All’ UTE.

Da un po’ di tempo non trasferisco qui i soliti appunti sulle lezioni ascoltate all’ UTE ed eccomi pronta a rimediare almeno in parte…..

Testo fondamentale della nuova scienza

L’ olismo , che in un primo tempo mi appariva piuttosto ostico, mi si è poi rivelato in tutta la sua poetica bellezza, perchè tende a considerare la realtà non solo nelle sue manifestazioni concrete e misurabili , ma come realtà intrisa di Amore, in cui tutte le cose, tutti gli esseri,  sono  profondamente legati tra loro. In questa concezione il fine non giustifica mai i mezzi, anzi il fine non è mai importante quanto la direzione dei comportamenti. La scienza deve evolversi, soprattutto la Didattica deve evolversi per non continuare a insegnare il passato, ma cominciare a guardare al futuro

Una metafora di Gibran declama: Non sappiamo apprendere dall’Aria e dall’ Acqua?       L’Aria nuota nell’ Acqua e l’ Acqua fluttua nell’ aria, poichè esse sono unite a tutta la Vita.

$ / $ / $ / $ / $ / $ / $ / $ / $

Un’ altra lezione interessante ha avuto come tema due romanzi del giovane scrittore italiano  Paolo Giordano : “La solitudine dei numeri primi” e ” Il corpo umano”.

Nel primo l’ autore racconta la storia di due ragazzi che vivono la loro storia personale e di coppia nel disagio di una solitudine disperante: sono soli come i numeri primi  nella serie infinita dei numeri …..

Nel secondo romanzo , Giordano racconta una storia ambientata in Afghanistan tra i soldati italiani che sono di stanza in quel paese. Racconta i disagi , le sofferenze, le trasformazioni che il contatto quotidiano col pericolo porta nelle vite dei soldati….

 

Oltre a queste ci sono state lezioni di diritto (illustrazione di alcune sentenze particolari) e di medicina (il doping nello sport).

 

 

Amica UTE.

Ieri,in una saletta d’ attesa dell’ ospedale , ho incontrato una cara amica ed ex collega, rimasta sola da poco tempo. Fortunatamente lei proprio sola non è mai, vista la vicinanza di figli e nipoti, ma questo può solo mitigare il senso di disorientamento che sta attraversando: la vita va totalmente riprogrammata e non è facile.

Mi son ricordata dei momenti in cui anch’ io mi sentivo come lei, come una zattera vuota alla deriva; per fortuna allora alcune ex colleghe mi si riavvicinarono e , tramite loro, presi contatto con alcune belle realtà cittadine in cui potevo inserirmi in modo costruttivo: la scuola per stranieri della Caritas , l’ UTE (università terza età) e i corsi di lingua.

Memore di quello che queste associazioni hanno rappresentato per me, ho invitato la mia amica a partecipare alle ultime lezioni dell’ UTE , con la promessa che andrò io a prenderla se nessuno potrà accompagnarla. Lei ha promesso che mi farà sapere, però quando l’ ho salutata era già un po’ meno pallida e un po’ più sorridente.

Spero che decida di unirsi a noi dell’ UTE: è un’ associazione che ha il merito di offrire la possibilità di incontri piacevoli, di ascoltare lezioni mai banali tenute da prof. qualificatissimi, di partecipare a molte iniziative culturali, turistiche e artistiche.

Alcuni hanno delle esitazioni a iscriversi perchè il nome “Terza Età” la identifica , a loro parere, come un’ istituzione per vecchi; altri invece ne sono tenuti lontano dal nome “Università” e pensano che sia riservata a persone più colte di loro. Sbagliato!!!!

Ci Sono anche persone giovani (oltre la quarantina) che frequentano  e nessuno vieta di seguire solo le lezioni che  ognuno ritiene più inerenti ai propri interessi: nessuno ti chiederà mai conto di quel che hai imparato o capito….

L’ UTE è una bella istituzione e questa di Erba, grazie al lavoro volontario e indefesso dei responsabili, ha ottenuto anche numerose attestazioni per il livello qualitativo dei suoi corsi. Spero che molte altre persone  decidano di frequentarla e sono certa che anche loro, come me, troveranno un valido aiuto per sentirsi nuovamente partecipi della vita della comunità locale e per  allontanare lo spettro della solitudine.

 

UTE: mostri infernali e olismo.

caronte                                                                      Nella letteratura antica i mostri dell’ oltretomba hanno avuto un ruolo importante: davano forma alle paure che l’ uomo ha sempre avuto ed ha tutt’ ora davanti alla morte.

Tutti abbiamo letto del Minotauro, delle Arpie, delle Furie, di Cerbero , ma ieri la prof. Alberta Chesa ce ne ha dato una lettura comparativa, ha cioè presentato la descrizione di questi mostri  attraverso i grandi poemi dell’ antichità: Iliade, Odissea, Eneide, Divina Commedia  e Orlando Furioso.

