A torto o a ragione – film

Ci si può dichiarare innocenti quando accadono attorno a noi ingiustizie terribili, genocidi,  oppressioni  più o meno palesi?

Questo è l’ interrogativo che pone il regista ungherese del film “A torto o a ragione” che ho visto ieri pomeriggio al cineforum dell’ U.T.E.

Nel 1946 un ufficiale americano indaga e mette sotto accusa un famoso direttore d’ orchestra che aveva convissuto col potere nazista, in nome del suo amore per la musica. La vicenda è realmente accaduta.

Inizialmente il regista dirige la simpatia e la partigianeria del pubblico verso l’ ufficiale americano schierato dalla parte delle vittime dei lager, poi nella sua foga inquisitoria si trasforma lui stesso in persecutore, adottando gli stessi metodi utilizzati negli interrogatori dei nazisti e l’ empatia del pubblico si sposta verso l’ inquisito, che dimostra di aver sì accettato tutti i benefici che la sua vicinanza al potere gli aveva procurato, ma anche di aver aiutato molti ebrei a sfuggire alla cattura, pur affermando di non aver mai saputo ciò che accadeva nei lager.

– Perchè aiutava gli ebrei a fuggire, se non sapeva nulla delle persecuzioni in atto? – è una delle domande senza risposta che l’ inquisitore rivolge all’ artista, il quale dal canto suo chiede cosa avrebbe potuto fare, visto che per lui la cosa più importante era poter suonare e far apprezzare la musica e solo rimanendo nelle grazie dei potenti questo gli era consentito.

Nelle battute conclusive l’ ufficiale americano dichiara di aver poi chiesto l’ assoluzione per  Furtwangler , il direttore d’ orchestra, che emigrerà in America, ma vedrà stroncata la sua carriera artistica.

A mio avviso il regista ci vuol dire che esiste sempre una responsabilità collettiva nelle grandi tragedie dell’ umanità, c’ è sempre chi finge di non vedere e non sapere per quieto vivere; d’ altra parte chi può dirsi innocente? Il giustiziere veste spesso anche lui i panni dell’ oppressore e ogni popolo d’ altronde ha i suoi scheletri nell’ armadio più o meno recenti.

Il torto e la ragione non sono così facilmente separabili e identificabili, spesso si mescolano tra loro e il giudizio resta sospeso …. ” A torto O a ragione” appunto.

 

 

 

Un pomeriggio interessante.

Oggi ,giornata intensa per me, nella mia veste di studentessa ultrastagionata: alle due e mezza aveva inizio sia la lezione del corso di inglese che la proiezione di un film molto interessante.

Naturalmente ho optato per l’ inglese visto che ha comportato un certo investimento economico e visto che potrebbe alla lunga facilitare la comunicazione con la parte di famiglia che parla questa lingua.

E’ la seconda lezione cui partecipo e mi son trovata a mio agio, nonostante gli altri “colleghi” siano al secondo anno di frequenza; il merito  però va ascritto all’ insegnante che è molto brava a creare un’ atmosfera simpatica e rilassata.

                                                                      ————————-

Alla fine della lezione sono corsa nel salone in cui si stava proiettando il film “Senza destino” del  regista ungherese Lajos Koltai. Naturalmente mi son persa la prima parte, tuttavia la vicenda del ragazzino che si ritrova improvvisamente in un lager  mi ha subito coinvolto.

E’ stata un’ ora di immagini suggestive e sconvolgenti che raccontano  le sofferenze per la fame e per il freddo, le umiliazioni, la brutalità cui gli internati erano sottoposti .  L’ unica nota positiva è l’ amico del protagonista che lo sprona a mantenere la propria dignità per poter resistere e poter tornare a casa, ma il ragazzino non ne ha la forza e sta quasi per soccombere di stenti, quando arrivano gli alleati a liberare i prigionieri. Riesce a tornare a casa, ma lui è molto cambiato e  il mondo che ha lasciato un anno prima si mostra indifferente perchè forse non riesce nemmeno a immaginare l’ inferno in cui lui ha vissuto.

