ute : Erba diventa città – Eurotex-

La professoressa Alberta Chiesa da molti anni collabora con l’UTE condividendo con noi il frutto delle sue ricerche storiche; oggi ci ha parlato di quanto è andata riscoprendo negli archivi cittadini sulla costituzione del  comune di Erba e sul conferimento del titolo di città.

Tra la fine dell”800 e l’inizio del ‘900, Erba comincia a trasformarsi da centro agricolo a centro industriale e commerciale con la nascita di diverse imprese.

Nel 1906 si ha l’unificazione tra i due comuni di Erba e Incino e si hanno le elezioni cui partecipano 368 votanti (la legge elettorale del momento riconosceva il diritto al voto solo agli uomini con un certo censo). Viene eletto sindaco Luigi Zappa al quale succedono poi, Battista Bartesaghi (1911), Angelo Bassi (1914) e il sindacalista Giussani (1920) che introduce molti provvedimenti a favore dei più poveri nel campo dell’istruzione e della sanità, ma per questo deve aumentare le tasse, cosa che lo rende impopolare. Nel 1922 vengono richieste le sue dimissioni e nel gennaio 2023, con l’avvento del fascismo, il Municipio viene invaso e il sindaco Giussano è costretto a dare le dimissioni. Gli subentra un commissario prefettizio a cui seguono nella carica di podestà, fino al 1945, Pietro Frigerio e Pietro Airoldi.

Nel 1928 al comune di Erba-Incino vengono associati  altri cinque comuni limitrofi (Arcellasco, Parravicino, Crevenna, Buccinigo, Cassina Mariaga) e assume le dimensioni attuali.

Nella seconda metà del Novecento, l’agricoltura scompare quasi del tutto, mentre sorgono numerose imprese, commerciali, industriali e artigianali. E’ un periodo di benessere diffuso e vengono realizzate numerose opere pubbliche. Nelle aziende cittadine sono impiegati più di 3300 dipendenti

Nel 1969 il Consiglio Comunale approva la delibera con cui si chiede  per Erba il riconoscimento del titolo di “città”, titolo che viene concesso nel 1970 con un decreto firmato dall’allora Presidente Saragat.

I festeggiamenti vennero però rinviati di un anno, in attesa che si completasse la ristrutturazione di Villa Majnoni, nuova sede del Comune.

Come sempre, l’intervento della dr.ssa Chiesa è stato particolarmente apprezzato dai soci per la sua chiarezza espositiva e per la ricchezza della documentazione.

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EUROTEX -Il dr. Masiero oggi ci ha parlato della sua azienda che si trova in Via Milano. Nel 1998 l’azienda originaria che si occupava di macchine per l’industria tessile, si trasforma e comincia ad occuparsi di lavorazioni particolari sui tessuti, con estrema attenzione alla sostenibilità, alla sicurezza e alla solidarietà (Vedi Codice Etico sul sito della ditta).

Dopo questi primi cenni alle caratteristiche dell’azienda, il dr. Masiero ci ha spiegato schematicamente quali e quanti tipi di fibre tessili esistono e il ciclo di lavorazione che consente di arrivare dalla materia prima al tessuto finito.

E’ un mondo molto complesso e chi lavora con successo in questo settore possiede certamente competenze di altissimo livello.

In questo pomeriggio l’Ute ci ha offerto l’occasione di conoscere meglio la nostra città.

 

 

GIA’ LA PIOGGIA E’ CON NOI (S. Quasimodo)

Quella appena trascorsa è stata una notte di lampi, tuoni e pioggia battente.

Era impossibile dormire. Ogni tanto scrutavo da dietro le imposte per vedere quello che stava accadendo, sperando che non accadesse nulla di grave. Di questi tempi le piogge hanno assunto caratteristiche inquietanti: o restano assenti per lunghi mesi o cadono a dirotto con una forza distruttiva che non conoscevamo prima.

Quasimodo nella poesia che segue parla invece di una pioggia che non fa paura, che scuote appena l’aria, che alimenta i laghetti lombardi e che porta con sé l’annuncio di un anno che sta per finire.

 

Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.

 

 

UTE: La lingua cinese – Il grano dal campo alla tavola.

Dopo averci parlato dell’aspetto geografico della Cina, la prof. Miryam Colombo oggi ci ha illustrato alcuni aspetti della lingua cinese, così diversa dalla nostra.

In Cina si parlano diverse lingue, ma quella prevalente è quella parlata dal 92% della popolazione di etnia HAN (in cinese: 汉族)  che vive nella parte centro-orientale del Paese. Il restante 8%  è composto da 55 etnie diverse che parlano lingue diverse, spesso influenzate dalla lingua parlata nei territori con cui confinano.

La lingua standard, quella fissata dalle regole grammaticali, sintattiche e ortografiche, è utilizzata nei documenti ufficiali e nei mezzi di comunicazione; essa è anche parlata nella zona di Pechino e viene insegnata nelle scuole, ma in genere la lingua parlata dalla popolazione cinese è diversa da quella standard.

