UTE: Cercare il senso della vita in fase di verifica e bilancio (II parte)

“Le mie lezioni – dice la psicopedagogista Lucia Todaro, introducendo il suo intervento – non vogliono insegnare nulla; hanno lo scopo di offrire degli stimoli per rivedere il proprio vissuto e comprenderne il senso”.

Cosa vuol dire fare un bilancio della propria vita? La volta scorsa ci è stato proposto l’ aspetto della rielaborazione delle esperienze, questa volta si parlerà di valorizzazione delle stesse.

Poiché difficilmente troveremo chi si congratula con noi per i nostri comportamenti, dovremo essere noi a dare valore al nostro passato, ricordando queste parole di  Paulo Coelho: Un bel giorno tutto avrà un senso. Quindi, per il momento, non farti deprimere dalla confusione, sorridi attraverso le lacrime e cerca di comprendere che tutto ciò che succede ha una ragione.

Per ognuno di noi esistono cose che richiamano antichi dolori, antiche ferite, ma proprio questi, se rielaborati, possono portare alla serenità. Non possiamo determinare il corso della nostra vita, ma possiamo trovarne il senso.

Se alcune tradizioni sono andate perdute, possiamo reinventarne altre da riconsegnare a figli e nipoti; è possibile superare le proprie paure imparando a vedere e apprezzare la bellezza che è intorno a noi. Valorizzare vuol dire dare risalto a ciò che è bello e positivo. Chi dà spazio alle proprie paure e vede solo il brutto del mondo è una persona che non vive, ma sopravvive nella tristezza. Il presente è un dono da vivere con pienezza, magari coltivando amicizie con persone con le quali possiamo condividere esperienze e paure.

Ecco alcune pillole di saggezza che la nostra docente ci ha regalato:

Non importa se vai avanti piano, l’importante è non fermarsi.

Io non perdo mai: o vinco o imparo.

Non permettere alle tue ferite di trasformarti in quello che non sei.

Infine è bene ricordare sempre che non possiamo cambiare gli altri o il mondo, ma possiamo sempre cambiare noi stessi.

La sala Isacchi era quasi al completo e i tanti soci presenti hanno a lungo applaudito con entusiasmo alla fine della lezione.

 

 

 

UTE: Cercare il senso della vita in fase di verifica e bilancio (Todaro)

E’ toccato a lei, alla carissima e apprezzatissima psicopedagogista Lucia Todaro, tenere la prima lezione dopo il lutto che ha colpito dolorosamente tutti i soci dell’UTE: la morte della nostra presidente onoraria Mariuccia Guarisco. La sig.ra Todaro ha conosciuto e collaborato per tanti anni con Mariuccia e il ricordo che ne ha fatto è stato oltremodo affettuoso e commovente. Poi è cominciata la lezione.

Il pensiero evoluto è prerogativa degli esseri umani, anche se è indubbio che anche gli animali possano concepire dei pensieri istintivi e le piante siano in grado di adattarsi alle condizioni ambientali. Intelligenza è capacità di adeguarsi alle varie situazioni della vita.

Pensare è diverso da riflettere: il pensiero è originato da quanto percepiamo, la riflessione è richiamare i pensieri e approfondirne il significato.

Riflettere è importante perché consente la rielaborazione dell’esperienza vissuta per arrivare a focalizzarne il senso; la saggezza deriva dalla totalità delle esperienze vissute e rielaborate comprendendone il significato.

Si può dare un senso positivo anche alle esperienze dolorose e negative infatti si parla di rielaborazione del lutto: quando scompare una persona cara si può essere grati per quello che di lei resta in noi.

E’ importante “allenarsi” a rielaborare le esperienze positive perché saremo più preparati a rielaborare quelle negative che inevitabilmente ci capiterà di affrontare.

Gli psicologi sconsigliano di vedere più di un telegiornale al giorno, perché sono sempre troppo pieni di notizie negative e ciò può influire sul nostro umore. Le statistiche dicono che nella terza età si è portati a valorizzare le esperienze positive vissute nel passato.

La dottoressa Todaro, dopo averci proposto alcune massime di personaggi famosi, ci ha poi invitati a porci una domanda: Se la nostra vita è un dono, che dono è? Nella prossima lezione di martedì 12 dicembre, si partirà da qui.

Grazie, Lucia! Le tue lezioni hanno sempre il potere di portare una nota di serenità nelle nostre vite.

Ricordando un’amica…

L’ ho sentita l’ultima volta al telefono una decina di giorni fa ed eravamo rimaste d’accordo che sarei andata a trovarla presto, ma subito dopo sono cominciate ad arrivare notizie che mi riempivano di tristezza: Mariuccia stava male.

