La guerra ha sempre scatenato la parte bestiale che c’è nell’uomo: il fatto di vedere ogni giorno la morte in faccia, di sentire che la propria vita è appesa a un filo sottile che ogni momento può spezzarsi, anestetizza l’anima di fronte al dolore e all’orrore.
Oggi accade quello che è sempre accaduto: distruzioni, torture, stupri, violenze di ogni genere anche contro gli indifesi, sciacallaggio per impossessarsi dei beni dei morti o dei profughi… Affiora dalle oscurità dell’anima e della mente la ferocia più sconvolgente.
L’uomo, che oggi può dominare lo spazio attorno al pianeta e oltre, che può scrutare l’infinità del cosmo o l’infinitamente piccolo della materia, non è molto diverso dall’uomo che accendeva il fuoco scheggiando insieme due pietre.
La guerra è sempre una regressione dell’uomo, una negazione del progresso e della civiltà.