Ieri sera sono andata al cineforum all’Excelsior dove si proiettava “Il nome del figlio” di F. Archibugi.
Una sera a cena si ritrova il piccolo clan familiare composto da fratello (Gassman ), sorella( Golino) , rispettivi consorti e l’amico di famiglia di sempre (Rocco Papaleo). E’ in arrivo un bebè e durante la cena il futuro padre annuncia, per fare uno scherzo, che ha deciso di chiamarlo Benito e questo scatena le ire dei commensali: la famiglia è ebraica e certo quel nome evoca tempi bui e un mai dimenticato incubo del passato. Da questa discussione prende il via una serie di accuse reciproche, di confessioni , di dichiarazioni impreviste: loro sono cresciuti insieme e credono di conoscersi a fondo , invece scoprono che ognuno ha solo interpretato un ruolo di fronte agli altri. L’unica che sa vedere le persone per quel che sono in realtà è la donna incinta, che proviene non dall’alta borghesia come gli altri, ma dai quartieri popolari. Alla fine il tanto atteso maschio si rivela essere una femminuccia e i genitori devono cambiare il nome a cui avevano pensato, forse questo segna una svolta nella vita dei personaggi verso un’ autenticità che avevano dimenticato.