(Nella foto qui sotto il ricordo del giorno in cui è stata eletta presidente onorario dell’UTE).

Gruppo Direttivo con Mariuccia G. Pellegrini_esterna 2Ora se n’è andata là dove non si soffre più. E’ stata una donna coraggiosa, che ha saputo credere nei suoi sogni e ha saputo perseguirli con tenacia e con fiducia incrollabile. Ha creato dal nulla l’Università della Terza Età di Erba e a questa sua creatura ha dedicato il meglio delle sue risorse e delle sue energie. Sapeva contattare i docenti e stabilire con loro rapporti di amicizia e di stima reciproca; sapeva ascoltare con pazienza e con empatia le confidenze di chi frequentava l’UTE e si sentiva accolto in un clima di familiarità e di rispetto. Ora la “sua creatura” (lei chiamava così l’UTE, sta per compiere trent’anni di vita ed è diventata un punto di riferimento importante per tanti nella nostra città.

Ho avuto modo di collaborare con lei e di sperimentare la sua generosità e la sua sensibilità.

Ci mancherai, Mariuccia! Ora ricordati di noi da lassù così come noi continueremo sempre a ricordarci di te con profonda gratitudine e riconoscenza.

 

Il trenino della Valassina….

Da qualche tempo, mia nipote Elisa è qui con me per poter frequentare l’Università Cattolica di Milano. Naturalmente deve servirsi della linea ferroviaria  che collega Erba a Milano- Cadorna.

Se un tempo bastavano 55 minuti per percorrere i 40 Km circa di questa tratta, ora occorrono, quando tutto va bene, un’ora e dieci minuti e certo io non so spiegare il perché  (avranno aumentato il numero delle fermate?). Il fatto è che la puntualità è un optional su questa linea, un’eccezione che si verifica solo raramente.  Tre giorni fa ci son volute quasi due ore per coprire il percorso e ieri il treno è partito con più di mezz’ora di ritardo, ma forse in questo caso si può pensare che il disservizio sia da imputare allo sciopero. Normalmente comunque l’orario di arrivo non è quasi mai rispettato, ma questo pare non preoccupare la Regione Lombardia, anzi sta legittimando i disservizi, visto che rinnova a scatola chiusa il contratto con la società che gestisce da anni questa linea.

 

UTE: Il ciclo dei Rougon-Macquart – Viaggio in Antartide.

Il prof. Porro ha ripreso, per approfondirlo, un argomento già accennato lo scorso anno: il ciclo di 20  romanzi di Emile Zola che hanno come filo conduttore la storia della famiglia Rougon-Macquart inserita nella Storia della Francia del periodo di Napoleone III (dal 1851 al 1870).

Zola con questa serie di romanzi intende mettere sotto accusa la società del periodo sopra citato per la smania di successo ad ogni costo che la pervade.

La capostipite della famiglia protagonista della serie è Adelaide, detta Tante Did, contadina con evidenti problemi psichici, che trasmetterà a qualcuno dei suoi discendenti. Alla morte precoce del marito, Rougon, si sposa con un bracconiere ubriacone, Macquart.

Il primo libro viene scritto nel 1871, ma è ambientato nel 1851 (momento del colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte). Il protagonista è Pierre Rougon, primogenito di Tante Did, che diventa importante nella sua città, sfruttando gli eventi politici di Parigi  di cui viene a conoscenza tramite il figlio che si è introdotto nella cerchia delle persone vicine a Napoleone III.

Il protagonista del secondo libro è Aristide che si trova a Parigi nel momento in cui la parte medioevale della città viene demolita per lasciare spazio ai grandi boulevards. Aristide fa fortuna con la compravendita di immobili, ma perderà tutto quando scoppierà la bolla speculativa.

Nel sesto libro sono narrate le vicende di Eugène Rougon, che ha un unico appetito: il potere. Avrà come antagonista una donna, che ricorda molto la Contessa di Castiglione.

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VIAGGIO IN ANTARTIDE – Il dr. Croci, che già abbiamo conosciuto come imprenditore erbese di successo (Ditta “Techne”) ci ha parlato di uno dei suoi viaggi più emozionanti: quello che lo ha portato in Antartide.

Dopo una breve ricostruzione storica dell’esplorazione de continente di ghiaccio di poco più di un secolo fa (Amundsen, Scott), ci ha proiettato un filmato con le foto sue e di suo figlio, scattate durante quel viaggio in una terra tanto inospitale quanto suggestiva.

Panorami mozzafiato, pinguini affollati su rocce innevate, foche, leoni marini e tanta neve.