La lingua cinese si basa su 418 sillabe rappresentabili con un carattere e ognuna di esse ha un significato preciso; le sillabe però possono essere pronunciate con 4 toni diversi assumendo anche significato diverso. La caratteristica tonale della lingua cinese fa sì che la metà dei suoi musicisti possegga l’orecchio assoluto (capacità di riconoscere una nota al solo sentirla suonare) , cosa invece molto rara qui da noi.

Proprio per le caratteristiche della loro lingua, i cinesi sono molto appassionati ai giochi di parole; il loro numero sfortunato è il 4 la sua grafia richiama la morte (per i latini era il XVII perchè anagrammando le lettere si può formare la parola VIXI= ho vissuto)

I figli prendono il cognome dal padre, mentre il nome viene composto utilizzando a piacere delle sillabe.

Scrivere in cinese non è semplice: esistono 56.000 caratteri diversi, ma normalmente se ne utilizzano 5/6000. Durante la vita scolastica se ne possono imparare 3mila o 3500 e si continua a impararne tutta la vita.

In Cina ci si dà del tu, ci si saluta chiedendo “come stai?” e non si danno baci o abbracci.

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IL GRANO DAL CAMPO ALLA TAVOLA .

E’ stato un interessante excursus nel mondo del grano e della pasta quello che ci ha presentato oggi il giovane docente Simone Frigerio.

A partire dai tipi di grano (tenero per panificazione, duro per la pasta), per passare alle parti che costituiscono un chicco di grano e arrivare al processo produttivo della  pasta.

Per ottenere una buona pasta occorre selezionare il grano migliore, che viene setacciato per eliminare le impurità, poi si passa alla macinatura a pietra o meccanica; si ottengono così vari tipi di farina adatti a produzioni diverse.

L’Italia  produce grano duro al sud e grano tenero (poco perchè non remunerativo) al nord. Siamo i più grandi produttori di pasta al mondo, e ogni italiano consuma 23 kg. di pasta ogni anno.

Pensando a Gaza…

Pensando a Gaza ormai devastata, mi viene una domanda: -Qual è il miglior alleato di Israele?

Forse abbiamo sempre pensato che il miglior alleato di Israele fossero gli Stati Uniti, ma gli avvenimenti di questi giorni mi stanno facendo cambiare idea.

Solo un mese fa se Israele avesse occupato la striscia di Gaza, si sarebbe attirata l’unanime esecrazione da parte di tutti i paesi del mondo, ma l’attacco di Hamas, brutale e selvaggio oltre ogni immaginazione, ha reso tollerabile ora la reazione di Israele che ha l’opportunità di occupare altri territori e di indurre molti palestinesi a cercare un altro posto in cui vivere.

Hamas si illudeva, forse, che uccidendo un migliaio di israeliani inermi avrebbe messo in ginocchio lo stato nemico? Non aveva pensato che la reazione al suo attacco sarebbe stata terribile per il suo popolo? O questo attacco aveva altre finalità?

I più penalizzati , alla fine, saranno proprio quei palestinesi di cui Hamas pretende di difendere i diritti. Con la guerra, Hamas non potrà mai cancellare dalle carte geografiche l’odiato Israele, ma d’altra parte con la guerra Israele non potrà mai garantirsi quella sicurezza cui giustamente aspira.

L’unica possibilità, come sempre sta nel riconoscersi reciprocamente il diritto di esistere e di vivere in modo dignitoso e nel dialogo sincero per trovare un compromesso accettabile da tutte e due le parti.

Che il Signore illumini le menti di coloro che possono decidere di fermare la carneficina e  accolga le tante vittime innocenti di questi giorni; certamente Dio non farà distinzione tra chi porta la kippah e chi porta la kefiah.

 

 

UTE: Le tragedie di Manzoni – La Cina al tempo di Matteo Ricci: il governo

Nel riprendere il discorso sul Manzoni, il prof. Galli ricorda brevemente alcune note biografiche riguardanti lo scrittore, che dopo una giovinezza un po’ scapestrata arriva alla conversione al cattolicesimo  (di impronta giansenista), che segnerà una svolta decisiva nella sua vita e nella sua produzione artistica.

Aderisce al romanticismo, ma terrà sempre presenti tre criteri: il VERO (fedeltà alla verità storica che l’artista può arricchire con sentimenti ed emozioni), l’UTILE (formare coscienze religiose e morali) e l’INTERESSANTE (coinvolgere un pubblico più vasto – la borghesia). Nelle sue opere si fondono illuminismo, romanticismo e cristianesimo.

Tra il 1815 e il 1822 scrisse gli “Inni Sacri” e le “Odi Civili”; tra queste ultime sono da ricordare il “5 Maggio” e “Marzo 1821”.

Per raggiungere un pubblico più vasto, Manzoni pensa che il teatro sia utile allo scopo e scrive le sue tragedie, in cui alla verità storica unisce le sue invenzioni e dove il “coro”, tipico delle tragedie greche, ha il compito di esprimere i commenti e il pensiero dell’autore stesso.