La cosa più interessante, a mio avviso , è stato notare come mentre nei poemi greci e romani i mostri  incutevano solo terrore , nella Divina Commedia essi  diventano un tutt’ uno con  la pena cui sono sottoposti i dannati  affidati alla loro sorveglianza e assumono quindi anche una connotazione morale.

Il prof. Damiani poi ci ha incantato con la lettura integrale della lettera del capo indiano Seattle al presidente degli Stati Uniti, di cui ho già parlato in un post recente.

Scritta più di 150 anni fa da uno che veniva definito “selvaggio” è il più bel documento ambientalista che sia mai stato scritto….ogni volta la sua lettura mi commuove profondamente per l’ amore  e il  rispetto  che traspare  da ogni parola, verso tutti gli esseri viventi e verso la comune Madre Terra.

Interessante anche l’ esposizione di argomentazioni sulla scienza che deve cambiare metodo di ricerca e di indagine: non può più solo basarsi su ciò che è misurabile e sperimentabile, ma deve affrontare i fenomeni con una visione globale che sola può dare significato alle singole parti .

 

 

In gita con l’ UTE.

Castello di Soncino
Cremona: Torrazzo e Duomo.

Ieri Cremona  ci ha accolto con un bel sole, che faceva risaltare le bellezza della sua splendida piazza : i marmi bianchi della facciata del duomo, i mattoni rossi del Torrazzo (115 metri di mattoni disposti in modo tanto perfetto da resistere al passare dei secoli) i portici  del palazzo del comune , davano la sensazione di trovarsi in uno dei salotti più belli di questo nostro paese così ricco di meraviglie.

Nel museo abbiamo potuto ammirare un Caravaggio e un’ infinità di quadri e affreschi di pregevole fattura. Una sezione del museo ospitava provvisoriamente anche molti esemplari di violini , soprattutto Stradivari…purtroppo il museo che li ospita abitualmente è in ristrutturazione e non abbiamo avuto modo di sentire la voce straordinaria di questi strumenti .

Nel pomeriggio a Soncino abbiamo visitato il museo della stampa, dove un arguto e arzillo “vecchietto” ci ha mostrato il funzionamento di un antico torchio, probabilmente lo stesso utilizzato più di 5 secoli fa per stampare la prima Bibbia in lingua ebraica.

Tuttavia Soncino è famoso per la sua rocca costruita dagli Sforza; questo piccolo borgo sorgeva al confine tra il Ducato di Milano e i territori dominati dalla Serenissima ed era quindi un punto strategico di difesa molto importante. Tutto il castello è ottimamente conservato  e camminando  al suo interno pare di fare un salto a ritroso nel tempo.

Anche le chiese hanno sorpreso tutti noi per la ricchezza delle opere pittoriche in esse racchiuse; tra tutte, indimenticabile è la chiesa di S. Maria delle Grazie , così dimessa all’ esterno, così isolata nella campagna e così splendidamente affrescata all’ interno.

Sono grata a chi si è speso con generosità per la realizzazione di questa uscita della nostra bella Università della Terza Età.

 

 

La voce del violino .

http://www.youtube.com/watch?v=ymKyA9Sp6E0

Uto Ughi il violinista di fama mondiale spiega su You Tube (link qui sopra) la differenza tra uno Stradivari e un Guarnieri: il primo ha una voce più argentina, da soprano, il secondo una voce più morbida, scura, sensuale , adatto a una musica romantica e passionale. Ascoltando l’ esibizione del maestro Ughi si capisce bene perchè si parla di “voce” del violino ….e non semplicemente di suono, come per gli altri strumenti musicali e viene anche da chiedersi come sia stato possibile realizzare oggetti così straordinari…

Giovedì 9 maggio andrò a Cremona con l’ UTE e lì visiteremo la città e il museo Stradivari; spero che ci sia anche la possibilità di ascoltare qualche bel pezzo musicale  per violino. Al ritorno ci fermeremo a Soncino per visitare il castello mirabilmente conservato.

Chi volesse aderire può approfittare dell’ occasione…ci sono posti disponibili.

P.S. Aggiungo qui un link per ascoltare Salvatore Accardo che suona Paganini http://www.youtube.com/watch?v=zCThQMrHMkA

 

UTE: Leone X , mecenate del Rinascimento.

La storia di Giovanni de’ Medici, divenuto poi papa Leone X, ripercorre la vita di tanti figli cadetti dei secoli scorsi. Secondogenito di Lorenzo il Magnifico, fu destinato alla carriera ecclesiastica già dal momento della nascita. Ebbe come precettore il Poliziano, accanto al quale viene ritratto in una tela del Ghirlandaio.

