Videoforum: CASA HOWARD.

Due sorelle della buona borghesia londinese diventano l’ anello di congiunzione tra classi sociali prima d’ allora (inizio ‘900) sempre nettamente separate, come vere e proprie caste. E’ una vera rivoluzione sociale che trova il proprio simbolo nella spada, per mezzo della quale è stato fondato l’ impero inglese, il più grande della storia contemporanea (intesa come periodo successivo alla Rivoluzione Francese). Essa apparteneva al padre delle due ragazze, che era stato un militare, e ora è solo un oggetto ornamentale che , dalla stanza dell’ appartamento nel centro di Londra , arriverà ad adornare le stanze nobiliari di casa Howard seguendo le vicende di Margareth, la maggiore delle due sorelle. La minore invece, più sensibile alle nuove idee e alle esigenze dei meno fortunati, avrà una relazione con un povero disoccupato e si troverà in grave  difficoltà quando dovrà tenere nascosta la sua maternità fuori dalle regole comunemente accettate.

I nobili , mentre il mondo cambia, appaiono arroccati a difendere i loro beni e i loro privilegi, anche a costo di meschini sotterfugi, ma  nulla può fermare le idee di uguaglianza che si stanno affermando.

E’ un film molto bello, sia per le ambientazioni accurate , sia per le immagini stupende, sia soprattutto per la recitazione di attori bravissimi come Vanessa Redgrave, Emma Thompson (premio Oscar per questa sua interpretazione) ed Antony Hopkins , compassatissimo e inappuntabile Lord inglese.

La trama particolareggiata del film può essere letta e gustata cliccando QUI.

Moda tra 800 e 900.

'800: abiti molto impegnativi; da notare il color mauve, il primo colore sintetico nato per errore durante un esperimento finito male.

Gli abiti ottocenteschi  evidenziavano il vitino di vespa  per mezzo di tremendi bustini con stecche di balena e  avevano gonne amplissime sostenute dalla crinolina. Durante la Belle Époque si passò a poco a poco ad abiti  meno ampi, che tuttavia mettevano in grande evidenza i drappeggi posteriori per mezzo di un ‘ imbottitura detta “cul de Paris”.

Il perfezionamento delle macchine da cucire da parte di Singer, la scoperta dei colori sintetici in Inghilterra, la standardizzazione delle taglie e la diffusione dei grandi magazzini , diedero inizio alla moda prêt-à-porter , gli abiti fatti in serie. Essi presentavano forme  più semplici e linee morbide . Continuavano però a furoreggiare i cappelli: erano vistosi, importanti , quasi uno status-symbol cui solo le più povere rinunciavano.

Ai primi del secolo nascono il tailleur per il mattino, gli abiti per lo sport e i costumi da bagno.

Certo la grande nobiltà e i reali non potevano accontentarsi degli abiti dei grandi magazzini e nacque così l’ alta moda parigina con i grandi sarti  Worth, Poiret, Fortuny.

BOLDINI: La signora in rosa.

Al museo del Duomo di Milano.

interno del museo

Oggi noi dell’ UTE siamo andati al Museo del Duomo di Milano riaperto recentemente nella sua nuova sede, sotto Palazzo Reale. Attraverso le numerose sale si può ripercorrere non solo la storia del Duomo , ma anche la storia dei luoghi di culto che sorgevano nello stesso luogo anche in epoca paleocristiana. Vi si possono ammirare arredi sacri antichissimi, un enorme crocifisso sbalzato in rame dorato, statue marmoree di varie

epoche, calchi e terrecotte che servivano da bozze per le statue che dovevano ornare il Duomo. Merita una menzione particolare il crocifisso che San Carlo Borromeo usava portare durante le processioni per le vie della città colpita dalla peste.

modello in legno del Duomo

Viva impressione ha suscitato in tutti noi il modello  del Duomo in legno , che non è proprio identico alla cattedrale , dato che è stato costruito secondo i canoni dello stile gotico, che fu poi abbandonato con San Carlo, visto che quello stile ricordava il nord-Europa divenuto protestante.

Lo sapevate? La ” Madunina” non è “tuta d’oro e piscinina” come dice la canzone di D’ Anzi. In una sala abbiamo potuto vedere l’ armatura in ferro (sostituita da una in acciaio) che sta dentro la statua alta circa 4 metri ; l’ esterno è fatto di rame dorato.

