Da tanti anni conosco una cara ragazza che viene dall’Ucraina e che è il mio angelo custode quando sono in difficoltà.
Ha studiato in Russia quando ancora esisteva l’URSS, parla russo e ricorda con un po’ di nostalgia i tempi in cui, finiti gli studi, il partito al governo ti indicava dove andare a lavorare e non avevi l’incubo della disoccupazione. Ha sempre guardato con benevolenza alla Russia e l’ invasione del febbraio scorso l’ha sconvolta: come può essere spiegata questa aggressione di un popolo da sempre amico? Perchè tanta crudeltà negli attacchi? Perchè distruggere le città e accanirsi contro i civili?
L’ultima volta che ci siamo incontrate le ho detto che ogni sera, quando mi ritrovo nel mio letto, al caldo, con la possibilità di leggere alla luce dell’abat-jours, senza la paura che un missile mi caschi sopra le tesata mentre dormo, mi viene da pensare agli Ucraini che resistono al freddo , al buio e in sistemazioni di fortuna. E lei mi ha risposto: – Sai cosa dicono i miei parenti in Ucraina? “Tutte le nostre sofferenze sono nulla in confronto a quello che stanno vivendo i nostri uomini sul fronte, nel fango delle trincee, sotto la neve giorno e notte e sotto il fuoco nemico. A questo punto nessuno più vuole sottostare a Putin, resisteremo fino alla morte”.-
Stando così le cose, certamente un giorno finirà questa guerra come finiscono tutte le cose di questo mondo, ma mi viene da chiedere con sempre più angoscia: Quando?