pare di sì…visti gli esempi di aziende  che il docente ci ha proposto: l’ ospedale pubblico “La Carità” di Locarno (è in territorio ticinese, ma gestito e condotto da italiani) , la cooperativa sociale “Futura” che impiega al suo interno giovani svantaggiati di vario genere e le rubinetterie “Gessi” , che sanno coniugare prodotto all’avanguardia con benessere dei dipendenti e rispetto dell’ ambiente (produce da sè tutta l’ energia di cui ha bisogno). Ci sono molte altre aziende impegnate su questo fronte in Italia e questo fa ben sperare per il futuro del nostro paese.

Questa crisi infinita deve indurre tutti a ripensare le leggi dell’ economia e il sapere che c’ è chi sta intraprendendo questa strada mi toglie un po’ di preoccupazioni .

 

UTE: alla scoperta delle Abbazie di Viboldone e Chiaravalle.

Oggi siamo andati, noi dell’ UTE, alla scoperta di due antichissime abbazie nella periferia a sud di Milano: l’ abbazia di Viboldone e quella di Chiaravalle.

L’ abbazia di Viboldone è legata alla storia degli Umiliati, un movimento religioso promosso inizialmente da laici che volevano rinnovare lo spirito della chiesa delle origini, conducendo una vita semplice e frugale in comunità aperte anche a chi aveva bisogno di aiuto e di lavoro.  Ne facevano parte uomini e donne che si riunivano per pregare e per lavorare nei “conventi” (parola che significa letteralmente “luogo in cui convenire” , “luogo di riunione). L’ abbazia sorge in una zona ancora verde e conserva pregevoli affreschi di scuola giottesca.

 

L’ abbazia di Chiaravalle è legata invece alla figura di S. Bernardo, che, inviato a Milano per pacificare la città travagliata da feroci conflitti, riuscì nel suo intento e per questo i Milanesi gli promisero di costruire un’ abbazia per i suoi monaci.  Anche in questa abbazia si possono ammirare affreschi mirabili, oltre a un coro ligneo notevole e a una statua del Manzù che rappresenta la resurrezione promessa a tutti noi alla fine dei tempi; e poichè saremo tutti angelicati e senza un sesso definito, la statua è uomo nella parte destra e donna nella parte sinistra. Notevole!!

Un bel sole ha accompagnato le nostre visite, che ci hanno arricchito di nuove conoscenze, grazie ai nostri dottissimi accompagnatori, e di immagini di grande bellezza.

Ute: Chiesa e filosofia all’inizio del ‘900.

Oggi all’UTE Don Ivano Colombo ci ha illustrato la biografia e l’ opera di  Pio X , un Papa che fece della lotta al modernismo il filo conduttore del suo papato.

In seguito la professoressa Tatafiore ci ha tratteggiato le linee principali dello spiritualismo francese all’ inizio del 1900 e i temi indagati da Blondel, Boutroux e Ravaisson. Come reazione al positivismo imperante nel secolo precedente, questi filosofi pongono al centro della loro indagine la metafisica, intesa come tutto ciò che va oltre l’ esperienza sensibile, cioè la coscienza e anche il Divino . La filosofia diventa riflessione intima.

UTE: tra storia e poesia.

ore 15: Storia:  Politica italiana nel 1° dopoguerra. (Docente: prof. Cossi)

L’attenzione è focalizzata sul 1919: l’ Italia esce vincitrice (insieme ai suoi alleati) dalla Grande Guerra, ma è un paese economicamente e socialmente in gravissime difficoltà.

La svalutazione  della lira e la conseguente inflazione mettono in difficoltà il ceto medio e le classi più povere.  Gli operai sentono il fascino della Rivoluzione russa e i reduci reclamano le terre che sono state promesse loro per reclutarli.

Ex-neutralisti ed ex-interventisti si rimpallano la responsabilità del disastro in cui il paese si dibatte, mentre i socialisti riformatori polemizzano con i socialisti più estremisti.

E’ l’ anno in cui il papa  autorizza i cattolici a partecipare alla vita politica e nasce così il Partito Popolare di Don Sturzo; è l’ anno in cui nascono a Milano i Fasci di Combattimento con indirizzo nazional-socialista , sotto la guida di Mussolini.

