Ute: Intelligenza artificiale: nuove frontiere.

L’argomento che, oggi, il dr. Rizzi ha trattato in Sala Isacchi è di estrema attualità e ha dato luogo in questi ultimi tempi a molte discussioni, per le implicazioni straordinarie e forse un po’ inquietanti che ne derivano.

La CHATGPT fa parte dei programmi per conversazioni automatizzate ed è in grado di creare conversazioni simili a quelle umane.

Apparteneva a una società NoProfit di cui faceva parte Elon Musk, il quale però a un certo punto uscì dalla società e fu sostituito da Microsoft. La chatGPT si avvale di un software che simula la struttura del cervello umano ( ha ben 100 miliardi di connessioni) e le macchine costruite con tale software  sono in grado di imparare molte cose, se addestrate in modo adeguato.

La ChatGPT è dotata di un modello linguistico in grado di comprendere il linguaggio umano: può comprendere il senso di una frase e rispondere a domande su argomenti conosciuti, adeguandosi al contesto.

Su internet ci sono diverse possibilità di collegarsi a una chatGPT anche solo digitandone il nome e può essere molto utile in varie situazioni: è in grado di programmare viaggi, di preparare relazioni varie, può fornire assistenza vocale e di scrittura per disabili, sviluppare giochi …

Dopo questi primi accenni alle straordinarie possibilità di questo programma, il dr. Rizzi ci ha mostrato alcuni esempi di utilizzo da lui messi in atto.  Con  il primo test la chatGPT gli ha fornito una relazione sulla rivolta dei Ciompi a Firenze del 1378, che il nostro docente ha poi confrontato con la versione data dalla Treccani:  quest’ultima era certamente migliore.  In seguito  ha chiesto di riassumere un capitolo di “Canne al vento” e anche in questo caso il risultato è stato certo strabiliante, ma se confrontato con lavori simili eseguiti da mente umana se ne evidenziano i limiti.

In conclusione possiamo dire questa nuova tecnologia può essere utile in certe situazioni, ad esempio  per velocizzare il reperimento di informazioni o la stesura di un articolo, ma bisogna poi essere in grado di valutarne gli elaborati, che non sono esenti da errori e imprecisioni.

In definitiva è consolante sapere che una macchina è sempre una macchina e non è certo superiore al cervello umano, ma viene da pensare a cosa potrebbe accadere se questa tecnologia fosse utilizzata da malintenzionati…

N.B. Per un impegno, non ho potuto assistere alla lezione di don Vismara, mi dispiace…

 

UTE: Saggezza della Cina e filosofia dell’Occidente.

Per una serie di motivi non ho potuto presenziare alle lezioni di Venerdì scorso, tuttavia ho potuto seguire la lezione del dr. Porro tramite la registrazione cortesemente inviatami dal nostro Presidente che ringrazio.

Ecco perciò alcuni pensieri tratti dall’ascolto:

Fran¢ois Julien, filisofo francese contemporaneo è andato in Cina dopo la Rivoluzione Culturale e ha confrontato tra la cultura confuciana e quella occidentale, infatti solo confrontandoci con l’altro possiamo capire chi siamo davvero.

Il tema della saggezza è stato sviluppato nel mondo greco: saggezza è conoscenza della vita, la sapienza invece riguarda più l’istruzione, il sapere.

Il saggio sa gustare la vita, forse il sapiente non lo fa; gli antichi  filosofi raccomandavano di perseguire la atarassia, la saggezza, il non lasciarsi turbare dalle vicende della vita, lasciandosi andare all’andamento della natura. La saggezza però  in occidente non ha avuto grande sviluppo, mentre in Cina non si è sviluppata la filosofia.

La Cina ha elaborato un pensiero forte: non si è interessata della filosofia , ma della saggezza. Il saggio è senza idee. Il filosofo è ricco di dubbi.

Ogni filosofo assume un’idea che è forzatamente parziale e il successore gli si contrappone; la filosofia non risponde alle domande, ma studia il modo migliore di porle.

Il saggio secondo Confucio deve fare il vuoto in se stesso.. Il vuoto è essenziale e  dà senso alle cose attorno a noi. Facendo il vuoto in se stesso il saggio resta aperto alle varie fasi del vivere.

