In nome di Dio vi prego, vi scongiuro, / vi ordino: non uccidete! / Soldati, gettate le armi… / Chi ti ricorda ancora, / fratello Romero?
Ucciso infinite volte / dal loro piombo e dal nostro silenzio. / Ucciso per tutti gli uccisi; / neppure uomo / sacerdozio che tutte le vittime / riassumi e consacri.
Ucciso perché fatto popolo: / ucciso perché facevi / cascare le braccia / ai poveri armati, / più poveri degli stessi uccisi: / per questo ancora e sempre ucciso.
Romero, tu sarai sempre ucciso, / e mai ci sarà un Etiope / che supplichi qualcuno / ad avere pietà. / Non ci sarà un potente, mai, / che abbia pietà / di queste turbe, Signore? / nessuno che non venga ucciso? / Sarà sempre così, Signore?
(Padre Davide Maria Turoldo)
La poesia è stata scritta in omaggio all’arcivescovo di San Salvador , Oscar Romero, ucciso nel 1980, mentre celebrava una messa. Vivendo tra la sua gente aveva potuto constatare quanto feroce fosse lo sfruttamento dei poveri da parte delle grandi famiglie latifondiste e cominciò a denunciare tutte le violenze perpetrate contro di loro.
Ieri Papa Francesco ha sbloccato la sua causa di beatificazione, ponendo fine al lungo silenzio della Chiesa di Roma . Dopo i numerosi “segni” e gesti rivoluzionari del nuovo Papa, ora cominciano ad arrivare anche decisioni innovative: pochi giorni fa l’ istituzione di una commissione per rinnovare la struttura e il funzionamento della Curia Romana e ora la giusta rivalutazione di un vero martire della fede che ha saputo testimoniare il suo amore per i poveri fino al sacrificio della vita.