Il Duomo nella luce del crepuscolo

Siamo poi entrati in Duomo (naturalmente ci sono ancora cantieri aperti sia all’ esterno che all’ interno) e da lì siamo scesi negli scavi archeologici sottostanti al sagrato per vedere i resti dell’ antico Battistero ottagonale che sorgeva vicino all’altrettanto antica chiesa di Santa Tecla, che è servita probabilmente anche come fonte di materiali da costruzione per la nuova chiesa che stava sorgendo a poco a poco nel corso dei secoli.

La guida ci ha svelato l’ etimologia di un’ espressione che si usa ancora soprattutto nel linguaggio corrente : “a ufo”, cioè gratuitamente. Il materiale per la costruzione del Duomo arrivava a Milano su zattere che navigavano sui vari canali che arrivavano fino dentro  al cuore della città e su di esse veniva riportata la scritta “A.U.F” (Ad Usum Fabricae) che serviva  per l’ esenzione dalle tasse.

All’ uscita abbiamo potuto ammirare il Duomo nella luce del tramonto; non pioveva più ed è stato bello camminare adagio fino a Cadorna tra le vetrine già piene di addobbi natalizi.

 

Tra attualità e musica.

Oggi  lezione di diritto : le domande dei presenti hanno indotto il dr. Spagnuolo a cambiare programma ed è così che ci ha spiegato in modo chiaro e dettagliato il caso “decadenza sì-decadenza no” di Berlusconi e il caso del giorno “la ministra Cancellieri si deve dimettere?” Tutti i presenti hanno seguito con straordinario interesse la lezione, che nonostante fosse stata improvvisata è stata molto organica ed esaustiva con soddisfazione di tutti.

Subito dopo, con  la lezione di musica, la dr.sa Zapparoli ci ha fatto ascoltare le più famose arie che si cantavano nei locali di Monmartre e nei cabaret europei nel periodo sfavillante della Belle Époque. Il brano simbolo di quel tempo è il travolgente “Can-can” di Offenbach e ad ascoltarlo ritornano alla mente le scene dipinte dagli impressionisti: ballerine volteggianti, luci della ribalta, atmosfere fumose e forse forzatamente allegre.Abbiamo ascoltato brani meno noti che richiamavano alla mente certe romanze di operetta e anche quelli più conosciuti, che venivano cantati al “Salone Margherita” come “A francesa”, “Ninì Tirabusciò” o la dolcissima “A vucchella” , quest’ ultima interpretata dall’ indimenticabile voce di Pavarotti.

Oggi la sala non era molto affollata perchè il maltempo ha trattenuto a casa molti soci, ma credo che tutti i presenti abbiano canticchiato sottovoce  le belle melodie che ci sono state proposte.

 

Film all’ UTE: Jules et Jim.

Jules , austriaco, e Jim, francese, sono due giovani intellettuali che vivono a Parigi . Siamo nel 1907 in piena Belle Époque e tra i due giovani si stabilisce una forte amicizia sulla base di interessi culturali comuni: la passione per la letteratura, per l’ arte, per le amicizie femminili. Tra queste ecco apparire Catharine , una donna libera, spregiudicata, trasgressiva; i  due si lasciano un po’ tiranneggiare da lei, che diventa “il manovratore” delle loro vite. Catharine e Jules  si sposano , ma scoppia la Grande Guerra e i tre si ritrovano lontani, ma comunque vicini sentimentalmente anche se su fronti opposti. Alla fine della guerra, la giovane coppia con la bambina che è nata dal loro matrimonio si trasferisce sulle sponde del Reno, ma i tre  riescono a ritrovarsi e Jules dice all’ amico che il suo matrimonio è in crisi, che  ha paura di perdere la moglie, perciò gli chiede di diventarne l’ amante , così lei non fuggirà. Ma Jim ha già un’ altra donna , che non riesce a lasciare e Catharine si vendicherà portandolo  con sè per un ultimo viaggio in automobile che terminerà in fondo al fiume.

Truffaut ha voluto ritrarre un’ umanità disorientata dall’abbandono dei valori tradizionali, ai quali ha sostituito il senso estetico e l’ edonismo esasperato. Ci sono qua e là particolari che ricordano la Montmarte di quei tempi: il ristorante “La Galette” dove si ritrovavano gli artisti , si vede il quadro in cui Picasso si autoritrae nelle vesti di un pagliaccio insieme alla sua compagna, si vede anche un manifesto di Toulouse Lautrec.