Noi occidentali abbiamo dato importanza al Tempo, che annulla ogni fase precedente, il nostro vivere è sottoposto al giogo del Tempo: concepiamo la vita come una linea che ha un inizio e una fine, e ci siamo concentrati su quest’ultima concludendo spesso che il vivere è vano, perché svanirà.

I Cinesi cercano di vivere il momento, ogni fase della vita, cogliendo ogni momento favorevole. Non siamo in una valle di lacrime, ma siamo accolti dal mondo e dipende da noi sfruttare al meglio le nostre opportunità. Ogni momento va vissuto al meglio.

Nei dialoghi di Confucio i discepoli pongono domande e Confucio spesso non risponde o è evasivo; non c’è bisogno di parlare (il cielo non ha bisogno di parlare), l’importante è mantenersi in sintonia con il creato. L’alternarsi delle fasi Yang e Yin scandisce il processo della natura e ci si deve adeguare ad esso . In Occidente diamo importanza all’azione, nella tradizione cinese non è così, il taoismo dice “fa in modo di non agire”.

Secondo Julien un’azione è efficace quando consegue il suo fine. L’efficienza si misura col rapporto tra il fine e il mezzo utilizzato.

Noi siamo attratti dagli eventi spettacolari, i Cinesi invece dicono che “il grande generale è quello di cui non si sente parlare”: la guerra si risolve osservando la situazione in cui si deve agire e attraverso interventi minimi si riesce a mettere in difficoltà l’avversario.

Le azioni spettacolari non hanno efficacia nel lungo periodo. Sono più efficaci le trasformazioni silenziose.. lente, bisogna fare attenzione agli indizi, anche in educazione e intervenire prontamente per evitare che la situazione si aggravi.

Bergson diceva che vivere è un processo, è invecchiare, ma non esiste la vecchiaia, esiste il processo dell’invecchiamento.

Il saggio per i cinesi non ha alcun insegnamento da proporre; la verità per i Greci è portare alla luce quanto è nascosto. I Cinesi anticamente non conoscevano nemmeno la parola verità. Il saggio vuole essere adeguato e in sintonia con il mondo, non invita a conoscere il mondo, ma chiede di mantenere la connivenza con il mondo.

La filosofia ha una sua storia, la saggezza no. Il saggio indica come vivere non come pensare.

Il saggio non contesta il potere politico, e nella tradizione cinese non c’è l’atteggiamento della contestazione.

La Cina non ha mai conosciuto la democrazia e non  concepisce il ruolo dell’opposizione.

Veramente molto interessante questa lezione del bravissimo prof. Porro

Lo strano caso dei wallaby.

In questo articolo de “La Provincia di Lecco” si può trovare una storia curiosa, per la quale si stanno mobilitando molte persone nella zona di Erba e di Lecco.

I wallaby sono piccoli marsupiali, che, per effetto di una legge scritta forse troppo frettolosamente, da un giorno all’altro sono stati etichettati non più come timidi e innocui erbivori ma pericolosi animali esotici. Così la piccola “colonia” di questi animali, che vive da molti anni  sull’isola del Lago di Pusiano, in condizioni di libertà in un ambiente paradisiaco, ora si ritrova in Toscana a vivere in gabbie e recinti .

Perché non è data ai giudici la possibilità di giudicare secondo lo spirito della legge e  devono invece attenersi pedissequamente alla lettera?

Si sa che la lettera uccide…

UTE: La comunicazione suggestiva – Diffusione del Cristianesimo nel territorio briantino.

Con questa lezione la dr.ssa Maria Adele Pozzi ha spiegato il motivo per cui i truffatori prendono di mira preferibilmente gli anziani.

Il nostro cervello infatti si compone di tre parti: la parte rettiliana  soprassiede agli istinti, una seconda  parte o sistema limbico regola le reazioni e la terza parte o neo-corteccia è sede della razionalità e del pensiero ed è anche quella che completa il suo sviluppo intorno ai 25 anni, ma è anche la prima a risentire dei danni da invecchiamento.

Tutti noi siamo sottoposti a stress in modo diverso a seconda delle situazioni in cui ci troviamo, ma è anche diverso in ognuno di noi il livello di tolleranza dello stress. In caso di pericolo, può accadere a una persona anziana di non riuscire a controllare pienamente le emozioni e di non trovare il modo più efficace per reagire.

