Non mi era mai capitato di leggerlo prima d’ora, ma ho capito perché è giustamente tra i libri più famosi del secolo scorso.
Credo che faccia molto pensare, faccia nascere interrogativi anche sulla nostra realtà odierna, in cui sembrano verificarsi tanti fenomeni profetizzati da Orwell.
Il Big Brother, che tutto vede e tutto controlla, non si manifesta al giorno d’oggi tramite uno schermo televisivo che ti spia (come accade nei più beceri reality odierni), ma siamo comunque sempre monitorati attraverso l’uso della tecnologia, sia che telefoniamo, che facciamo la spesa, che usiamo il bancomat o che consultiamo i siti commerciali o di informazione. In troppi sanno troppo di noi tutti.
Nella realtà ipotizzata da Orwell, chi detiene il potere ha una grande preoccupazione: eliminare il maggior numero di parole, inventare un nuovo linguaggio sempre più povero perché eliminando le parole si toglie alla gente la capacità di pensare. E cosa accade oggi? I sociologi affermano che il nostro linguaggio si impoverisce sempre di più, influenzati come siamo da mezzi di comunicazione di massa preoccupati solo di fare soldi e non di promuovere il livello culturale degli utenti.
Un altro assillo del Big Brother orwelliano è quello di cambiare la storia, riscrivere il passato, perché non resti il ricordo di tempi in cui c’era la libertà; ai giorni nostri c’è chi cerca di mistificare i fatti del passato per tentare di far apparire giusto ciò che giusto non può essere.
E cosa dire poi dell’informazione? Nell’Oceania, in cui è ambientato il romanzo, c’è un ministero apposito per manipolare le informazioni e addomesticarle secondo quanto può essere più conveniente per il regime imperante. E oggi? La tecnologia moderna è in grado di inventare notizie e farle sembrare credibili, di creare fotografie che sembrano vere e invece sono create al computer: spesso non sappiamo se credere o meno alle notizie da cui siamo bombardati e che ci siamo abituati a chiamare “fake news”.
Il protagonista del romanzo è tra i pochi che ricorda il tempo precedente la rivoluzione; riesce a comprendere come la realtà intera viene distorta dal sistema di governo e cerca di ribellarsi mettendosi in contatto con quelli che gli appaiono “cospiratori”, ma anche questi si riveleranno dei mistificatori il cui unico fine è individuare i potenziali “ribelli” e neutralizzarli con ogni mezzo.
Forse se avessi letto questo romanzo 70 anni fa, quando è stato pubblicato, lo avrei giudicato come un originale prodotto di una fantasia prodigiosa, ma oggi è una lettura inquietante e spesso anche poco allettante, proprio perché appare in tutta la sua dimensione “profetica” e suscita disagio nel farti riflettere sui pericoli cui siamo esposti anche nella realtà attuale.