Il giovane attore protagonista  ha interpretato magistralmente lo stupore di chi non può capire l’ assurda violenza cui è sottoposto; tuttavia credo che la parte più interessante del film sia stata proprio il finale con il  problematico ritorno a una realtà per  cui il protagonista non ha più alcun interesse.

http://www.movieplayer.it/film/articoli/olocausto-ungherese_1065/

 

Ungheria tra arte e storia.

Oggi, all’ U.T.E. (Università Terza Età), è continuato il “viaggio” nella storia e nell’ arte dell’ Ungheria.

La prima lezione ha avuto come argomento la musica di Bela Bartok , un musicista geniale per le innovazioni che ha portato al modo di trattare gli strumenti e al modo stesso di fare musica. Durante l’ ascolto dei brani, sapientemente commentati dalla relatrice, la figlia di quest’ ultima, una bambina deliziosa di circa 7/8 anni , inventava passi di danza classica con una naturalezza e una grazia incantevoli: era una gioia vederla . 

Nella seconda ora, la professoressa Chiesa ci ha raccontato la vita di due sante ungheresi : S. Elisabetta e S. Margherita, accomunate dal fatto di aver avuto una vita brevissima e di aver cercato la santità nella mortificazione corporale portata agli estremi.

Mi ha stupito ancora una volta riscontrare come in quel tempo, XIII secolo, la santità venisse intesa come ricerca della sofferenza fisica, fino alla auto-tortura, se così si può dire.

Ora mi pare giusto accettare le sofferenze che la vita ci riserva, ma mi pare grave ingratitudine verso il Creatore disprezzare e vilipendere il nostro corpo e la nostra salute che sono doni preziosi e che possono consentirci di fare tante cose buone per noi stessi e per gli altri.

 A questo link è possibile ascoltare un brano di B. Bartok.

http://www.youtube.com/watch?v=p-CmqtmHx8g&feature=related

U.T.E. : buona la prima!

Ieri, prime lezioni all’ università della Terza Età (U.T.E) .

Nel quadro di un ciclo pluriennale mirato alla conoscenza dei paesi dell’ Unione Europea, molte attività dell’ anno appena iniziato avranno come fulcro l’ Ungheria, con la sua storia, la sua letteratura e la sua cultura, che fanno di questo paese un caso singolarissimo nel nostro continente. Per questo la prima lezione ci ha introdotto alla  storia di questa terra, dalla Pannonia romana all’ anno mille con le varie ondate migratorie che hanno interessato l’ Europa tutta.

Nella seconda ora invece  un medico ci ha parlato della colonna vertebrale, o meglio del rachide, illustrando con schede molto semplici  la sua conformazione e le sue degenerazioni.

E’ stato tutto molto interessante . L’ aula era piena: le donne erano molto più numerose degli uomini e questo depone a tutto favore delle donne, che non perdono la voglia di imparare e sono sempre pronte a mettersi in discussione e a migliorarsi, mentre gli uomini forse per pigrizia  preferiscono farsi una partita a carte.

Università della Terza Età .

Non ho potuto presenziare ai due incontri di apertura delle attività dell’ Università della Terza Età che da anni funziona qui a Erba, ma venerdì scorso ho assistito, insieme ad un’ amica, allo spettacolo allestito nel corso della stagione passata dal gruppo teatrale.

Era una commedia basata sugli equivoci , dalla trama semplice che puntava sull’ efficacia espressiva del dialetto , su battute gustose e sulla bravura degli interpreti: non mi aspettavo tanta “spontaneità” e disinvoltura da attori dilettanti. Lunghi  applausi hanno salutato la compagnia alla fine dello spettacolo.

Se il risultato della frequenza dei corsi è così apprezzabile, credo che mi iscriverò, anche se non potrò frequentare  tutte le lezioni. In particolare oltre alle conferenze di storia, letteratura, medicina ecc. sono previsti corsi di inglese, di storia dell’ arte, di canto corale, un apprezzatissimo cineforum…e altro ancora.

Credo che mi informerò per bene circa le formalità e i costi e poi deciderò che cosa seguire,