A parte il valore artistico del film (la bella fotografia in bianco e nero, le tecniche di ripresa di grande effetto), io non posso perdonare a Truffaut il fatto di aver riempito il racconto di donne negative, in balia dei  propri capricci ; l’ unica che pare sapere cosa vuole dalla vita è la povera Gilberte, che perdona a Jim i suoi tradimenti e i suoi abbandoni pur di stargli vicino. Gli uomini appaiono quasi privi di volontà propria, come stregati dalla bella e intrigante Catharine, interpretata da una Jeanne Moreau nel pieno del suo splendore.

E’ lei ad un certo punto a cantare una deliziosa canzoncina che potrete riascoltare cliccando QUI.

UTE: arte: Montmartre e Montparnasse: la favola di Parigi all’ inizio del novecento.

Corot: Il mulino di Montmartre.

Montmartre:Il nome della località deriva forse dal latino e potrebbe significare o “Monte di Marte” o più probabilmente “Monte dei Martiri” , perchè lì fu martirizzato Saint Dénis,  il primo vescovo del luogo. Era uno sconosciuto quartiere di periferia, che non faceva parte della città di Parigi, quindi si pagavano meno tasse e gli artisti squattrinati vi potevano trovare appartamenti a buon mercato. Le case degne di questo nome erano ben poche, mentre molte erano le baracche .

Dégas: La Galette

Molti furono gli artisti che abitarono a Montmartre:  Corot, Rénoir, Dégas, Van Gogh, Toulouse Lautrec, Utrillo e Picasso solo per nominare i più conosciuti.

Essi dipingono i paesaggi circostanti e i personaggi che popolano quel quartiere in cui si mescola un’ umanità variegata e spesso ai margini della società.

Corot  dipinge  Montmartre a metà dell’ 800 e vi si vede un mulino a vento e poi la campagna (da sottolineare che solo in quell’ epoca si cominciò a dipingere all’ aperto – en plein air , come dicono i Francesi – perché erano stati inventati i colori in tubetto e quindi non si era costretti a rimanere nei propri laboratori a pestare  e mischiare sostanze coloranti diverse).

Nel 1870, dopo la sconfitta di Sédan contro i Prussiani, si comincia la costruzione della basilica del Sacro Cuore, in cima alla collina, per ricordare i caduti in quella guerra disastrosa, però essa fu terminata solo nel 1914 e inaugurata poi nel 1919, al termine della Grande Guerra (con la soddisfazione di aver battuto i tedeschi).

Toulouse Lautrec: ballo al Moulin Rouge

Con la venuta degli artisti, si cominciano ad aprire ristoranti, trattorie e luoghi di divertimento che nei fine settimana attirano anche i cittadini della vicina Parigi.

Uno dei ristoranti più famosi fu il “Moulin de la Galette” un antico mulino , frequentato per lo più da persone di basso rango; poi fu aperto nel 1889 il “Moulin Rouge” che era solo un finto mulino e nel quale non si mangiava soltanto, ma si poteva assistere a spettacoli frizzanti che culminavano con il ballo del “can can”: qui la clientela era più ricca e raffinata. Vi lavorarono soubrette molto famose , come la Goulue e Jane Avril.

Picasso si autoritrae nei panni di un clown; l' abbigliamento stride con la tristezza dei volti

Altro luogo molto frequentato dagli artisti era il “Circo Medrano”, ma anche il “Lapin agile”, che diventa un vero e proprio circolo culturale, o “Le chat noir” o il “Cabaret Mirliton”.

Toulouse Lautrec, che aveva “copiato” da Degas il modo di inquadrare il soggetto alla maniera dei fotografi, preparava i manifesti per questi locali e i suoi soggetti abituali erano perciò i protagonisti degli spettacoli che vi si svolgevano

 

UTE: Diritto internazionale – Scienze naturali .

Ore 15: Diritto Internazionale (prof. Michele Spagnuolo)

Oggi abbiamo avuto un’ interessante lezione su alcuni casi di un passato non troppo lontano, che hanno suscitato vasto clamore:

  • il caso del sequestro della giornalista  Sgrena , per la liberazione della quale morì l’ eroico Calipari;
  •  il disastro del Cermis in cui persero la vita una ventina di persone a causa di una manovra anomala di un aereo da combattimento americano proveniente dalla base di Aviano;
  • il caso di Öcalan, il capo dei curdi condannato a morte in Turchia, transitato in Italia con la speranza di ottenere l’ asilo politico;
  • il caso attualissimo dei marò italiani tenuti in prigione in India.

