Fine corso.

Oggi è terminato il corso di inglese: è stata senz’ altro un’ esperienza positiva.
Dal punto di vista dell’ apprendimento, mi ha dato l’ opportunità di organizzare il mio studio, di darmi dei punti di riferimento e di inquadrarmi le principali forme di dialogo. Certo ne devo ancora fare di strada, ma capisco qualcosa in più rispetto a un anno fa e questo mi soddisfa per il momento.
Non si può pretendere di avere la capacità e la velocità di apprendimento di quando si aveva qualche decade di meno, ma l’ importante è constatare che ci sono dei progressi.

Un altro aspetto importante è che ho conosciuto un gruppo di persone simpatiche e aperte, che amano la compagnia. Sono tutte donne che hanno figli all’ estero o che vogliono rinverdire le loro conoscenze linguistiche visto che viaggiano molto per lavoro o per turismo.
Oggi ci siamo scambiate i numeri di telefono e la promessa è di tenerci in contatto per continuare a studiare insieme e magari anche per qualche camminata in montagna.

Credo che farebbe bene a tutte le persone che come me hanno ormai molto tempo libero cominciare a imparare qualcosa di nuovo: è come trovarsi all’ inizio di una strada nuova, quando pensavi di aver già percorso buona parte di quelle conosciute.

Storia, musica e… Cina all’ UTE.

Oggi all’ UTE si è parlato di musica , storia locale e Cina.

E’ stato molto interessante il confronto tra l’ Otello di Rossini e quello di Verdi. Nella versione del genio pesarese ci sono sempre quella sua atmosfera scanzonata e quei virtuosismi canori tipici delle sua produzione musicale, ma essi non interpretano la tragedia che Shakespeare vuole raccontare. Molto più aderente allo spirito dell’ autore è invece la musica di Verdi che usa l’ orchestra come un pittore usa il pennello e sa trasmettere con gli strumenti e con le voci i sentimenti dei suoi personaggi.

La storia locale ha riguardato la storia del teatro e dei teatri nella nostra zona, fino a un secolo fa meta estiva della nobiltà milanese. Nelle maggiori e più importanti ville che risalgono a quel periodo è spesso presente un teatro, all’ interno o nel parco circostante. Per il popolo invece c’ erano frequenti incursioni nei paesi della zona da parte delle compagnie di teatranti.

Per ultimo è stato proiettato un filmato girato durante il viaggio in Cina del dr. Rigamonti, docente dell’ UTE.
La grandiosità dei monumenti , dei grattacieli, delle distanze e delle differenze tra una regione e l’ altra di quell’ immenso paese non può che lasciare sbigottiti. Tuttavia si sono potute ammirare immagini di grande bellezza.

Infine voglio segnalare come il gruppo teatrale e il coro dell’ UTE abbiano riscosso un notevole successo anche fuori sede.

UTE: Un canzese illustre, ma sconosciuto….

alessandro duroniIl nome di Alessandro Duroni , dirà ben poco a chi lo sente o lo legge, ma non dovrebbe essere così.
E’ proprio quel che si dice un “illustre sconosciuto”: nato a Canzo (comune vicinissimo a Erba) nel 1807 si trasferisce a Parigi giovanissimo per inserirsi nell’ attività di famiglia per la produzione e la vendita di strumenti ottici e di precisione. E’ in Francia che fa l’ incontro che darà una svolta alla sua vita, infatti ha modo di conoscere Daguerre che ha appena inventato il dagherrotipo, l’ antenato della moderna fotografia.

Il Duroni, tornato in Italia e precisamente a Milano, svilupperà e darà lustro a questa tecnica specializzandosi nei ritratti di personalità famose del nostro risorgimento. Il suo negozio , posto in quella che oggi è conosciuta come la “Galleria ” diventò famoso anche oltre i confini nazionali.

Anch’ io non avevo mai sentito parlare di questo canzese, ma frequentando l’ UTE di Erba si può sempre imparare .