E’ quindi un anno cruciale, nel quale vengono gettati i semi dei futuri cataclismi che macchieranno di violenza e massacri tutto il secolo ventesimo.

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Ore 16: Letteratura : Umberto Saba (docente prof. Galli)

Saba , poeta anomalo , cresciuto in ambiente culturalmente mitteleuropeo (la sua città è Trieste) e con una storia familiare molto complicata, è essenzialmente un autodidatta e incentra la sua poesia sulle piccole cose di tutti i giorni, in grande contrasto, sia per i temi  che per il linguaggio, con la poesia dei poeti suoi contemporanei . Eccone un esempio….

TRIESTE.

“Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.

Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,                                                                                                                                    è come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un’aria strana, un’aria tormentosa,
l’aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.”

N.B.  Il gruppo teatrale della nostra UTE ha ottenuto una targa premio essendosi classificato al secondo posto in un concorso indetto da una radio della zona. Congratulazioni vivissime!!!

UTE: Videoforum: ” Una separazione”

Ieri abbiamo visto il film iraniano “Una separazione”. Non racconterò la trama che ognuno può trovare solo digitando il titolo di questa pellicola molto conosciuta e pluripremiata a livello internazionale. Racconterò invece le mie impressioni , ciò che del film mi ha più colpito…

Essere donna in Iran non è certo facile: una serie di proibizioni  imposte dalla religione di stato, rendono difficile  la sua vita . Una di queste proibizioni, quella di mostrarsi in pubblico senza chador, falsa addirittura  la ricostruzione cinematografica della vita in famiglia in questo film ambientato in una Teheran che non vediamo se non attraverso le sue vie piene di traffico, quasi esclusivamente viste attraverso l’ abitacolo di un’ automobile.

Nonostante la costrizione in cui vivono, le donne sono i personaggi più positivi:  la moglie di Nader, il protagonista,  desidera offrire alla propria figlia un futuro diverso da quello che l’ Iran può offrirle e vuole emigrare; per realizzare questo progetto è disposta anche a divorziare dal marito , anche se lo ama profondamente. Ha dalla sua un’ istruzione e una condizione economica e sociale che le consentono una certa autonomia nelle decisioni.

La signora Razieh, la colf che accudisce il padre di Nader, è invece una donna, incinta, oppressa dalla povertà (suo marito è disoccupato), dall’ integralismo religioso , dalla scarsa cultura che le impedisce di costruirsi una propria coscienza individuale, dal maschilismo del marito, al quale deve nascondere di essersi trovata un lavoro; nonostante ciò cerca di reagire alla sua situazione  anche se questo la costringe a mistificare troppo spesso la realtà.

Ci sono poi le due figlie delle due donne che assistono alle convulsioni del mondo degli adulti e che sembrano chiedersi se è in un mondo così che vogliono vivere o se è meglio andarsene , ma il regista non ci dà modo di sapere quale sarà la risposta di Termeh, la figlia di Nader, l’ unica tra le due che ha l’ opportunità di scegliere…

E’ un film di cui si potrebbe parlare ancora a lungo per la capacità del regista di risucchiare noi spettatori all’ interno delle vicende narrate e costringerci a metterci nei panni dei personaggi . Tutti siamo inevitabilmente coinvolti per cercare di valutare quale sia la verità in mezzo alle tante mezze bugie che ognuno racconta agli altri e a se stesso.

Si potrebbe poi parlare delle inquadrature , nelle quali predominano gli ambienti chiusi, le pareti di vetro , le porte socchiuse che individuano spazi separati tra di loro, come separati sono i mondi dei personaggi che vivono in quegli ambienti….Il titolo del film è “Una separazione”, ma in realtà sono molte le separazioni che il regista rappresenta…

Ute: filosofia: marito o seduttore – Archeologia : nasce la Preistoria.

ore 15 : Filosofia: Marito o seduttore: il Don Giovanni di Kierkegaard (porf. M. Porro)

Continuando il nostro excursus attraverso il tempo per analizzare l’ evoluzione del modo di intendere l’ amore, siamo approdati al Medioevo con l’ idea di un amore idealizzato per un essere perfetto e irraggiungibile. E’ questa l’ idea comune ai Trovatori occitani (sud della Francia), ma anche a Dante e a Petrarca e domina anche nella storia di Tristano e Isotta. In quest’ ultimo caso l’ amore è inteso come passione che sfugge alla volontà individuale .