A 7 anni ricevette la prima tonsura, a 11 fu nominato abate di Montecassino e Morimondo a 13 divenne cardinale (nonostante le regole del tempo vietassero tale nomina prima dei 16 anni).

Quando i Medici furono cacciati da Firenze dopo la morte del Magnifico,  Giovanni si mise a viaggiare per l’ Europa fino a quando ormai trentacinquenne ritornò a Roma, dove si circondò di artisti per far rinascere il prestigio dei Medici. Si fece apprezzare da Papa Giulio II e alla morte di questi fu proclamato suo successore col nome di Leone X.

Praticò il nepotismo in larga scala per rafforzare i Medici e circondarsi di gente a lui fedele. Fu il Papa che si inventò la vendita delle indulgenze, senza capire la gravità di questa sua decisione, che scatenerà lo scisma protestante.

Lavorarono per lui  grandi artisti del nostro Rinascimento, come Raffaello e Michelangelo che produssero capolavori mirabili ancor oggi conservati nei palazzi vaticani

 Raffaello  lo ritrae seduto  a un tavolo con un libro miniato davanti a simboleggiare il suo amore per la cultura ; accanto al libro un campanello d’ argento di squisita fattura ; gli abiti sono riprodotti in modo mirabile. Il colore predominante è il rosso nelle sue più varie sfumature. Raffaello ci fa capire quanto quest’ uomo amasse il lusso e le cose belle, mentre mancano del tutto i riferimenti alla sua carica religiosa….e non credo che questo sia casuale.

 

UTE: Viaggio tra i monasteri serbi.

Monastero di Studenica

Oggi pomeriggio abbiamo trascorso due ore immersi nell’ arte, guidati con passione e competenza dalla prof. Beretta.

Avreste mai immaginato che in Serbia, terra che ha fatto da  “cerniera” tra la  civiltà bizantina e quella occidentale, esistessero testimonianze artistiche meravigliose, in cui si possono individuare innovazioni pittoriche  che ritroveremo solo un secolo dopo nei nostri Cimabue e Giotto? Per me, devo confessarlo , è stata una novità.

I monasteri serbi del XII – XIII secolo sono come piccole fortezze racchiuse entro mura circolari, addossate alle quali sorgevano gli alloggiamenti dei monaci . Al centro si innalzava la chiesa principale, cui facevano contorno a volte altre cappelle minori. L’ aspetto esterno delle chiese è sempre molto molto semplice e lineare, simile a quello delle nostre chiese romaniche (soprattutto pugliesi) di quel tempo, le quali però mantengono lo stesso stile austero anche all’ interno; entrando in quelle serbe invece c’ è da restare a bocca aperta nel vedere come ogni parete o soffitto o cupola siano completamente affrescati con pitture di rara bellezza.

Mi ha colpito l’ affresco rappresentante il momento in cui le due Marie vanno al Sepolcro e vi trovano solo un Angelo vestito di bianco, seduto sulla pietra sepolcrale, che addita loro il sudario : è un angelo che occupa la parte centrale dell’ affresco e illumina la scena , mentre le donne restano in ombra in atteggiamento di timoroso stupore. L’ affresco si discosta dalla classica pittura bizantina , caratterizzata da figure ieratiche, rigide e inespressive per dare risalto al movimento e alla espressività dei gesti e dei volti.

 

UTE: tra poesia, scienza e bella musica!!!

Oggi, pomeriggio particolarmente ricco alla nostra UTE.

Dopo un’ ora in compagnia dei poeti dialettali comaschi  e un’ altra ora tra scienza , spiritualità ed olismo, il coro dell’UTE  ci ha regalato un momento bellissimo.

Sono stati eseguiti brani famosi di Mozart, Offenbach e molti brani verdiani tratti da Traviata, Aida, ILombardi alla seconda crociata, Nabucco.

Le esecuzioni dei brani mi hanno sorpreso non pareva affatto di trovarsi di fronte a un coro amatoriale, composto da dilettanti che si ritrovano un’ ora alla settimana. Le voci si fondevano bene insieme sia nei passaggi più delicati e dolci sia quando esprimevano tutta  la loro potenza. Bravissima la direttrice del coro , sig. ra Zapparoli  , così come il pianista che accompagnava i canti .

I cori verdiani sono i cavalli di battaglia del nostro coro , che li esegue magistralmente , ma il pezzo che mi ha commosso di più è stato ” La barcarola” di Offenbach , il  brano che viene eseguito anche nel film di Benigni “La vita è bella”.  La soprano solista, che ha una voce notevole,, ha ben saputo renderne tutta la struggente dolcezza .

Venerdì 19 Aprile, il nostro coro parteciperà, a Trecate, a una rassegna di cori UTE e son certa che otterrà il successo di sempre.