Importante è saper riconoscere le intenzioni delle persone con cui ci troviamo a interagire. Le tecniche suggestive (quelle messe in atto dai truffatori) puntano alla nostra emotività e tendono a farci confondere, tanto da non riuscire a trovare la reazione giusta, più appropriata.

Il trauma da truffa è molto pesante e persiste nel tempo, portando alla depressione. In questi casi è bene non chiudersi in sé stessi per la vergogna di essersi lasciati circuire, anzi bisogna parlarne coi familiari  e se necessario ricorrere anche allo psicologo o allo psichiatra.

E’ poi sempre bene segnalare truffe andate a segno o anche solo tentativi di truffa alle autorità, senza lasciarsi frenare da timori ingiustificati.

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Don Alessandro Vismara continua il discorso sulla diffusione del cristianesimo nelle nostre zone soffermandosi sul termine Brianza.

In origine, il termine stava ad indicare il monte omonimo e un ristretto territorio circostante su cui sorgevano alcune chiese; esso è comparso per la prima volta in un documento, relativo a una donazione di terreni, datato 16 agosto 1107.

Con i Visconti si cominciò a parlare di Martesana (termine che deriva probabilmente da Castelmarte, luogo in cui sorgeva una fortificazione militare romana)  per indicare un vasto territorio che andava da Milano a Erba, Cantù, Agliate, e tanti altri. In questi territori nel corso del IV secolo d.C. era ancora prevalente il culto pagano; solo nel V secolo sorsero le prime chiese e i primi battisteri (prima bisognava andare a Milano per farsi battezzare). I primi luoghi di culto cristiano sorgevano all’interno delle ville padronali (forse abbandonate) e vennero chiamate chiese plebane quelle che erano frequentate da tutta la popolazione del territorio in cui sorgevano. Le chiese plebane furono poi chiamate “pievi” e tale denominazione rimase fino al 1972 (quando furono sostituite dai decanati).

L’uso dell’acqua, dell’incenso, delle processioni e delle rogazioni  già presente nel culto pagano venne adeguato alle esigenze della nuova religione.

Tra le pievi più importanti possiamo ricordare quella di Incino (Erba) e quella di Agliate, entrambe sorte accanto a un punto di guado del Lambro.

Le prime lapidi con scritte cristiane risalgono al V secolo; le lettere B.M. (alla buona memoria) contraddistinguono le iscrizioni cristiane, mentre le lettere D.M. (Dei Mani) caratterizzano le sepolture pagane.

Ute: Il secolo cinese(?) – “Lourdes” di E. Zola.

La dr.ssa Myriam Colombo, per la prima volta all’UTE, ci ha fatto un breve excursus sulla storia più recente della Cina, che in questi ultimi decenni sta  acquisendo un sempre maggior peso nelle vicende del mondo.

Le origini della civiltà cinese risalgono a 6000 anni  prima della nascita di Cristo e si parla di impero cinese dal 211 a.C. fino ai primi anni del 1900.  A più riprese la Cina, durante la sua lunga storia  ha subito vari tentativi di colonizzazione da parte di vari stati (Portogallo, Inghilterra, Giappone, Russia).

Nel 1911 l’imperatore del momento cerca di introdurre delle riforme, ma ormai il declino è inarrestabile e si ha una fase di transizione in cui il potere è gestito da oligarchi locali fino alla comparsa sulla scena di Chiang Kai-shek che riunì la Cina, ma nel 1927 scoppiò la guerra civile che vide contrapposti il suo partito nazionalista e il partito comunista guidato da Mao Zedong (o Mao Tse tung). La guerra durò più di vent’anni e terminò con la fuga di Chiang Kai-shek sull’isola di Formosa (Taiwan) e con l’instaurazione di un regime comunista con a capo Mao Zedong., che governò fino alla sua morte nel 1976. Gli succedette Den Xiao Ping che introdusse delle riforme e in Cina si instaurò un socialismo di mercato che consentì la modernizzazione dell’agricoltura e l’apertura agli investimenti stranieri; ciò consentì a una ristretta élite di arricchirsi, ma la popolazione non ne ebbe benefici sensibili. Nel 1989, i giovani di Pechino scesero in Piazza Tienanmen per chiedere riforme, ma la loro protesta fu repressa molto duramente.

