Quando impareremo?

Stiamo assistendo al ripetersi della follia della guerra da troppo tempo e credo che ogni persona di buon senso si stia angosciando ogni giorno davanti alle immagini di distruzione e morte che vengono da luoghi così vicini a noi.

Al tempo della guerra in Vietnam c’era una donna, Joan Baez, che cantava : Quando impareranno? i fiori sono finiti tutti sulle tombe dei soldati morti. E a distanza di tanto tempo anche noi ci chiediamo: Quando impareremo?:

Where have all the flowers gone
Long time passing?
Where have all the flowers gone
Long time ago?
Where have all the flowers gone?
Young girls picked them every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?

Where have all the young girls gone
Long time passing?
Where have all the young girls gone
Long time ago?
Where have all the young girls gone?
Gone to young men every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?

Where have all the young men gone
Long time passing?
Where have all the young men gone
Long time ago?
Where have all the young men gone?
They are all in uniform
When will they ever learn?
When will they ever learn?

Where have all the soldiers gone
Long time passing?
Where have all the soldiers gone
Long time ago?
Where have all the soldiers gone?
Gone to graveyards every one
When will they ever learn?
When will they ever learn?

Traduzione in italiano)

Dove Sono Andati A Finire Tutti I Fiori?

Dove sono andati a finire tutti i fiori
Col passare tanto tempo?
Dove dono andati a finire tutti i fiori
Tanto tempo fa?
Dove sono andati a finire tutti i fiori?
Le giovani li hanno raccolti tutti
Quando mai impareranno?
Quando mai impareranno?

Dove sono andate a finire tutte le giovani
Col passare tanto tempo?
Dove sono andate a finire tutte le giovani
Tanto tempo fa?
Dove sono andate a finire tutte le giovani?
Sono andate tutte dai giovanotti
Quando mai impareranno?
Quando mai impareranno?

Dove sono andati a finire tutti i giovanotti
Col passare tanto tempo?
Dove sono andati a finire tutti i giovanotti
Tanto tempo fa?
Dove sono andati a finire tutti i giovanotti?
Sono tutti in uniforme
Quando mai impareranno?
Quando mai impareranno?

Dove sono andati a finire tutti i soldati
Col passare tanto tempo
Dove sono andati a finire tutti i soldati
Tanto tempo fa?
Dove sono andati a finire tutti i soldati?
Sono tutti andati al cimitero
Quando mai impareranno?
Quando mai impareranno?

UTE: Jang Qing, ultima moglie di Mao Tse Tung – I lasciti testamentari.

La nostra prof. Alberta Chiesa oggi ha concluso il suo ciclo di lezioni sulle donne nella storia della Cina, tratteggiando gli avvenimenti essenziali del secolo scorso e soffermandosi in particolare sull’ultima moglie di Mao.

La situazione dell’impero cinese all’inizio del Novecento era caratterizzata da arretratezza e ingiustizie sociali che portarono la popolazione delle campagne e i componenti dell’esercito a ribellarsi per ottenere migliori condizioni di vita.  Tra i sostenitori della necessità di riforme  c’era Sun Yat-sen (considerato ora il padre della Cina moderna); egli intendeva soprattutto abbattere la dinastia Manciù, che riteneva fosse il maggior ostacolo alla modernizzazione della Cina. Costretto all’esilio, tornò nel suo paese nel 1911 dove fondò il partito Guomintang e si pose a capo della rivoluzione che portò alla fine dell’impero e alla proclamazione della Repubblica, di cui fu acclamato Presidente.

Tuttavia Sun controllava solo una parte del territorio cinese che vedeva ancora vaste zone governate dai “signori della guerra” (governatori che non volevano perdere la loro posizione di potere); per questo la situazione nel 1916 degenerò e Sun fu costretto nuovamente all’esilio, ma l’anno seguente fece ritorno e si alleò con il nascente partito comunista .

Nel 1925 Sun Yat-sen morì e gli succedette Chiang Kai-shek che acquistò enorme popolarità per la sconfitta che inflisse ai “signori della guerra”; due anni dopo, sotto la sua guida, il Guomintang diventa un partito conservatore e combatte i comunisti del Partito Comunista Cinese, guidato da Mao Tse-tung.  Comincia così (1931) una lunga guerra civile, durante la quale Mao con “la lunga marcia” condusse i suoi uomini dal sud verso il nord della Cina con innumerevoli perdite. Quando il Giappone invade la Cina, i due capi politici firmarono un patto di alleanza che ebbe breve durata.