La concretezza dei casi ha reso la lezione particolarmente interessante, anche se abbiamo capito che in campo internazionale vale spesso la ragione del più forte.

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Ore 16: Scienze naturali : A cosa serve il sesso? (dr. Sassi)

La risposta alla domanda ci pareva fin troppo scontata e invece abbiamo imparato cose nuove :

  • La lotta per la sopravvivenza non avviene tra specie antagoniste, ma tra individui della stessa specie: la gazzella inseguita dal leone non ha come avversario il leone, ma la gazzella che corre davanti a lei e che deve cercare di superare per poter sopravvivere.
  • La sopravvivenza deve coniugarsi al successo riproduttivo per trasmettere i geni “vincenti”.
  • La riproduzione asessuale (quella dei batteri, per esempio) è molto più efficiente per la moltiplicazione di individui tutti uguali, mentre quella sessuale produce molti meno individui con patrimonio genetico diversificato e quindi sono più adattabili al variare delle situazioni.
  • La riproduzione sessuale serve a proteggersi dai parassiti !!!

Quest’ ultima affermazione è certo l’ ultima cosa a cui noi avremmo pensato come risposta da dare al titolo della lezione.


UTE:cinema : Chéri.

E’ una storia ambientata nella Belle Époque, agli inizi del 1900. Léa è una  “escort” (diremmo oggi) di alto livello , ancora bellissima; ormai ricca, è decisa  a ritirarsi a vita privata. Charlotte, una sua collega più anziana, le affida il figlio diciannovenne dedito a una vita dissoluta. Léa, che conosce il ragazzo fin dalla nascita e che lo ha soprannominato CHERI, dapprima crede di poter controllare, come sempre ha fatto nella sua vita, questa relazione : la prende come un gioco; poi però , incredibile a dirsi, si innamora ricambiata e i due vivono insieme per ben sei anni.

Charlotte a questo punto rientra in scena per dirigere la vita del figlio verso il matrimonio con una giovane, figlia di un’ altra prostituta sua amica. Chéri, obbedisce di buon grado anche se non è ancora innamorato della  fidanzata.

Léa dissimula con eleganza la sua disperazione , poi lascia la sua casa e fa perdere le sue tracce. Intanto Chéri scopre di non poterla dimenticare  e lascia la sua giovane sposa per ritornare alla vita dissoluta di un tempo. Léa , saputa la notizia della crisi matrimoniale dei due giovani, ritorna  nella sua casa e il ragazzo si precipita da lei per rivederla , ma dopo una notte di passione intensa e disperata , Chéri appare titubante di fronte alla decisione di Léa di partire insieme…..si è accorto di preferire l’ amore fresco e ingenuo della moglie. Léa capisce e finalmente riesce a superare il proprio egoismo e spinge il ragazzo verso un futuro che lei non può dargli : è troppo vecchia e se non può essere per lui la compagna di una vita, può però fare per lui un gesto da madre e lasciarlo andare. La voce narrante conclude il film dicendo che di lì a poco Cheri andrà soldato , combatterà nella Grande Guerra, sopravviverà all’ ecatombe, ma non riuscirà poi a sopravvivere al fallimento della sua vita, quando si accorgerà di aver abbandonato l’ unica donna che avesse veramente amato.

La storia ha forse qualche forzatura, ma la fotografia è stupenda e l’ ambientazione accuratissima. Ci sono immagini di una bellezza mozzafiato sia nelle scene girate all’ esterno  sia in quelle girate in ambienti che riproducono con grande fedeltà il gusto e le atmosfere dello stile liberty. I costumi poi sono di un’ eleganza raffinatissima ed esaltano in modo mirabile la bellezza di Michelle Pfeiffer ,  che interpreta il suo personaggio con estrema sensibilità e verità.

Il mondo dorato della Belle Epoque, in cui si privilegiavano l’ apparenza e la spensieratezza , finirà col franare rovinosamente sotto l’ impeto della Grande Guerra, questo è forse quanto ci vuole dire il regista inglese Stephen Frears.