Ute: Cure palliative – Storia della seta

Quando la malattia non risponde più alle terapie, si ricorre alle cure palliative, che sono gestite da un’équipe composta da varie figure di specialisti i quali si prendono cura del paziente nella sua globalità, per assicurargli la miglior qualità di vita possibile e nel contempo dare supporto  ai familiari.

Le associazioni che si occupano di cure palliative (Ancora a Erba, Mantello a Mariano, Accanto a Como …) non possono prescindere dal volontariato, grazie al quale sono sorte e continuano ad operare.

Ogni associazione è guidata da un coordinatore che monitora  gli interventi e le problematiche ad essi connesse.

Si accede alle cure palliative in seguito a segnalazione da parte del medico di famiglia, di un ente ospedaliero  o anche di un familiare o di un conoscente del malato, mediante la compilazione di un apposito modulo. Entro le 24 ore successive alla segnalazione, viene effettuato un colloquio attraverso il quale si cerca di conoscere in dettaglio la situazione segnalata e di spiegare le finalità delle cure palliative. Successivamente  si valutano le risorse umane e ambientali di cui si può disporre. Dopo che il paziente è stato preso in carico si procede alla stesura di un progetto di assistenza individualizzato (PAI) e alla prima visita che tende ad approfondire le condizioni del paziente  e a rassicurarlo.

La benemerita opera di queste associazioni può essere effettuata sia a domicilio (ove la situazione lo consenta) o presso gli Hospice.

Lezione molto utile e interessante, condotta con chiarezza e competenza dal dr. Giuseppe D’Amico.

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STORIA DELLA SETA – Per un disguido, la lezione “Viaggiare in Cina”, è stata rinviata ad altra data e , grazie alla disponibilità della prof.ssa Alberta Chiesa, si è potuto ovviare all’inconveniente. La nostra apprezzatissima docente ci ha intrattenuto sulla storia della seta e la sua diffusione nel nostro territorio.

Già nel XIII secolo a. C. , in Cina si lavorava la seta, ma probabilmente essa era già conosciuta 7000 anni a. C. La sua lavorazione però era segreta e si potevano sì esportare i tessuti, ma non i bachi. Veniva chiamata “Via della seta” l’insieme degli itinerari di via terra o via mare attraverso i quali avveniva il commercio di questa fibra . Solo nel VI secolo dopo Cristo, due monaci riuscirono a portare  a Istanbul, le uova dei bachi nascoste dentro canne di bambù e la città diventò un centro di grande produzione della seta. Nel nostro territorio, la bachicoltura e la lavorazione della seta furono incentivate da Ludovico il Moro (il gelso in dialetto viene ancora chiamato murùn).

Al giorno d’oggi invece viene chiamata “Via della seta” un insieme di strutture finalizzate ad agevolare i commerci tra Cina e resto del mondo; l’Italia ha firmato un trattato (unico paese in Occidente) per aderire a questo progetto, che tuttavia  non ha portato grandi vantaggi.

IN BRIANZA – Come già accennato Ludovico il Moro incoraggiò la bachicoltura e la produzione della seta, ma tale attività conobbe un sensibile declino durante la dominazione spagnola, per poi riprendere vigore sotto Maria Teresa d’Austria, che ridusse le tasse a chi coltivava gelsi. Tale coltura però ridusse inevitabilmente le terre seminate a cereali e l’alimentazione della popolazione ne risultò impoverita.

Sia l’allevamento dei bachi che la successiva produzione del filo di seta era un lavoro molto duro che impegnava soprattutto le donne. Inizialmente tutto il ciclo produttivo si svolgeva nelle cascine, ma in seguito le operazioni  dalla sbozzolatura in poi furono svolte nelle filande, che sorgevano vicino a corsi d’acqua.

In tutta la nostra zona, nel corso del 1700, sorsero molti filatoi in cui lavoravano dall’alba al tramonto donne e anche bambine dai 5 anni in su. Era un lavoro durissimo: gravi erano le malattie cui le lavoratrici erano soggette ed elevata era anche la mortalità.

Con l’introduzione della lavorazione del cotone, l’industria serica entrò in crisi e nel comasco resistono solo le seterie che producono tessuti di gran lusso, per i quali sono famose nel mondo della moda.