Nel 1946 inizia la seconda fase della guerra civile, che vide la vittoria di Mao e la fuga di Chiang verso Formosa (ora Taiwan) dove governò fino alla sua morte.

Mao ebbe quattro mogli, ma la più importante, quella che influì sulla storia del suo paese fu Jiang Qing (1914-1991),  attrice famosa in tutta la Cina, che Mao sposò nonostante l’opposizione del suo partito, che impose a Jiang condizioni severissime , tra le quali anche il divieto di occuparsi di politica. Tuttavia nel 1963 Mao, ormai in declino fisico e psichico,   affida a Deng Xiaoping la segreteria del partito e alla moglie  la propaganda del partito stesso. E’ con questo incarico che Jiang impone a cinema e teatro di trattare solo temi politici volti alla glorificazione di Mao e del comunismo, ma gli intellettuali mal sopportano questa situazione e per combatterli Jiang si mette a capo della “Rivoluzione Culturale”: gli studenti venivano incoraggiati a riformare il paese. Nascono le “guardie rosse” che si danno a violenze inaudite: 30milioni di perseguitati e un milione e mezzo di morti.

Alla morte di Mao (1976), Jiang Qing e gli altri capi della Rivoluzione Culturale furono arresti e processati. Jiang si difese da sè e non rinnegò nulla del suo operato. Morì suicida.

Con la segreteria del partito affidata Deng Xiaoping la Cina conoscerà un rapidissimo sviluppo economico.

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I LASCITI TESTAMENTARI – Per farci comprendere che importanza possono avere i lasciti testamentari, l’avvocato Carpani, ha ricordato come proprio da un lascito ha preso le mosse un’istituzione molto importante per la nostra città come Casa Prina.

Il nostro docente si è soffermato poi sui vari tipi di testamento che ognuno può fare da solo o con la consulenza di un notaio.

Se è vero che un testamento olografico (scritto di proprio pugno, con data e firma) ha valore legale, bisogna però evitare di fare testamenti comuni tra coniugi (sullo stesso foglio le volontà di tutti e due) o quelli reciproci (io nomino te erede e tu nomini me) perchè possono facilmente essere impugnati.

Alla prof. Alberta Chiesa e al dr. Carpani va la stima e la  gratitudine dei soci UTE per la loro generosità e per l’interesse che riescono sempre a suscitare con le loro lezioni.

Poesia: Sboccia l’alba.

Quando sboccia

l’alba,

La Bruma lieve

disperde i contorni,

s’ampia l’orizzonte.

S’ esalta l’incanto.

Stelle tracciano Alba

i confini dell’infinito

ed il canto degli uccelli

s’eleva

per celebrare

il vortice di luce,

in ogni dove. (Remo Bellesia: da “Orme d’infinito”)

Ho conosciuto Remo quando eravamo ragazzi, ma già s’intuiva in lui una sensibilità particolare, da poeta.

Ora si dedica alle sue tante passioni, tra le quali l’astronomia e la poesia e nel libro “Orme d’infinito”, Remo fonde queste due passioni per cantare la meraviglia che si coglie contemplando lo spazio infinito in cui naviga la nostra Terra.

Mi piace molto l’immagine dell’alba che sboccia come un fiore e inonda di luce a poco a poco tutto il paesaggio, accompagnata dal canto degli uccelli.

Bravo, Remo!

 

 

 

 

 

Il “capitano” rifletta … se ne è capace.

La Lega continua a perdere consensi e questo dovrebbe indurre il suo “capitano” (o ex-capitano?) a una seria riflessione, ma forse è chiedergli troppo.

Infatti ha mai riflettuto sul fatto che Navalny è stato avvelenato anni fa? Si è mai chiesto da chi sia stato avvelenato e per ordine di chi? Si è mai chiesto se in Russia ci sia stata un’inchiesta con successivo processo su quel crimine? Si è mai chiesto di quali crimini fosse colpevole Navalny per meritare il carcere duro in una casa di pena al circolo polare artico? E stando così le cose, come può dire che ci penseranno i giudici russi a stabilire la causa della morte di Navalny?

Se Salvini approva i metodi di Putin, spero che il consenso per il suo partito scenda ulteriormente più veloce della luce e credo non sia degno di occupare una posizione di governo nel nostro paese. Il parlamento dovrebbe sfiduciarlo.