E’ stato un’occasione per lasciarsi trasportare dalla fantasia e vivere un’avventura affascinante pur continuando a stare comodamente seduti sulle poltroncine di Sala Isacchi.

 

 

Una città nuova ? Speriamo…

Chi viene a Erba, per la prima volta, credo che resti veramente perplesso vedendo come quello che dovrebbe essere il cuore della città sia invece occupato da vecchi fabbricati industriali fatiscenti e lasciati in abbandono da decenni. Essi, è vero, stanno lì a testimoniare un passato glorioso di laboriosità e imprenditorialità, ma ora che il mondo della produzione è cambiato costituiscono un elemento di “disdoro” (inteso come contrario di “decoro”) che rattrista al solo vederli.

Da tanto tempo, in ogni campagna elettorale, il tema delle aree dismesse ha rappresentato un punto importante nei programmi elettorali di tutti i candidati, ma poi tutto è rimasto allo “statu quo”,  certo per la difficoltà di indurre i proprietari a prendere iniziative in merito a questo problema, che è certamente complesso, vista la vastità delle aree interessate e la loro dislocazione proprio in centro città.

Ora, grazie a disposizioni della regione, pare sia possibile alle autorità cittadine imporre ai proprietari tempi certi per intervenire, pena l’abbattimento dei vecchi edifici con spese a loro carico.

E’ auspicabile che si arrivi davvero a una riqualificazione del centro di Erba. So che ci sono da anni progetti  che attendono di essere presi in esame, speriamo che chi dovrà decidere del futuro di questa città tenga presente criteri di razionalità, di efficienza e anche di bellezza per il bene dei suoi cittadini e non ceda a tentazioni speculative: una colata di cemento sarebbe intollerabile.

Sarà possibile realizzare una città bella e accogliente, a misura di uomo? Speriamo di sì e intanto possiamo sognare…

 

Ute: Alimentazione e diete – Teleassistenza

Il dr. Simone Frigerio è uno dei più giovani docenti che la nostra UTE è riuscita ad arruolare . Si occupa di alimentazione e ieri ci ha parlato di “regime alimentare chetogenico, intermittente e con dieta mediterranea”.

Non sto a relazionare sull’aspetto scientifico/chimico della dieta chetogenica, perché non sono un’ esperta in questo campo, ma forse basta sapere che è una dieta che, eliminando i carboidrati, costringe il corpo a bruciare i grassi. La perdita di peso è veloce, ma non priva di rischi per la salute. Pertanto viene utilizzata in genere solo per brevi periodi (ad esempio dagli sportivi in previsione di una gara) perché può provocare disidratazione, ipotensione arteriosa e ipoglicemia.

La dieta mediterranea si distingue per la presenza costante di cereali, frutta e verdura, l’utilizzo dell’olio di oliva per condire i piatti, la presenza di pesce e carne di qualità, ma anche di proteine vegetali rese dai legumi.

Il digiuno intermittente può essere attuato con diverse modalità: mangiare 5 giorni alla settimana e gli altri due assumere solo tisane e estratti di frutta o, più semplicemente, concentrando i pasti giornalieri nell’arco di 8 ore e assumendo solo acqua o tisane nelle restanti 16 ore del giorno.

Conclusione molto applaudita del nostro docente: la dieta migliore è quella che si riesce a seguire!!

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TELEASSISTENZA – Le moderne tecnologie consentono vari tipi di assistenza un tempo impensabili.

Per usufruire della teleassistenza è necessario poter disporre di una connessione internet, di dispositivi di comunicazione (computer, smartphone …) e di applicazioni software. Naturalmente occorre personale addestrato per l’erogazione di tale servizio e occorre che l’utente sia in grado di utilizzare le tecnologie del caso.

La teleassistenza trova molte applicazioni nel campo della formazione professionale (corsi on line di aggiornamento), nel campo dell’educazione (vedi lezioni a distanza in periodo COVID o formazione universitaria). Il vantaggio evidente è nella riduzione degli spostamenti e nel contenimento dei costi, ma viene a mancare la possibilità di contatti personali diretti.

Si sta diffondendo rapidamente anche la telemedicina con consulti di specialisti a distanza. Un’applicazione   diffusa in ambito sanitario è il fascicolo sanitario regionale elettronico, che consente di prendere appuntamenti, ricevere le ricette del medico e controllare il proprio “curriculum” sanitario.

Nel campo dell’assistenza agli anziani è possibile prevedere interventi estremamente individualizzati e rispondenti alle singole situazioni. Sono già disponibili servizi (dietro pagamento di un modesto canone mensile) per il monitoraggio delle persone fragili, di cardiopatici o per assistenza psicologica. L’ospedale di Erba ha attuato un servizio di teleassistenza per la neonatologia indirizzato alle giovani mamme.