OGGI, la Cina ha 1.400.000.000 di abitanti, il 18% della popolazione mondiale, compresi i 50 milioni di cinesi residenti all’estero; la parte più densamente popolata è la zona a Est, che si affaccia sull’oceano; le due città più importanti sono Pechino (20 milioni di abitanti) e Shanghai (27 milioni).

I diritti civili fondamentali sono negati alla maggior parte della popolazione e le condizioni di vita delle  56 minoranze etniche sono anche più difficili. Su tutti i mezzi di informazione viene esercitata una ferrea censura. Il potere è esercitato da membri del partito comunista, i cui rappresentanti si riuniscono ogni 5 anni per eleggere chi ricoprirà le cariche più importanti. Attualmente Xi Jinping è al suo terzo mandato come capo della Repubblica Popolare Cinese.

Dal 2001 la Cina è entrata a far parte del WTO e da quel momento è iniziato un periodo di grande crescita: i suoi prodotti hanno invaso il mondo facendo concorrenza a tutte le altre nazioni ed è ora la seconda potenza economica al mondo.

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LOURDES – Le apparizioni della Madonna a Bernadette Soubirous ebbero subito grande risonanza in Francia e accesero un vivacissimo dibattito tra i conservatori (tra cui i cattolici) e la sinistra al governo che arriva a proibire i pellegrinaggi e a minacciare di chiudere la grotta di Lourdes.

Zola durante un viaggio, si ferma a Lourdes e conosce il famoso medico Charcot, che ritiene che molti presunti miracoli siano da attribuire a isteria e Zola sposa questa teoria.

Nel suo romanzo intitolato appunto “Lourdes” … racconta il viaggio di un giovane sacerdote, Pierre Froment, tormentato da continui dubbi sulla fede, che da Parigi si reca a Lourdes, affascinato dai racconti di miracolose guarigioni e dalla figura di Bernadette, la pastorella che attraverso le apparizioni della Vergine diede inizio al suo culto nella cittadina pirenaica. Il viaggio, che dura cinque giorni, sarà caratterizzato da drammi ma anche singolari guarigioni, specie quella della sua amica d’infanzia Maria, ma non permetterà al sacerdote di recuperare la fede. (da Liber-liber.it)

Il prof. Porro parla sempre con grande passione degli autori francesi, delle opere dei quali cura o ha curato  la traduzione .

Film: Io capitano.

Il film inizia in un villaggio del Senegal dove due cugini, Seydou e Moussa, di nascosto dalle rispettive famiglie, stanno raccogliendo soldi per fare “il viaggio” verso l’Europa per poter migliorare le condizioni di vita della propria famiglia. Il villaggio è molto povero, la gente  riesce appena a soddisfare i bisogni essenziali, ma non  perde mai l’occasione per fare festa insieme. La madre di Seydou viene a sapere del progetto del figlio e ne rimane molto addolorata, ma il ragazzo una notte parte col cugino.

Da quel momento comincia un’autentica “via crucis ” infestata da pericoli d’ogni genere e soprattutto da trafficanti disumani che non esitano a derubare i migranti e ad infliggere pene inaudite a quelli che non possono pagare. In tutto questo orrore, Seydou ha la fortuna di incontrare un uomo che rivede in lui il figlio della stessa età: insieme riusciranno a riguadagnarsi la libertà e il ragazzo raggiungerà le coste della Libia dove, non avendo il denaro per pagare il viaggio per sé e per il cugino, accetterà, lui che non ha mai visto una barca, di guidare il peschereccio che lo porterà insieme a tanti altri disperati verso le coste italiane.

Questo film è molto coinvolgente, emozionante e a tratti sconvolgente; è stato scritto basandosi sulle vicende reali di diversi migranti.  I protagonisti,  pur vivendo le atrocità più impensabili, non perdono la loro umanità, a differenza dei trafficanti che per il danaro non esitano a compiere le bassezze peggiori.

Tutti dovrebbero vedere questo film-documento, soprattutto quelli che pensano che i migranti siano solo gente che viene qui per  spirito di avventura o per ingrossare le fila della malavita.

Leggendo i giornali…

Leggendo i giornali di oggi si è sopraffatti dall’orrore: orrore per i massacri e le decapitazioni di persone inermi da parte di Hamas, orrore per l’assedio di Israele alla striscia di Gaza che toglie il necessario per vivere a tanti innocenti.

