La gente seduta sull’erba o su sgabelli sta aspettando l’arrivo del Papa. Dagli altoparlanti viene diffusa musica allegra intervallata da canzoni ben eseguite da giovani cantanti.
L’atmosfera è festosa.
Intanto continua ad arrivare gente da ogni dove. Passa davanti a noi un gruppo di bambini segnati nel corpo da una natura matrigna o da malattie forse troppo rare per essere curabili. Li guardo e mi si stringe il cuore per la loro fatica di vivere, per la loro sofferenza e per la sofferenza di chi li accudisce ogni giorno. Distolgo un attimo lo sguardo e vedo nel settore vicino due volti rigati di lacrime: qualcuna di quelle carrozzine rievoca forse un ricordo troppo doloroso ed esploso senza poter essere dissimulato.