Dopo questa premessa, il nostro docente ci riassume la vicenda storica del “Conte di Carmagnola”, capitano di ventura al soldo del granduca di Milano e poi di Venezia. Accusato di tradimento (accusa non condivisa dal Manzoni) verrà decapitato. Appartiene a questa tragedia il coro famoso soprattutto per il suo incipit (S’ode a destra uno squillo di tromba …), ma  dolorosamente attuale nella sue strofe finali:

….

  Stolto anch’esso! Beata fu mai
gente alcuna per sangue ed oltraggio?
Solo al vinto non toccano i guai;
torna in pianto dell’empio il gioir.
Ben talor nel superbo viaggio
non l’abbatte l’eterna vendetta;
ma lo segna; ma veglia ed aspetta;
ma lo coglie all’estremo sospir.
16.  Tutti fatti a sembianza d’un Solo,
figli tutti d’un solo Riscatto,
in qual ora, in qual parte del suolo,
trascorriamo quest’aura vital,
siam fratelli; siam stretti ad un patto:
maledetto colui che l’infrange,
che s’innalza sul fiacco che piange,
che contrista uno spirto immortal!

La guerra, dice il Manzoni come papa Francesco oggi, è sempre una sconfitta per tutte le parti coinvolte, che dovrebbero riconoscersi come fratelli e figli di uno stesso Dio.

Chi volesse rileggere l’intero inno, può cliccare QUI

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LA CINA AL TEMPO DI MATTEO RICCI: IL GOVERNO.

Come già detto, Matteo Ricci, il gesuita che per primo cercò di portare il Vangelo in Cina, comprese che la sua impresa poteva avere qualche speranza solo se fosse riuscito a innestare il suo annuncio nella cultura e nella civiltà di quel popolo antico. Per questo, studia le istituzioni che in quel momento governano i popoli sottoposti all’impero cinese, governato dalla dinastia Ming.

Il Celeste Impero (così veniva definita la Cina) si reggeva su un sistema assimilabile al nostro feudalesimo, la cui origine può essere datata intorno al 221 a. C. (secondo il parere di Matteo Ricci), quando qui da noi imperversavano le guerre puniche.

C’era a capo un sovrano assoluto, che affidava il governo delle varie province ai “mandarini”, burocrati appartenenti alla nobiltà, appositamente istruiti.

Al giorno d’oggi, in Cina il nome di Matteo Ricci è ancora tenuto in grande considerazione, mentre nessuno ricorda Marco Polo, forse perchè il mercante veneziano appartiene al periodo dell’invasione mongola, che i Cinesi hanno subito con grande umiliazione.

Basterebbe ….

l’ultima notte di Ottobre ci ha portato  nubifragi e vento impetuoso, che hanno provocato allagamenti diffusi e diversi danni anche in zone vicine.

Intorno alle cinque del mattino sono stata svegliata dal frastuono del vento che “muggiva” tra i caseggiati vicini, mentre la pioggia scrosciava violentemente su ogni cosa.

Appena mi sono resa conto di ciò che stava accadendo, il mio primo pensiero è stato: – Sono fortunata: posso starmene qui al caldo e al sicuro, mentre tanta gente in questo momento vive nella paura, al freddo, al buio, senza cibo, senza più nulla al mondo e senza possibilità di trovare conforto e ristoro….

Per certuni è la natura con le sue leggi inderogabili a portare sofferenza, ma in altri casi è l’uomo stesso che diventa il nemico mortale per i suoi simili: basterebbe un po’ di buona volontà da parte di tutti per evitare tragedie immani.

Leggendo “Quando vedo il cielo”

Sto leggendo “Quando vedo il cielo – lettera di condivisione per chi è in ricerca” del giovane sacerdote, nativo di Erba, William Abruzzese.

In questo libro egli esamina diverse teorie filosofiche sugli eterni interrogativi che riguardano la nostra esistenza e fa notare all’inizio come nessuna teoria finora formulata sull’origine dell’universo riesca a spiegare cosa  sia veramente successo nella notte dei tempi.

Per quanto mi riguarda, l’idea di un Dio Creatore mi piace, perché con essa tutto il mio mondo trova un ordine e un senso, senza di essa tutto resta affidato al caso e al …caos e il caos mi disorienta.

Mi piace pensare che se l’uomo va scoprendo sempre più i segreti della natura (sia quella infinitamente grande del cosmo, sia quella infinitamente piccola dell’atomo e delle sue particelle) è perché è stata creata secondo leggi compatibili col nostro pensiero, con le nostre capacità intellettive e che forse in questo consiste il nostro essere fatti “a immagine di Dio” (oltre alla capacità sublime di amare).

Trascrivo alcune righe  sul problema dell’evoluzione, in cui viene riportato il pensiero di M.A. Novak:

“Dio ha scelto di dispiegare la sua creazione nel tempo … …L’evoluzione è un principio organizzatore del mondo vivente: Dio la usa per dispiegare la vita sulla terra. La potenza creatrice di Dio e le leggi dell’evoluzione non sono in conflitto tra loro. Dio agisce attraverso l’evoluzione, ne è la causa ultima”

Anche questa idea mi dà serenità.