Un grazie particolare ad Alberta da tutta l’UTE!!!

 

Ute: – L’Adelchi – La Resistenza

ADELCHI – Dopo un breve cenno alla formazione culturale di Manzoni e al contesto storico in cui è vissuto, il prof. Galli ci ricorda che la tragedia dell’Adelchi è stata scritta nel 1822, cioè subito dopo i primi moti carbonari finiti con la morte o l’imprigionamento dei patrioti e vuole essere quindi un modo per parlare a coloro che sperano nell’aiuto straniero per liberare l’Italia dal dominio austriaco.

La vicenda dell’Adelchi si svolge nell’ottavo secolo, durante la guerra tra Franchi e Longobardi. Adelchi è il figlio di Desiderio, re dei Longobardi, e fratello di Ermengarda che, data in sposa a Carlo Magno e poi ripudiata, muore di dolore. Desiderio viene sconfitto e fatto prigioniero, Adelchi ferito gravemente prima di morire consola il padre: non avrà più il potere di infliggere sofferenze ai suoi simili.

Di questa tragedia, vengono sempre ricordati, a ragione, i due cori: “Sparsa le trecce morbide …” che commenta la vicenda umana e la morte di Ermengarda (figlia di oppressori e diventata vittima di oppressione) e “Dagli atri muscosi, dai fori cadenti…” che ammonisce i patrioti italiani: ogni popolo deve conquistare da sè la propria libertà.

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Il prof. Cossi quest’anno ci invita a riflettere sull’origine della Resistenza, da molti considerata un secondo Risorgimento. A tal fine non si può prescindere dal ricordare il contesto in cui tale movimento popolare è nato, perciò il nostro docente ricorda la situazione italiana alla fine della Prima Guerra Mondiale: la delusione dei reduci, gli scioperi che spaventavano gli imprenditori, la fondazione da parte di Benito Mussolini  dei Fasci Italiani di Combattimento.

Poi velocemente ci vengono ricordate le tappe più significative di quel triste ventennio: 1921 nasce il Partito Fascista, 1922 la marcia su Roma e la nomina di Mussolini a primo ministro, che governa fino al 1924 con una coalizione e con la legittimazione dello squadrismo. Nel 1924 si ha la svolta decisa verso il totalitarismo con l’uccisione di Matteotti, di cui Mussolini si assume ogni responsabilità. Nel 1925 vengono aboliti tutti i partiti tranne il Partito Fascista.  La guerra di Etiopia (1935/36) viene punita da Francia e Inghilterra con le sanzioni e questo spinge Mussolini verso l’alleanza con Hitler con conseguenti leggi razziali. La guerra del 1940 segna l’inizio della fine di Mussolini, che verrà destituito e arrestato dopo il Consiglio del 25 luglio 1943.

Alcuni storici parlano del Fascismo in Italia come di un totalitarismo imperfetto dato che formalmente il re continuava ad essere il capo dello Stato (ma era completamente sottomesso a Mussolini, infatti controfirmava ogni suo atto) e la presenza della Chiesa che inizialmente non era troppo ostile a Mussolini (poi le fu tolta l’educazione giovanile e le cose cambiarono).

La lettura di alcuni documenti dell’epoca hanno ben evidenziato il carattere violento, illiberale e razzista del Fascismo e nessuno può cercare di alterare la verità storica.

Grazie prof. Cossi!

 

 

UTE: La Cina al tempo di Matteo Ricci: problemi morali e religiosi – EUROTEX

Matteo Ricci,  come missionario, ha avuto un approccio del tutto nuovo con il mondo al quale voleva portare il messaggio evangelico.

Troppe volte, nella storia, si è creduto opportuno diffondere il Vangelo con l’imposizione e con la brutalità, stravolgendone il messaggio. Il nostro gesuita invece vuole cercare nella cultura cinese un punto d’incontro con il Cristianesimo, perciò si dedicò allo studio prima del Buddismo e poi  del Confucianesimo.

