“In termini tecnici si chiama psicostasia, la cerimonia dell’antica religione egizia a cui, secondo il Libro dei morti, veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all’aldilà. Sicuramente ne avrete già sentito parlare con lespressione pesatura del cuore, o pesatura dell’anima.Si tratta di uno dei passaggi che l’uomo dell’Antico Egitto doveva affrontare, dopo la sua morte, per raggiungere i Campi dei Giunchi. Il Dio Anubi accompagnava il defunto nella sala del tribunale di Osiride (la sala delle due Maat) dove, alla presenza di quarantadue giudici, doveva affrontare il giudizio divino.Anubi, a volte sostituito da Horus, deponeva il cuore del defunto su un piatto della bilancia, mentre sull’altra veniva posata una piuma, simbolo della Dea Maat e rappresentazione della giustizia e dell’equilibrio cosmico……”
Questa antica credenza degli Egizi, testimonia che l’uomo ha sempre sentito la necessità di pensare che non tutto debba finire nel momento in cui esaliamo l’ultimo respiro e che le nostre opere hanno un valore, un segno positivo o negativo.
Sulla bilancia pesava il male fatto, ma io credo che solo pochi fanno il male con la precisa intenzione di nuocere, mentre molti non colgono le occasioni di bene che trovano sul loro cammino, senza sentirsi in colpa, ma forse questo bene non fatto potrà “pesare” di più del male compiuto.