Roma ha talmente tanti tesori artistici, archeologici e religiosi che chi intende visitarne almeno una infinitesima parte deve rassegnarsi a mettersi le gambe in spalla e …camminare. Questo per una persona giovane e baldanzosa non è certo un problema, ma per chi risente di una lunga consuetudine con artrosi e reumatismi vari, il taxi costituisce il “deus ex-machina” che risolve situazioni critiche.
I taxisti di Roma sono in genere persone gioviali che amano discorrere coi clienti e un’amica del gruppo, mentre ci stavamo avvicinando all’albergo, continuava a fare domande del tipo: – Dove siamo? Che monumento è quello? …- Il taxista rispondeva con gentilezza. Poi siamo passati accanto a una piazza dove svettava un possente obelisco e la stessa amica sfoderò un’altra raffica di domande, al che il taxista: – Signo’, non sono una guida turistica, comunque devo dirle che quell’obelisco ieri non c’era!!!!- Inutile dire che siamo scoppiati tutti a ridere ….
Dopo la vista a S. Giovanni in Laterano e alla Basilica di S. Croce in Gerusalemme, piedi e gambe doloranti ci hanno convinti a chiamare il radiotaxi. Pochi minuti di attesa ed eccoci a sfrecciare per le vie di Roma, ammirando angoli di impareggiabile bellezza. Il taxista ci faceva orgogliosamente notare i monumenti , i palazzi, le fontane: tutto era bellissimo in quello splendido pomeriggio di sole. Ma io non potei trattenermi dal dire che in certi punti la città era ancora veramente molto sporca….. e il taxista prontamente mi ha zittito:- Guardi in alto, signora, non in basso!…