Ho letto un articolo sui giornali on line di oggi, che riporta la notizia dell’omicidio-suicidio di una coppia di anziani. Mi è venuta perciò l’idea di interpellare google e con mio grande stupore ho trovato che solo negli ultimi mesi si sono verificati tantissimi episodi analoghi : in genere si tratta di una moglie malata e bisognosa di assistenza continua e di un marito che non riesce a supplire a tutte le esigenze della compagna. Preso dalla disperazione arriva al gesto estremo di cui le cronache ci raccontano.
Gli uomini, abituati a farsi accudire a sentirsi al centro delle premure delle proprie compagne, si trovano smarriti di fronte alla necessità di invertire il proprio ruolo e, da assistito, trasformarsi in assistente in una società che offre ben pochi aiuti a chi vive situazioni tanto difficili.
Al contrario ho visto tante donne assumersi con costanza, con amore e con delicatezza la responsabilità di confortare il partner malato con cure quotidiane, sacrificando a questo impegno anche le più piccole occasioni di svago. E, quando questo loro compito termina, le vedo affrontare con coraggio la solitudine.
Questo perchè fa parte del DNA di ogni donna la propensione alla cura della vita, sia quando essa inizia i suoi primi passi nel mondo sia quando giunge al termine.
Credo che le donne sentano maggiormente la sacralità della vita per averne sperimentato dentro di sè il miracolo e il mistero, nel momento in cui avvertono che non sono più solo donne, ma saranno per sempre mamme.