E mi sorge una domanda: a chi giova l’attacco di Hamas? Certamente non alla causa palestinese, sulla quale getta un’immagine di spietata ferocia in grado di attirare solo diffidenza e ostilità da parte di tutto il mondo. E allora perché? Quale mano nascosta ha dato il via a questo assurdo bagno di sangue?

E la reazione di Israele così efferata gioverà allo Stato di Israele? Credo che servirà solo a soddisfare l’orgoglio ferito dei suoi capi, non certo a garantire ai suoi cittadini un futuro più sicuro.

In questa parte del mondo pare che il solo filo conduttore da entrambe le parti in causa sia il desiderio di una inutilmente tragica vendetta, che non fa che far lievitare l’odio reciproco in una spirale senza speranza.

Ute: La Cina al tempo di Matteo Ricci. – La cristianizzazione nei territori briantei.

Data l’importanza della Cina odierna sia in campo politico che  economico, vale la pena cercare di conoscerla per meglio comprendere il suo ruolo nel mondo d’oggi. Ma non si può conoscere un paese se non si risale alla sua storia e don Ivano oggi ci guida sui passi di Matteo Ricci (1552- 1610) il primo occidentale, dopo Marco Polo, a raccontare attraverso i suoi resoconti la Cina che andava scoprendo.

Matteo Ricci era un gesuita di Macerata; a bordo di navi portoghesi arrivò a Macao e da lì si pose in cammino per raggiungere Pechino. Aveva una solida preparazione come geografo e intendeva studiare la lingua e la cultura cinese tenendo sempre presente  il suo obiettivo: portare il messaggio evangelico ai diversi popoli della Cina.  Il suo atteggiamento di profondo rispetto e il suo desiderio di potersi relazionare con la gente del posto, lo indussero a farsi cinese tra i Cinesi: si vestiva secondo il costume locale, imparò la lingua scritta e parlata, disegnò innumerevoli carte geografiche per descrivere i territori che andava conoscendo e relazionava le sue esperienze periodicamente ai suoi superiori in Europa. Naturalmente questo suo modo di operare non era visto di buon occhio dalle gerarchie ecclesiastiche ed era considerato con sospetto, tanto che i suoi scritti furono resi pubblici solo nel 1940.

Ricci racconta quanto sia immenso questo paese, come tutti vestano abiti di seta, data l’enorme, millenaria produzione di tale tessuto e racconta la diffusa abitudine di cibarsi di carne di cavallo; ripercorre la storia antica di questo paese, che ha visto fasi alterne di splendore e decadenza, sapendo però sempre riprendersi. I Cinesi si considerano al centro del mondo e Matteo Ricci disegna carte geografiche in cui la Cina è al centro delle terre conosciute.

Ora i resti mortali di Matteo Ricci vengono conservati a Pechino presso la sede del Partito Comunista Cinese ed è ricordato con grande rispetto.

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DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO NEI TERRITORI BRIANTINI.

Don Alessandro Vismara, parroco di Buccinigo, ci ha parlato di come il Cristianesimo si sia diffuso prima nelle terre del Medio Oriente, confinanti con la Palestina. Il comando di Gesù ” Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo”, non lascia dubbi: il messaggio cristiano è rivolto a tutti gli uomini e per questo gli apostoli si sparsero nelle regioni dell’impero romano fino ad arrivare nella città dei Cesari (Paolo e Pietro). Ben presto però cominciano le persecuzioni; le prime avvengono proprio ad opera dei giudei. I primi martiri sono Stefano e Giacomo (fratello di Giovanni). Svetonio parlò dei cristiani come di una setta all’interno del giudaismo. Poi è l’impero a perseguitare a più riprese  i cristiani, fino all’editto di Milano del 313 con il quale l’imperatore Costantino riconobbe ai cristiani il diritto di professare liberamente la propria fede.

Nel III e nel IV secolo Milano era capitale dell’impero; era una città ricca e popolosa, nella quale però imperversavano lotte feroci tra i cattolici e gli ariani, anche se la maggior parte della popolazione era ancora pagana. A portare pace fra le due fazioni, fu il Vescovo Ambrogio, che lasciò un profondo segno nella chiesa milanese.