Sono al volante dopo una breve visita ai parenti in Emilia e al cimitero. La campagna della pianura è insolitamente rigogliosa per il mese di settembre: fiumi e canali ricchi di acque, prati e campi verdeggianti ; e su di essi aleggia un velo di foschia che inazzurra la sagoma delle montagne all’orizzonte.
In breve il paesaggio della pianura lascia il posto alle dolci alture dell’area attorno al Garda, coi loro vigneti a perdita d’occhio.
La trasmissione radiofonica che mi fa compagnia a un certo punto si interrompe per dare spazio al collegamento con Ulan Bator, per la Messa celebrata alla presenza di Papa Francesco in visita ai cattolici della Mongolia.
Subito mi viene da pensare che la moderna tecnologia sa fare miracoli , che mi lasciano stupefatta: sono nella mia utilitaria che corre sull’autostrada, ma mi sento trasportare nelle steppe sconfinate battute dal vento e percorse dai pastori mongoli sui loro cavalli, che perpetuano ritmi di vita e usanze che affondano nella notte dei tempi.
La messa inizia e viene celebrata in tante lingue diverse: inglese, russo, coreano, cinese, mongolo, latino… Questo mi fa pensare che la Chiesa è veramente universale, cioè cattolica: si rivolge a tutti gli uomini e a tutti rinnova la sua esortazione a costruire la pace, a essere buoni cristiani e buoni cittadini, rifuggendo da fanatismi e contrapposizioni violente.
Ai canti nella lingua locale si alternano canti della nostra tradizione, come il bellissimo “Panis Angelicus” , che pare creare un legame sublime tra la vecchia Chiesa occidentale, un po’ affaticata e ingrigita, e una Chiesa giovane come quella della Mongolia, pervasa dall’entusiasmo proprio dei neofiti.
La voce del Papa, un po’ più fievole del solito (non deve essere facile affrontare viaggi così lunghi e impegnativi per un anziano già tanto provato nel fisico) vibra però di grande affetto per la comunità che lo ascolta e che lo ricambia con calore.
In compagnia con queste voci arrivo in vista del lago di Lecco, oggi particolarmente suggestivo con le sue acque che scintillano al sole e mi accorgo che sono quasi alla fine del mio viaggio e non mi sento stanca…