Confucio (VI-V secolo a. C.), in vita, ebbe un discreto numero di discepoli, ma il suo insegnamento si diffuse soprattutto dopo la sua morte. Egli elaborò una serie di massime morali per la realizzazione di sé in armonia con la costruzione di una prospera società umana . Lasciò un grande segno nella cultura cinese e i suoi insegnamenti si diffusero in molti altri paesi orientali.

Ricci e i suoi gesuiti tradussero le opere cinesi in latino e i testi greci e latini in cinese e diffusero in Europa gli scritti che riportano gli insegnamenti di Confucio, riconosciuto non come capo religioso, ma come autore di insegnamenti morali validi a ogni latitudine.  Ricci riuscì ad avere contatti anche con l’imperatore, che non era sfavorevole alla religione ritenendola utile anche per l’esercizio del potere. Tra le opere lasciateci dal gesuita, quella più significativa dal punto di vista religioso è “Il senso reale del Signore del Cielo” in cui l’autore dialoga con un intellettuale confuciano conducendolo pian piano a riconoscere l’esistenza di un unico Dio e la vicenda terrena di Gesù.

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EUROTEX – In questa sua seconda presentazione, il dr. Masiero ci ha introdotto nel mondo sconosciuto e affascinante della produzione di tessuti veramente particolari attraverso l’operazione del FINISSAGGIO, termine con cui si indicano tutti procedimenti che tendono ad abbellire  i tessuti.

finissaggio-tessuti-770x513Attraverso molte diapositive abbiamo potuto ammirare la complessità dei macchinari e delle tecniche che vengono utilizzate per creare stoffe elastiche, lucenti, sottili e impalpabili o robuste e resistenti.

La legislazione europea impone severi criteri per la sicurezza e la non nocività di tutta la filiera produttiva e a tale scopo le ditte devono dotarsi di certificazioni rilasciate dopo controlli semestrali.

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Ute: Tintoria filati Sala – La matematica nella vicenda umana

CENNI STORICI -La Tintoria Sala, nata nel 1904, si stabilisce prima a Briosco , poi a Lurago e infine a Merone ed ha un notevole sviluppo negli anni del boom economico.

Nel 1970, il dr. Franco Sala, il nostro relatore, entra in azienda dopo aver fatto esperienze fondamentali in Germania. Il padre, tuttavia, lo inserisce nell’organico ai livelli più bassi, per consentirgli di imparare a conoscere a fondo l’azienda e il processo produttivo.  All’arrivo della crisi internazionale, si cerca di tamponare la situazione introducendo con successo  filati innovativi. Attualmente l’azienda tratta filati ignifughi per navi ed aerei.

LE TINTURE -Già nella preistoria l’uomo ha sentito il bisogno di riprodurre i colori, utilizzando estratti vegetali o derivati dal mondo animale attraverso processi di lavorazione molto lunghi e costosi. Solo  nel 1856 viene trovato il modo di produrre colori artificiali in tempi brevi e con costi contenuti. Nel 1992 la normativa europea impone nuovi protocolli di produzione dei coloranti a tutela della salute dei consumatori: oggi i coloranti sono totalmente innocui.

LA PRODUZIONE – Nel 1946 venivano usate ancora le antiche vasche di rame, poi sostituite nel 1950 da macchinari in acciaio inossidabile con minor consumo di acqua e meno inquinamento. Nel 1984 l’azienda  informatizza alcuni settori di produzione e negli stessi anni si dota di un impianto di depurazione dell’ acqua; tale impianto viene potenziato nel 2000 e le acque possono essere riutilizzate.

Fa parte del complesso industriale anche  un efficiente laboratorio di analisi chimiche. L’azienda ha ricevuto molti riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale.

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LA MATEMATICA  NELLA VICENDA UMANA .

Il dr. Luca Galoppo cerca di sfatare l’idea abbastanza comune che solo alcuni privilegiati abbiano la capacità di capire la matematica. In realtà noi cominciamo a contare fin dalla nascita, perché una parte del nostro cervello è riservata alla matematica. E’ stato provato che anche alcuni animali sono in grado di contare entro certi limiti.

