Condivido quanto si legge in questo articolo di Avvenire sui terribili fatti accaduti nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere.
Nel venirne a conoscenza, mi sono sentita subito accapponare la pelle per la violenza inaudita messa in atto da “servitori dello Stato”, che dovrebbero garantire l’incolumità dei carcerati; poi, immediatamente dopo, mi sono chiesta: come mai se ne è venuti a conoscenza solo ora, a un anno di distanza?
Leggendo l’articolo si capisce che ci sono stati dei tentativi di depistaggio e qui vengono in mente i fatti di Genova alla Diaz, il giovane Cucchi, le tante stragi irrisolte che scandiscono la nostra storia recente: il nostro è un paese in cui la verità si fa spesso strada con grande fatica.
Se questa volta si riuscirà a fare luce su quanto è accaduto, sarà perché sono coinvolti solo agenti penitenziari e, forse, qualche dirigente carcerario e non “alti papaveri” o interessi oscuri.