La Via Crucis di KODER.

All’ UTE di Erba don Ivano ci ha presentato a più riprese  e commentato alla sua solita maniera appassionata e coinvolgente, le immagini della Passione di Gesù dipinte da Sieger KODER. Ecco quanto ne avevo scritto .
Le figure sono tratteggiate in modo apparentemente rozzo, quasi naif, ma hanno una forza espressiva formidabile dovuta all’ uso dei colori, al tratto marcato che dà tragicità alle scene, all’ uso sapiente di simboli e alle inquadrature originalissime. Ecco ad esempio il quadro della condanna di Gesù:

condanna-di-gesu-di-koder

Gesù è certo il protagonista della scena, ma lo si vede solo di spalle perchè con la condanna lo si vorrebbe cancellare dalla storia. Il suo corpo poi appare deformato dalla sofferenza della flagellazione, ma le sue mani gigantesche, legate e insanguinate sono lì in primo piano.
Esse dominano la scena e risaltano confrontate con le piccole mani adunche del dottore della legge che stringono ipocritamente i rotoli delle Sacre Scritture, come a giustificare, con gli antichi precetti, il verdetto di condanna che hanno emesso.
Sulla stessa linea , a destra, si vedono le mani di Pilato, immerse nell’ acqua e da esse gronda già il sangue del Giusto di cui si vuole proclamare innocente, ma il suo volto quasi pietrificato ci dice quanto possa essere vile chi cela dietro i formalismi la propria indifferenza e il proprio opportunismo.

crocifissione-di-koder

Qui, nella scena della Crocifissione, la figura di Gesù non è proprio visibile, ma il pittore dipinge ciò che Lui sta vedendo mentre, sdraiato sulla croce, il soldato (di cui vediamo il braccio armato di martello e l’ elmo) gli inchioda le mani e i piedi. Gesù vede un cielo oscurato dall’ eclissi di sole (il sole è nero) e sopra di lui gli spettatori di quel momento tragico : ci sono uomini dal sorriso beffardo mentre dicono: – Ha salvato tanti, salvi se stesso ora!- Ci sono anche degli animali, ma questi sono inorriditi, come a dire che molto spesso le peggiori creature sono proprio gli uomini.
Guardando questo quadro lo spettatore è portato a identificarsi con quel Cristo che è sdraiato sulla Croce e che non si vede . Il pittore non mostra il sangue che scorre dal corpo di Gesù, ma è proprio questo che ci fa sentire lo strazio di quel momento: sembra quasi di udire un grido….

La poesia di Tessa.

L’ esponente più importante della poesia dialettale milanese del novecento è Delio Tessa, che viene paragonato a D’ Annunzio o Ungaretti poeti suoi contemporanei.

La pobbia de cà Colonetta

L’è creppada la pobbia de cà
Colonetta: tè chì: la tormenta
in sto Luj se Dio voeur l’à incriccada
e crich crach, pataslonfeta-là

me l’à trada chì longa e tirenta,
dopo ben dusent ann che la gh’era!
L’è finida! eppur…bell’e inciodada
lì, la cascia ancamò, la voeur nò
morì, adess che gh’è chì Primavera…

andemm…nà…la fa sens…guardegh nò!

TRADUZIONE.

Il pioppo di casa Colonnetti

E’ morto il pioppo di casa
Colonnetti: ecco l’uragano
di questo luglio de Dio vuole ce l’ha fatta
e cric crac, patapunfete-là

me lo ha scaraventato qui lungo e disteso,
dopo ben duecento anni che c’era!
E’ finito! eppure…anche inchiodato
lì, germoglia ancora, non vuol
morire, adesso che viene Primavera…

andiamo…via…fa pena…non guardarlo

Questa è una poesia giovanile, ma ci sono poesie più mature e più significative, che hanno però il difetto di essere molto lunghe.