Si è cominciato a parlare di matematica come scienza già presso i Babilonesi (2500/3000 a. C): essi infatti ricorrevano ad operazioni di calcolo nella misurazione dei terreni, nella navigazione, nei commerci, nel calcolo di aree e volumi e utilizzavano strumenti in uso ancora oggi. Cominciarono a misurare gli angoli in base 60 (cosa che i computer non possono fare) per ragioni pratiche e religiose.

La geometria, come dice la parola stessa, nacque per misurare i terreni; a questa operazione erano addetti gli arpedonati (cioè annodatori di corde), che riuscivano anche a calcolare le circonferenze.

I Greci ereditarono dai popoli orientali questo patrimonio di conoscenze e lo riordinarono. Il terzo secolo a.C. fu l’epoca d’oro della matematica ellenica (Pitagora, Archimede…).

I numeri che usiamo oggi nacquero in India, ma furono introdotti in Occidente dagli Arabi insieme al valore posizionale delle cifre e allo zero.

Nell’architettura e nella scultura è evidente il rispetto delle proporzioni, cioè dell’armonia tra le misure.

I numeri possono essere naturali, relativi, frazionari, irrazionali (3,14), immaginari (come la radice quadrata di -1). Il cellulare funziona con la meccanica quantistica basata su numeri immaginari.

La discalculia dipende da una situazione mentale particolare che non consente la memorizzazione delle cose schematiche.; oggi la tecnologia consente di ovviare a questo problema

Mi pare molto utile cercare di vedere la matematica con occhi più benevoli, cercando di sfatare pregiudizi abbastanza diffusi.

 

L’UTE per il sociale.

Fa parte del DNA dell’UTE di Erba mettersi in ascolto  delle richieste di sostegno che vengono dal territorio e  accoglierle cercando di rispondere con iniziative ad hoc.

E’ in questo contesto che il 1° Dicembre prossimo si terrà un concerto con la partecipazione del M.° Fedeli, della sua formazione musicale e  del suo preziosissimo Guarneri, che da quasi tre secoli ci regala la sua voce ineguagliabile.

Saranno sul palco anche i gruppi musicali della locale scuola media Puecher con i propri bravissimi insegnanti, il cui lavoro è stato più volte segnalato e premiato anche in campo nazionale.

Il ricavato della serata  verrà devoluto al progetto OASI per ragazzi autistici del territorio erbese. Si auspica una partecipazione numerosa e “generosa”!!!

concerto natale 2023

 

ute : Erba diventa città – Eurotex-

La professoressa Alberta Chiesa da molti anni collabora con l’UTE condividendo con noi il frutto delle sue ricerche storiche; oggi ci ha parlato di quanto è andata riscoprendo negli archivi cittadini sulla costituzione del  comune di Erba e sul conferimento del titolo di città.

Tra la fine dell”800 e l’inizio del ‘900, Erba comincia a trasformarsi da centro agricolo a centro industriale e commerciale con la nascita di diverse imprese.

Nel 1906 si ha l’unificazione tra i due comuni di Erba e Incino e si hanno le elezioni cui partecipano 368 votanti (la legge elettorale del momento riconosceva il diritto al voto solo agli uomini con un certo censo). Viene eletto sindaco Luigi Zappa al quale succedono poi, Battista Bartesaghi (1911), Angelo Bassi (1914) e il sindacalista Giussani (1920) che introduce molti provvedimenti a favore dei più poveri nel campo dell’istruzione e della sanità, ma per questo deve aumentare le tasse, cosa che lo rende impopolare. Nel 1922 vengono richieste le sue dimissioni e nel gennaio 2023, con l’avvento del fascismo, il Municipio viene invaso e il sindaco Giussano è costretto a dare le dimissioni. Gli subentra un commissario prefettizio a cui seguono nella carica di podestà, fino al 1945, Pietro Frigerio e Pietro Airoldi.

Nel 1928 al comune di Erba-Incino vengono associati  altri cinque comuni limitrofi (Arcellasco, Parravicino, Crevenna, Buccinigo, Cassina Mariaga) e assume le dimensioni attuali.