Le moderne tecnologie consentono e consentiranno sempre più possibilità inimmaginabili fino a pochi anni fa. Grazie al dr. Giampaolo Rizzi per tenerci aggiornati in questo campo in rapidissima evoluzione!!!

 

 

Ute: Cure palliative – Storia della seta

Quando la malattia non risponde più alle terapie, si ricorre alle cure palliative, che sono gestite da un’équipe composta da varie figure di specialisti i quali si prendono cura del paziente nella sua globalità, per assicurargli la miglior qualità di vita possibile e nel contempo dare supporto  ai familiari.

Le associazioni che si occupano di cure palliative (Ancora a Erba, Mantello a Mariano, Accanto a Como …) non possono prescindere dal volontariato, grazie al quale sono sorte e continuano ad operare.

Ogni associazione è guidata da un coordinatore che monitora  gli interventi e le problematiche ad essi connesse.

Si accede alle cure palliative in seguito a segnalazione da parte del medico di famiglia, di un ente ospedaliero  o anche di un familiare o di un conoscente del malato, mediante la compilazione di un apposito modulo. Entro le 24 ore successive alla segnalazione, viene effettuato un colloquio attraverso il quale si cerca di conoscere in dettaglio la situazione segnalata e di spiegare le finalità delle cure palliative. Successivamente  si valutano le risorse umane e ambientali di cui si può disporre. Dopo che il paziente è stato preso in carico si procede alla stesura di un progetto di assistenza individualizzato (PAI) e alla prima visita che tende ad approfondire le condizioni del paziente  e a rassicurarlo.

La benemerita opera di queste associazioni può essere effettuata sia a domicilio (ove la situazione lo consenta) o presso gli Hospice.

Lezione molto utile e interessante, condotta con chiarezza e competenza dal dr. Giuseppe D’Amico.

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STORIA DELLA SETA – Per un disguido, la lezione “Viaggiare in Cina”, è stata rinviata ad altra data e , grazie alla disponibilità della prof.ssa Alberta Chiesa, si è potuto ovviare all’inconveniente. La nostra apprezzatissima docente ci ha intrattenuto sulla storia della seta e la sua diffusione nel nostro territorio.

Già nel XIII secolo a. C. , in Cina si lavorava la seta, ma probabilmente essa era già conosciuta 7000 anni a. C. La sua lavorazione però era segreta e si potevano sì esportare i tessuti, ma non i bachi. Veniva chiamata “Via della seta” l’insieme degli itinerari di via terra o via mare attraverso i quali avveniva il commercio di questa fibra . Solo nel VI secolo dopo Cristo, due monaci riuscirono a portare  a Istanbul, le uova dei bachi nascoste dentro canne di bambù e la città diventò un centro di grande produzione della seta. Nel nostro territorio, la bachicoltura e la lavorazione della seta furono incentivate da Ludovico il Moro (il gelso in dialetto viene ancora chiamato murùn).

Al giorno d’oggi invece viene chiamata “Via della seta” un insieme di strutture finalizzate ad agevolare i commerci tra Cina e resto del mondo; l’Italia ha firmato un trattato (unico paese in Occidente) per aderire a questo progetto, che tuttavia  non ha portato grandi vantaggi.

IN BRIANZA – Come già accennato Ludovico il Moro incoraggiò la bachicoltura e la produzione della seta, ma tale attività conobbe un sensibile declino durante la dominazione spagnola, per poi riprendere vigore sotto Maria Teresa d’Austria, che ridusse le tasse a chi coltivava gelsi. Tale coltura però ridusse inevitabilmente le terre seminate a cereali e l’alimentazione della popolazione ne risultò impoverita.

Sia l’allevamento dei bachi che la successiva produzione del filo di seta era un lavoro molto duro che impegnava soprattutto le donne. Inizialmente tutto il ciclo produttivo si svolgeva nelle cascine, ma in seguito le operazioni  dalla sbozzolatura in poi furono svolte nelle filande, che sorgevano vicino a corsi d’acqua.

In tutta la nostra zona, nel corso del 1700, sorsero molti filatoi in cui lavoravano dall’alba al tramonto donne e anche bambine dai 5 anni in su. Era un lavoro durissimo: gravi erano le malattie cui le lavoratrici erano soggette ed elevata era anche la mortalità.

Con l’introduzione della lavorazione del cotone, l’industria serica entrò in crisi e nel comasco resistono solo le seterie che producono tessuti di gran lusso, per i quali sono famose nel mondo della moda.

Un grazie particolare ad Alberta da tutta l’UTE!!!