Un Natale da ricordare.

Un ben triste Natale si sta prospettando: tre giorni fa scendendo dalle scale, ho messo male un piede e sono caduta rovinosamente fratturandomi la caviglia. Subito fatto il 999, un’ambulanza è venuta a prendermi e due bravi infermieri mi hanno prestato le prime cure. Al Pronto Soccorso di Lewisham ci hanno fatto aspettare un po’: anche qui il personale chiede ferie per Natale,  non lo sappiamo? E perchè dobbiamo cadere proprio nelle feste di Natale? Erano ormai passate tre buone ore prima che arrivasse l’ortopedico. Prima tutti dicevano: – E’ una brutta frattura, bisogna operare subito o al massimo domattina.!- L’ortopedico invece ha subito deciso che c’era gonfiore e che si doveva aspettare prima di operare, quindi ha provveduto ad anestetizzarmi il piede e alla composizione delle fratture; sono serviti tre radiografie e due gessi prima di trovare la quadra.

Poi la cosa più difficile è stato trovare un posto letto  e un portantino per portarmi in reparto….. mi sono trovata così in  geriatria in compagnia di tre anziane signore dalla vita notturna  turbolenta: chi piangeva, chi parlava a immaginari interlocutori.

La prima notte, una signora si lamentava e chiamava aiuto, ma non riusciva a suonare il campanello e quindi l’ho fatto io. Da allora la signora anziana dall’aria distinta, al mattino, quando si poteva sedere sulla poltrona, mi faceva un gesto di saluto e si è dispiaciuta vedendomi andare via.

Quando venivano a prendere le prenotazioni per i pasti, come al solito non capivo  che qualche parola qua e là e quindi ripetevo quella che mi era sembrata più comprensibile, ma alla fine credo che non ci siamo intesi bene, perchè ne sono usciti dei pasti veramente insoliti.

Ora sono a casa di mia figlia a Greenwich e il mio rammarico più grande è quello di aver dovuto mutare il mio ruolo: son venuta per aiutare e ho invece bisogno di aiuto. Ringrazio mia figlia, che con tutto quello che ha da fare, mi ricopre di attenzioni e di premure.