Mi risveglio in una mattinata tipicamente autunnale: una pioggia leggera e insistente cade silenziosa e monotona, mentre una nebbia sottile offusca il panorama.
Questa nebbia ha uno strano effetto tridimensionale: mette in evidenza la distanza degli elementi del paesaggio, infatti dagli strati bassi, più densi, affiorano le cime degli alberi e delle case in modo che quelli più vicini appaiono come ombre più nette e più scure mentre le altre sagome diventano via via più sfumate man mano che la distanza si fa più marcata.
Nell’ orto restano malinconiche piantine di pomodoro con frutti che non matureranno mai e nel giardino un tagete gigante, seminato forse troppo tardi, si ostina a mostrare l’ unico fiore, che è riuscito a sbocciare, e tanti boccioli, da giorni in vana attesa di un raggio di sole che li convinca a fiorire. Lì accanto le belle di notte, ingannate dalla mancanza di luce, non si sono ancora chiuse.
E’ già mattino inoltrato, ma in casa è buio e dovrò decidermi ad accendere le luci….. siamo ormai in pieno autunno, stagione che amo nelle giornate di sole per i suoi colori , ma che in giornate come questa fa venire un po’ di malinconia.