Nell’ambito degli eventi per la Pace, ieri sera all’Excelsior, dopo la preghiera per l’unità dei cristiani con la partecipazione di un pastore protestante e di un prete ortodosso, si è esibita Lucilla Giagnoni in una emozionante riflessione sulla “Pacem in terris”.
Risentire la voce di Papa Giovanni XXIII nel suo indimenticabile “discorso alla luna” è sempre commovente e ci ha fatto tornare alla mente un papa che si è atteggiato a padre e non più a principe della Chiesa, un papa che ha saputo farsi vicino a tutti e in particolare a chi soffre, un papa che in pochi anni del suo pontificato ha rivoluzionato la Chiesa per renderla più aderente alle nuove realtà.
Nella sua ultima enciclica, Papa Giovanni non si è scordato dei diritti di nessuno, nemmeno di quelli delle donne, da troppo tempo dimenticate, da troppo tempo relegate a ruoli di subalternità e mai prese in considerazione .
Non si può disgiungere il concetto di Pace da quello di giustizia e l’enciclica di Papa Giovanni lo ribadisce, allargando il suo sguardo sul mondo che non può trovare la pace finchè non ci sia per tutti un lavoro che dia dignità, finchè non ci sia per tutti la possibilità di accedere all’istruxzione ( e qui la Giagnoni ha letto un brano del discorso di Malala all’ONU), finchè non siano abbattute le barriere che il rinascente razzismo innalza tra simili.
Nella sua coinvolgente riflessione la Giagnoni ha ripercorso cinquant’anni di storia recente e ha richiamato le personalità che più hanno segnato questi anni: Martin Luther King e Rosa Parks,Mandela, Adriana Zarri, la teologa-eremita, Simon Veil, Etty Illesum e le giovanissime donne, come Malala e Greta, che oggi hanno il coraggio di parlare al mondo per additare ai potenti degli obiettivi non più rinviabili se si vuole dare una chance al futuro.
Profonda è stata poi la commozione che mi ha preso al sentire declamare le parole di Ecuba per la morte di un bambino, suo nipote: nello strazio di quelle parole che vengono dalla profondità del tempo (sono state scritte 2500 anni fa), eppure così attuali e così vere c’è tutto il dolore di chi si vede strappare un figlio e l’orrore per le atrocità di tutte le guerre.
Questa mia sintesi è ben poca cosa e non può dare l’idea di quanto sia stato davvero emozionante ascoltare l’attrice-autrice che ieri sera ha saputo tenere alta l’attenzione dell’uditorio con la sola suggestione della sua voce su un palco completamente spoglio. A lei e agli organizzatori dell’evento va un mio sentito ringraziamento per averci fatto ricordare la grandezza di un Papa che ha segnato una svolta importante nella storia della Chiesa e non solo e per aver portato ad Erba una grandissima donna di spettacolo.