 

UTE: Ipertensione arteriosa – Il profeta Sofonia.

Il dr. Ferrari ci ha parlato oggi dell’ipertensione arteriosa, una patologia che interessa il 30% della popolazione mondiale. E’ anche detta “killer silenzioso”, perché, nella maggior parte dei casi, non dà sintomi; per questo è importante controllarla periodicamente.

Che cosa si intende per pressione arteriosa? E’ la pressione esercitata dal sangue (spinto dalle compressioni del cuore) sul sistema circolatorio arterioso.    Si parla di pressione sistolica  (massima), quando il cuore si comprime, e di pressione diastolica  (minima) quando il cuore si dilata.

Fino agli anni ’60 non si pensava a curare l’ipertensione arteriosa  (Roosevelt e Stalin sono morti in seguito a patologie da ipertensione non curata). Sono state le statistiche raccolte dalle compagnie assicuratrici americane a far capire come certe patologie fossero legate all’ipertensione e a mettere quindi  in moto una serie di studi mirati a comprendere il fenomeno.   Da tali studi fu evidenziato come l’ipertensione danneggi le arterie.

Le malattie cardiovascolari possono interessare in particolare organi del nostro corpo:  il cuore (infarto o scompenso cardiaco), il rene ( insufficienza renale), il cervello (ictus ischemico- emorragico), l’occhio ( retinopatia, che può condurre alla cecità).

L’ipertensione può essere essenziale (se non se ne conosce la causa) o secondaria, se deriva da danno ad altro organo, come ad esempio l’apnea notturna o  la tireopatia.

Per controllare anche a domicilio la propria pressione arteriosa, esistono in commercio vari tipi di apparecchiature . Se la misurazione viene effettuata in ambulatorio medico, il valore della pressione è sempre un po’ più alto per l’effetto “camice bianco”. E’ consigliabile misurare la pressione al mattino  a riposo: si dovrebbe fare una prima misurazione e, a distanza di pochi minuti, farne una seconda, che darà il valore più esatto. La pressione normalmente non dovrebbe superare il valore di 140/90, ma sarebbe preferibile contenerla entro 120/80.  Bisogna tener presente però che non è auspicabile abbassarla troppo, perché  si potrebbero verificare svenimenti o altri disturbi.

Nel corso della giornata la pressione varia in continuazione, a seconda delle attività svolte e anche a seconda della stagione.

Esami di primo livello  da fare periodicamente in caso di ipertensione sono: esame urine , microalbuminuria, emocromo, elettrocardiogramma di base ed eventualmente l’ holter pressorio.

Per prevenire e curare l’ipertensione arteriosa bisogna: abolire il fumo e l’uso di alcolici, perdere peso, fare esercizio fisico (camminare di buon passo almeno tre volte la settimana per 40/45 minuti), diminuire il sale, mangiare frutta e verdura, ridurre i grassi alimentari.

Vi sono vari farmaci in commercio per tenere sotto controllo l’ipertensione e il medico saprà indicare quello più adatto al proprio paziente.

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IL PROFETA SOFONIA E IL SUO TEMPO- Mons. Pirovano continuando a presentarci i profeti della Bibbia, ci ha parlato oggi di Sofonia, profeta vissuto nel VII secolo a. C. , al tempo del re Giosia. Egli stesso dice nel suo breve libro (tre capitoli soltanto) di essere discendente da Ezechia (probabilmente re del Regno di Giuda).

Al tempo di Giosia fu scoperto nel tempio il Rotolo della Legge (il Deuteronomio) e a questo si ispirò Giosia per mettere in atto la sua riforma politica e religiosa, dopo un lungo periodo di corruzione e idolatria tollerati dai re precedenti.

Sofonia, nella prima parte del suo libro, denuncia i crimini del suo popolo e annuncia che è vicino “il grande giorno del Signore, il giorno dell’ira” (da qui trassero ispirazioni i tanti “dies irae” di vari autori) con la distruzione di Gerusalemme , che avverrà effettivamente qualche decennio dopo ad opera dei Babilonesi.

Nella seconda parte c’è l’appello alla conversione di Gerusalemme e di tutti i popoli della terra.

Nella terza parte, troviamo la promessa della salvezza, che partirà dai “poveri in spirito”, cioè da quelli che erano rimasti fedeli all’unico Dio. La salvezza verrà dalla conversione e dalla ricerca di Dio e sarà non solo per Gerusalemme, ma per tutti i popoli.