Milanin Milanon

Milanin Milanon
Oggi all’ Ute era di scena la poesia dialettale milanese e abbiamo potuto ascoltare la bella relazione introduttiva del dr. Ghioni che illustrava la biografia e la poetica dei due autori presi in consederazione: De Marchi e Barrella.

Dopo la spiegazione il sig. Gottardi ha letto benissimo alcune poesie dei due autori: Barrella è senz’ altro più divertente,ma sono riuscita a rintracciare solo la lettura di “Milanin Milanun” di De Marchi: un nostalgico ricordo della Milano antica fatta di viuzze e atmosfere familiari (Milanin) e una descrizione della nuova Milano (Milanon) che all’ inizio del secolo scorso cominciava ad attrarre gente da zone più o meno vicine e cominciava ad assumere l’ attuale volto di grande città industriale.

Milanin,_Milanon

Il link qui sopra potrà servire ai non milanesi, come me, per capire meglio la bella lettura del testo che si può ascoltare cliccando sul link in alto.

Specie invasive.

Una brava biologa (che ho scoperto essere una compagna di scuola di mia figlia) l’ altro giorno ha illustrato all’ UTE le specie invasive (flora e fauna) che recano danni ingenti all’ ecosistema ambientale autoctono.
Le foto qui accanto ne ritraggono alcuni esemplari.
Se tutti sanno quali inconvenienti siano legati alla zanzara tigre, forse non tutti sanno quali danni economici possa portare il tarlo asiatico (non c’ è la foto)che divora le piante dall’ interno e mette in pericolo i nostri boschi .
La regione Lombardia ha stilato la lista nera di queste specie e sta mettendo in atto azioni di monitoraggio e contenimento; anche i cormorani sono nel mirino e vengono abbattuti per limitare i danni alla fauna ittica dei laghi e dei fiumi.
E’ triste pensare che si possa arrivare all’ eliminazione di animali che sembrano innocui, ma là dove l’ ecosistema non riesce più a ritrovare i suoi equilibri, è giocoforza intervenire.

P.S. lo sciattolo alloctono invasivo è quello grigio che in breve porta all’ estinzione dello scoiattolo rosso nostrano.

U.T.E. : psicopedagogia: l’ adolescenza.

Due ore di psicopedagogia senza annoiarmi, non l’ avrei mai detto!
La relatrice è bravissima non solo per la conoscenza profonda della sua materia, ma anche per il modo avvincente di esporre idee non semplici, calate però sempre nel concreto degli esempi di vita vissuta.
Il punto che più mi è piaciuto è quello in cui ha parlato dell’ adolescenza, l’ età difficile per antonomasia.
Chi ha avuto figli sa quale terremoto comporti l’ adolescenza nei rapporti tra genitori e figli: questi respingono improvvisamente tutto quello che viene dai genitori , ma sanno benissimo di non essere in grado di fare da soli e questo li rende fragili e vulnerabili, propensi a prendere a modello sostitutivo qualunque figura esterna susciti la loro ammirazione , non importa se per motivi poco condivisibili.
A questo punto , diceva la relatrice,scatta la paura dei genitori che credono di aiutare i propri figli ad evitare esperienze negative, sbandierando i pericoli cui potrebbero andare incontro. Niente di più sbagliato: proprio il conflitto che divide i genitori dai figli, indurrà questi ultimi a fare esattamente il contrario di quello che viene loro raccomandato. La migliore strategia per i genitori sarà quella di accettare l’ allontanamento del figlio e di proporgli attività ed esperienze che lo mettano a contatto con modelli di adulti positivi . In questo modo gli sarà offerta la possibilità di scegliere come costruire da quel momento in poi la sua personalità e dipenderà da lui decidere quale persona vorrà essere .

Nel mio piccolo, credo di aver seguito istintivamente questa via, come genitore, tanti anni fa; non so se le mie intenzioni siano state comprese dai miei figli; quello che è certo è che non avrei saputo fare di meglio…. ed è certo anche che i miei figli mi piacciono molto così come sono diventati .