Più recente è la storia di Emma Bovary  , sempre insoddisfatta della sua quieta vita di provincia, sogna l’ evasione verso modi di vivere  intravisti nelle sue letture.

Shakespeare aveva tratteggiato il personaggio di Don Giovanni, il libertino, il trasgressore, il mentitor; per lui il momento più alto dell’ amore è quello della conquista e  quindi la fedeltà in amore non ha senso.  Questo mito viene ripreso nella metà del 1800 dal filosofo danese Kierkegaard , il quale individua tre fasi nella vita di ogni individuo: la fase estetica (rappresentata dalla ricerca della bellezza e dalla ricerca del piacere momentaneo proprio come fa don Govanni); la fase etica (rappresentata dalla fedeltà e dall’ assunzione di responsabilità , così come fa il marito) ; la fase religiosa (rappresentata da Abramo che spinge la sua obbedienza a Dio fino al sacrificio del figlio)

Anche Mozart si ispirò al personaggio di Don Giovanni e se volete gustare un pezzo della sua opera cliccate QUI

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Ore 16: Archeologia: La nascita della Preistoria in Francia. (prof. A. Castelletti)

Attraverso le scoperte e gli studi di Jacques Boucher de Perthes , Edouard Lartet e Mortillet abbiamo potuto ripercorrere i momenti salienti della nascita di una scienza agli albori (19° secolo): l’ archeologia. Pare strano che allora si pensasse che la Terra avesse poco più di 4.000 anni e che solo con Darwin e Lyell si sia arrivati a spostare questo limite temporale indietro di molti milioni di anni.

 

 

 

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UTE: videoforum: Monsieur Lazhar.

Un’ insegnante si suicida impiccandosi in classe mentre i ragazzi sono in cortile per l’ intervallo. Due scolari hanno la sfortuna di scoprire il suo cadavere. Tutta la classe rimane scossa. La sostituzione dell’ insegnante venuta a mancare non è facile, ma si presenta mr. Lazhar, un algerino che è in attesa dello status di rifugiato e che si spaccia per insegnante, avendo estrema necessità di lavorare.

I primi approcci con gli alunni di diversa cultura (l’ azione si svolge nel Quebec, regione francofona del Canada) non sono facili, ma via via si instaura una comprensione profonda: anche Lazhar ha una ferita lacerante nell’ anima. La sua famiglia in Algeria è stata sterminata.  I contenuti del suo insegnamento non sono sempre apprezzati da tutti, ma i ragazzi capiscono la sua profonda umanità, il suo voler essere al loro fianco per superare il trauma che hanno subito. E’ così che anche i due bambini rimasti più colpiti dalla tragedia riescono a gridare il loro dolore, la loro solitudine e a placare la loro angoscia. In quei bambini Lazhar rivede i suoi figli che non ci sono più. Alla fine Lazhar invita i ragazzi a scrivere una storia sull’ ingiustizia; anche lui ne scriverà una e la sottoporrà al giudizio degli alunni. Lui scrive la storia di una crisalide che non potrà mai diventare farfalla pensando forse alla figlia morta……Tutti quei bambini e anche lui stesso sono un po’ come crisalidi in attesa di scrollarsi di dosso un dolore troppo grande.

Nel film , che non conta nè su effetti particolari, nè su immagini spettacolari, contano molto gli sguardi e le parole non dette….Gli unici a non fare una bella figura sono gli adulti, i genitori soprattutto: sempre o troppo indaffarati e assenti o troppo meschini e saranno loro a far cacciare quel finto insegnante, ma grande educatore che è Monsieur Lazhar.

Il film si presta a una lettura a più livelli, infatti il regista lancia ad ogni passo delle piccole provocazioni che possono dare il via a molteplici riflessioni.