 

 

Non si può vivere con il rancore …

“Non si può vivere con il rancore e l’odio dentro di sé, è come rimanere per sempre incatenati. Per un certo periodo l’ho fatto, ma mi rendevo conto che continuavo a portare quelle catene, che in qualche modo ero ancora imprigionata da quel pensiero, da quel tormento, da quella voglia di vendetta. No, non si può vivere così. E allora ho detto: “Dio , dammi la forza di perdonare” … (Il perdono) mi ha reso una persona libera, non più prigioniera di niente e di nessuno. Ho goduto della libertà vera.

Sono parole di Ines Figini, una donna internata nei lager tedeschi solo per aver pronunciato parole di solidarietà con i compagni di lavoro; non era ebrea e non era impegnata politicamente. La sua è stata una prigionia durissima, in cui ha sofferto il freddo, la fame, la paura, i maltrattamenti comuni a tutti coloro che hanno vissuto quella terribile esperienza. Ines è riuscita a tornare a casa e a riprendere a vivere proprio perché ha saputo perdonare. Non ha dimenticato, anzi ha testimoniato fino alla fine dei suoi giorni l’orrore dei campi di concentramento, ma lo ha fatto non per spirito di vendetta, ma perché nessuno dimentichi a cosa può portare il desiderio di sopraffazione.

La storia di Ines è raccontata in un libro: Tanto tu torni sempre” di G. Caldara e M. Colombo.

Ute: Lezioni di sostenibilità e civiltà dai popoli indigeni – Andrej Rublev secondo Tarkovskij

Ieri abbiamo avuto l’occasione di conoscere un nuovo docente: l’antropologo Karl Wolfsgruber, che, nonostante quello che potrebbe far pensare il suo nome, è italianissimo ed erbese di nascita.

Nel presentarsi a noi,  ha raccontato dei suoi numerosi viaggi e delle sue attività mirate a difendere i popoli nativi nelle varie parti del mondo; da quei popoli ha imparato modi di vivere diversi e metodi di cura antichissimi e volti considerare la persona nella sua totalità.

Ogni società si relaziona col proprio ambiente per assicurarsi il benessere che ne può derivare. Ed è la geografia che determina la storia di un popolo, perchè è l’ambiente che condiziona il modo di vivere.

In antropologia è BENE-EDUCATA quella popolazione che si preoccupa di assicurare la sopravvivenza delle future generazioni; noi non prestiamo la necessaria attenzione all’ambiente e consumiamo più risorse di quanto la Terra possa produrne, quindi non siamo la migliore società possibile.

Nella storia dell’ evoluzione dell’uomo abbiamo avuto esempi di popolazioni esclusivamente carnivore o esclusivamente vegane: questa dieta selettiva ha portato alla loro estinzione; l’Homo Sapiens è sopravvissuto perchè ha saputo variare la sua dieta sfruttando tutte le risorse offerte dall’ambiente.

Nelle popolazioni “primitive” (termine molto improprio) si riscontrano diversi tipi di organizzazione sociale: il matriarcato, il patriarcato e sistemi intermedi tra i primi due. In ogni raggruppamento tuttavia si tende sempre ad affidare la “memoria”  delle regole a persone che si preparano fin da giovanissime apprendendo da un anziano la saggezza accumulata dalle precedenti generazioni.

Cosa possiamo imparare da queste popolazioni? Innanzitutto l’UMILTA’ e l’intelligenza di fermarsi quando qualcosa non va. A questo proposito il nostro docente ha raccontato una storia: un capo-tribù chiede a un ospite inglese di raccontare la storia del suo popolo e questi accetta di buon grado. Il giorno seguente però il capo-tribù dice all’ospite: – E’ stato molto interessante il tuo racconto, ma non ho capito il significato della parola “GUERRA” …- L’inglese dà le spiegazioni del caso e alla fine il capo-tribù commenta:- Ah, è successo anche qui una volta, ma poi è morto uno di noi e abbiamo capito che fare la guerra è troppo stupido e non l’abbiamo fatta più…-

Oggi noi possiamo fare milioni di cose che non si potevano fare tempo fa, ma non possiamo fare tre cose che si potevano fare allora: respirare aria pulita, bere acqua pulita, mangiare cibo sano.

La fine della lezione è stata sottolineata da calorosi applausi

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Il prof. Creuso ieri ci ha parlato di “Andrej Rublev” un film del regista Tarkovskij che racconta episodi della vita di un pittore russo di icone vissuto nel medioevo (1360 – 1430 ca.). Durante la lezione il nostro docente ha commentato alcuni sequenze di questo film.