Nella seconda metà del Novecento, l’agricoltura scompare quasi del tutto, mentre sorgono numerose imprese, commerciali, industriali e artigianali. E’ un periodo di benessere diffuso e vengono realizzate numerose opere pubbliche. Nelle aziende cittadine sono impiegati più di 3300 dipendenti

Nel 1969 il Consiglio Comunale approva la delibera con cui si chiede  per Erba il riconoscimento del titolo di “città”, titolo che viene concesso nel 1970 con un decreto firmato dall’allora Presidente Saragat.

I festeggiamenti vennero però rinviati di un anno, in attesa che si completasse la ristrutturazione di Villa Majnoni, nuova sede del Comune.

Come sempre, l’intervento della dr.ssa Chiesa è stato particolarmente apprezzato dai soci per la sua chiarezza espositiva e per la ricchezza della documentazione.

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EUROTEX -Il dr. Masiero oggi ci ha parlato della sua azienda che si trova in Via Milano. Nel 1998 l’azienda originaria che si occupava di macchine per l’industria tessile, si trasforma e comincia ad occuparsi di lavorazioni particolari sui tessuti, con estrema attenzione alla sostenibilità, alla sicurezza e alla solidarietà (Vedi Codice Etico sul sito della ditta).

Dopo questi primi cenni alle caratteristiche dell’azienda, il dr. Masiero ci ha spiegato schematicamente quali e quanti tipi di fibre tessili esistono e il ciclo di lavorazione che consente di arrivare dalla materia prima al tessuto finito.

E’ un mondo molto complesso e chi lavora con successo in questo settore possiede certamente competenze di altissimo livello.

In questo pomeriggio l’Ute ci ha offerto l’occasione di conoscere meglio la nostra città.

 

 

UTE: La lingua cinese – Il grano dal campo alla tavola.

Dopo averci parlato dell’aspetto geografico della Cina, la prof. Miryam Colombo oggi ci ha illustrato alcuni aspetti della lingua cinese, così diversa dalla nostra.

In Cina si parlano diverse lingue, ma quella prevalente è quella parlata dal 92% della popolazione di etnia HAN (in cinese: 汉族)  che vive nella parte centro-orientale del Paese. Il restante 8%  è composto da 55 etnie diverse che parlano lingue diverse, spesso influenzate dalla lingua parlata nei territori con cui confinano.

La lingua standard, quella fissata dalle regole grammaticali, sintattiche e ortografiche, è utilizzata nei documenti ufficiali e nei mezzi di comunicazione; essa è anche parlata nella zona di Pechino e viene insegnata nelle scuole, ma in genere la lingua parlata dalla popolazione cinese è diversa da quella standard.

La lingua cinese si basa su 418 sillabe rappresentabili con un carattere e ognuna di esse ha un significato preciso; le sillabe però possono essere pronunciate con 4 toni diversi assumendo anche significato diverso. La caratteristica tonale della lingua cinese fa sì che la metà dei suoi musicisti possegga l’orecchio assoluto (capacità di riconoscere una nota al solo sentirla suonare) , cosa invece molto rara qui da noi.

Proprio per le caratteristiche della loro lingua, i cinesi sono molto appassionati ai giochi di parole; il loro numero sfortunato è il 4 la sua grafia richiama la morte (per i latini era il XVII perchè anagrammando le lettere si può formare la parola VIXI= ho vissuto)

I figli prendono il cognome dal padre, mentre il nome viene composto utilizzando a piacere delle sillabe.

Scrivere in cinese non è semplice: esistono 56.000 caratteri diversi, ma normalmente se ne utilizzano 5/6000. Durante la vita scolastica se ne possono imparare 3mila o 3500 e si continua a impararne tutta la vita.

In Cina ci si dà del tu, ci si saluta chiedendo “come stai?” e non si danno baci o abbracci.

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IL GRANO DAL CAMPO ALLA TAVOLA .

E’ stato un interessante excursus nel mondo del grano e della pasta quello che ci ha presentato oggi il giovane docente Simone Frigerio.

A partire dai tipi di grano (tenero per panificazione, duro per la pasta), per passare alle parti che costituiscono un chicco di grano e arrivare al processo produttivo della  pasta.

Per ottenere una buona pasta occorre selezionare il grano migliore, che viene setacciato per eliminare le impurità, poi si passa alla macinatura a pietra o meccanica; si ottengono così vari tipi di farina adatti a produzioni diverse.

