Avevo letto qualche tempo fa il primo volume de “L’amica geniale” di Elena Ferrante e ora ho avuto modo di leggerne il seguito : Storia del nuovo cognome.
Questi due libri fanno parte di una quadrilogia , che narra le vicende di due amiche , Lila e Lenù, dalla loro infanzia nel primo dopoguerra fino ai giorni nostri.
Questo secondo volume inizia esattamente là dove era finito il primo: dal matrimonio della sedicenne Lila, matrimonio che mostra la sua inconsistenza già dal pranzo di nozze, quando Lila scopre che suo marito non è come aveva sempre mostrato di essere. E da lì inizia una storia di maltrattamenti , di litigi alternati a momenti di apparente bonaccia; intanto Lenù (diminutivo di Elena) continua la sua carriera scolastica ,aiutata in vari modi da incontri fortunati, fino ad arrivare alla Normale di Pisa e alla laurea col massimo dei voti. Mentre la vita di Lenù si svolge abbastanza lineare, pur tra delusioni, sconfitte e sbandamenti, quella di Lila , che resta sempre ribelle e immune dall’ipocrisia dominante, è molto più tumultuosa e passerà dall’agiatezza alla povertà senza rimpiangere nulla, ma sempre con la voglia di conoscere e sperimentarsi che la contraddistingueva già da bambina…. Il finale un po’ a sorpresa lascia la voglia di sapere come continuerà questa storia, che racconta dei rioni popolari di Napoli più di un’inchiesta giornalistica….
Riporto qui un brano che ben illustra la mentalità diffusa tra le donne costrette a subire da sempre la violenza maschile; perchè si possa meglio capirne il senso è bene sapere che ci troviamo al punto in cui la giovane sposa ha già subito parecchie volte la violenza del marito…
……….Ma verso Stefano adesso non manifestava nessuna esplicita aggressività. Certo, la spiegazione era semplice: avevamo visto i nostri padri picchiare le nostre madri fin dall’infanzia. Eravamo cresciute pensando che un estraneo non ci doveva nemmeno sfiorare, ma che il genitore, il fidanzato, il marito potevano prenderci a schiaffi quando volevano, per amore, per educarci, per rieducarci…..
Ma Lila ha ben capito che in tutto questo modo di vedere è la parola “amore” che è fuori posto e ne trarrà le conseguenza.
Una lettura piacevole e appassionante.