Se ripenso ai primi tempi della pandemia, ricordo con angoscia la sensazione di abbandono totale in cui malati , medici e popolazione in genere erano precipitati. Se ti ammalavi non restava che chiuderti in casa, sperare che qualcuno ti portasse qualcosa da mangiare e che il tuo fisico fosse abbastanza forte da reagire positivamente, mentre vedevi intorno tanti morire senza possibilità di aiuto.
Quando sono stati messi a disposizione i vaccini, sentivo che molte regioni si erano prontamente attrezzate per proteggere subito anziani e fragili, mentre qui da noi, in Lombardia gli hub vaccinali (poi molto efficienti) sono stati allestiti con almeno un mese di ritardo; e intanto la gente continuava a morire.
Certo la situazione era nuova, non era stato possibile prevederla, ma io credo che in quelle circostanze qualcosa di meglio si sarebbe potuto fare: in certe regioni, ricordo, si era prontamente allestito un servizio di medici che andavano a domicilio per assistere quelli che non potevano essere ospedalizzati o che, pur molto malati, non necessitavano di ricovero. Qui solo qualche telefonata, se eri stato fortunato nella scelta del medico di base, ma per il resto tanta inefficienza e confusione di idee, come rilevato anche da un’inchiesta ufficiale.
La gente però pare non ricordare tutto questo e si appresta a riconfermare un governatore che non ha certo brillato e che rappresenta una coalizione che, in 28 anni di governo ininterrotto, non ha fatto che privilegiare la sanità privata ospedaliera a scapito di quella territoriale pubblica.
Pensiamoci quando andremo a votare, non mettiamo per inerzia la croce sempre sullo stesso simbolo solo perché pensare è troppo faticoso.