L’Italia  produce grano duro al sud e grano tenero (poco perchè non remunerativo) al nord. Siamo i più grandi produttori di pasta al mondo, e ogni italiano consuma 23 kg. di pasta ogni anno.

UTE: Le tragedie di Manzoni – La Cina al tempo di Matteo Ricci: il governo

Nel riprendere il discorso sul Manzoni, il prof. Galli ricorda brevemente alcune note biografiche riguardanti lo scrittore, che dopo una giovinezza un po’ scapestrata arriva alla conversione al cattolicesimo  (di impronta giansenista), che segnerà una svolta decisiva nella sua vita e nella sua produzione artistica.

Aderisce al romanticismo, ma terrà sempre presenti tre criteri: il VERO (fedeltà alla verità storica che l’artista può arricchire con sentimenti ed emozioni), l’UTILE (formare coscienze religiose e morali) e l’INTERESSANTE (coinvolgere un pubblico più vasto – la borghesia). Nelle sue opere si fondono illuminismo, romanticismo e cristianesimo.

Tra il 1815 e il 1822 scrisse gli “Inni Sacri” e le “Odi Civili”; tra queste ultime sono da ricordare il “5 Maggio” e “Marzo 1821”.

Per raggiungere un pubblico più vasto, Manzoni pensa che il teatro sia utile allo scopo e scrive le sue tragedie, in cui alla verità storica unisce le sue invenzioni e dove il “coro”, tipico delle tragedie greche, ha il compito di esprimere i commenti e il pensiero dell’autore stesso.

Dopo questa premessa, il nostro docente ci riassume la vicenda storica del “Conte di Carmagnola”, capitano di ventura al soldo del granduca di Milano e poi di Venezia. Accusato di tradimento (accusa non condivisa dal Manzoni) verrà decapitato. Appartiene a questa tragedia il coro famoso soprattutto per il suo incipit (S’ode a destra uno squillo di tromba …), ma  dolorosamente attuale nella sue strofe finali:

….

  Stolto anch’esso! Beata fu mai
gente alcuna per sangue ed oltraggio?
Solo al vinto non toccano i guai;
torna in pianto dell’empio il gioir.
Ben talor nel superbo viaggio
non l’abbatte l’eterna vendetta;
ma lo segna; ma veglia ed aspetta;
ma lo coglie all’estremo sospir.
16.  Tutti fatti a sembianza d’un Solo,
figli tutti d’un solo Riscatto,
in qual ora, in qual parte del suolo,
trascorriamo quest’aura vital,
siam fratelli; siam stretti ad un patto:
maledetto colui che l’infrange,
che s’innalza sul fiacco che piange,
che contrista uno spirto immortal!

La guerra, dice il Manzoni come papa Francesco oggi, è sempre una sconfitta per tutte le parti coinvolte, che dovrebbero riconoscersi come fratelli e figli di uno stesso Dio.

Chi volesse rileggere l’intero inno, può cliccare QUI

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LA CINA AL TEMPO DI MATTEO RICCI: IL GOVERNO.

Come già detto, Matteo Ricci, il gesuita che per primo cercò di portare il Vangelo in Cina, comprese che la sua impresa poteva avere qualche speranza solo se fosse riuscito a innestare il suo annuncio nella cultura e nella civiltà di quel popolo antico. Per questo, studia le istituzioni che in quel momento governano i popoli sottoposti all’impero cinese, governato dalla dinastia Ming.

Il Celeste Impero (così veniva definita la Cina) si reggeva su un sistema assimilabile al nostro feudalesimo, la cui origine può essere datata intorno al 221 a. C. (secondo il parere di Matteo Ricci), quando qui da noi imperversavano le guerre puniche.

C’era a capo un sovrano assoluto, che affidava il governo delle varie province ai “mandarini”, burocrati appartenenti alla nobiltà, appositamente istruiti.

Al giorno d’oggi, in Cina il nome di Matteo Ricci è ancora tenuto in grande considerazione, mentre nessuno ricorda Marco Polo, forse perchè il mercante veneziano appartiene al periodo dell’invasione mongola, che i Cinesi hanno subito con grande umiliazione.