Andrej riceve l’incarico di dipingere il giudizio universale, ma non riesce a pensare di dover dipingere i dannati, quindi si allontana dal convento, ma è a questo punto che deve fare i conti con se stesso. Nel suo vagare si vede costretto a uccidere un tartaro per difendere una donna; come penitenza si impone di non parlare più e smette di dipingere.

In un’altra sequenza si racconta di quando Andrej arriva in un villaggio saccheggiato dai tartari che hanno ucciso tutti gli abitanti specializzati nella costruzione delle campane: solo un ragazzino si è salvato e lui afferma di ricordare benissimo i segreti del mestiere dei suoi antenati. Si cominciano le operazioni per costruire una nuova campana e il ragazzo dirige i lavori, ma non sa se l’impresa potrà riuscire. Quando l’opera è giunta al termine, la campana suona tra la gioia di tutti e Rublev capisce che l’arte non deve dare soddisfazione solo all’artista, ma anche a chi può goderne, così riprenderà il suo vagabondaggio insieme al giovane costruttore di campane, riprenderà a dipingere e a parlare.

IL film è carico di simboli che attestano la ricchezza della cultura russa e la storia del pittore è un pretesto per raccontare un momento storico particolarmente tragico della Russia. Quest’opera è da tutti i critici ritenuta un capolavoro.

Il prof. Creuso ci presenta sempre argomenti originali e inconsueti.

UTE: Liuteria – Come nasce un violino.

Oggi abbiamo assistito ad una lezione davvero insolita, che ci ha dato un assaggio di un’arte antica: la liuteria.

Il maestro violinista di fama internazionale, Matteo Fedeli, con il suocero Udino Lazzarin, maestro liutaio, ci ha mostrato come si riesca ad ottenere un violino pregiato partendo da qualche assicella di acero dei Balcani e di abete della Val di Fiemme.

Per introdurci in questo mondo affascinante, prima di tutto il maestro Fedeli, accompagnato da un valente pianista (di cui mi è sfuggito il nome) ci ha fatto sentire la voce del violino nell’esecuzione di un brano (La Sicilienne) scritto nel ‘700 da una musicista divenuta cieca a 16 anni, che si dedicò poi al canto e alla composizione.

Per ottenere le due parti, superiore e inferiore,  del violino è necessario un lavoro di scolpitura del legno, fatto a mano, utilizzando vari tipi di sgorbie; partendo da assicelle di 2,5 cm di spessore si deve arrivare a uno spessore di 2,4mm. Solo il manico può essere fatto con l’uso di seghe idonee e viene poi rifinito a mano. E’ il riccio che identifica il liutaio che lo ha scolpito. Di particolare importanza è la parte interna del violino che va sagomata con particolare accuratezza inserendo poi un listello chiamato “catena” e un legnetto verticale chiamato “anima”: sono questi due elementi che trasmettono la vibrazione a tutto il violino producendo il suono meraviglioso che conosciamo e che fuoriesce dalle due aperture a forma di “S” sulla parte superiore (tavola). La tastiera è sempre fatta di ebano per resistere a lungo alla pressione del violinista sulle corde ed è soggetta ad usura.

Si passa poi alla sagomatura a caldo delle fasce laterali e al montaggio delle parti, per poi proseguire il lavoro con la verniciatura, operazione che richiede tempi lunghi: occorrono fino a 25 mani di una vernice che ogni liutaio  produce da sé: essa deve essere tale da costituire uno strato morbido ed elastico .

L’archetto viene ricavato da un rametto di pernambuco a cui si fissano 130 crini di cavallo della Mongolia. Ogni musicista ha un archetto adatto alle proprie caratteristiche.

Completano lo strumento la mentoniera e la spalliera che aiutano il violinista a suonare senza dover assumere posizioni dannose alla colonna vertebrale e, nel caso della mentoniera, evitano danni allo strumento.

Un violino fatto in questo modo può valere  5.000 euro; se poi si parla di violini antichi, il valore sale vertiginosamente.

La lezione è stata intervallata da diversi brani musicali eseguiti con la solita maestria  e i presenti hanno sottolineato ogni esecuzione con calorosissimi applausi.

Alla fine ci sono state poi molte domande da parte dei nostri soci, che hanno particolarmente gradito questa lezione.