Tre giorni tra terra e cielo.

La Parrocchia di Arcellasco propone per la fine di Aprile (gg. 25 – 26 – 27 – 28) un pellegrinaggio che ci vedrà visitare cinque tra i più grandi santuari italiani come potrete vedere dalla locandina e dal programma allegato. Iscrivetevi e potremo trascorrere alcuni giorni sospesi tra terra e cielo.

Per vedere la locandina cliccare su:  cinque santuari-aprile 2023

Per visionare il programma cliccare i cinque santuari 2

 

Letture: “Ma il cielo non risponde.

“Ma il cielo non risponde” è un romanzo di A.J. Cronin che ho trovato nella piccola biblioteca della “Sala Argento”, il locale in cui noi, donne “diversamente giovani”, ci ritroviamo ogni lunedì pomeriggio per stare in compagnia o, se necessario, per fare qualche lavoretto per la parrocchia o per i malati.

Il romanzo racconta di un’amicizia tra due bambini, uno, lo stesso Cronin che vive con la mamma in povertà, e il suo amico Desmonde Fitzgerald, benestante, bello, intelligente, dalla voce d’angelo.

Frequentano la stessa scuola e spesso la mamma di Desmond affida alla mamma di Cronin dei lavoretti e cerca di aiutarla in tanti modi. Una volta cresciuti i due ragazzi scelgono strade diverse: Cronin vuole diventare uno scrittore, Desmonde sceglie di diventare sacerdote e si trasferisce in un seminario in Spagna; da questo momento la storia viene raccontata attraverso le lettere che Desmonde scrive all’amico di sempre.  Una volta ricevuta l’ordinazione, il giovane sacerdote viene inviato in una piccola parrocchia irlandese, dove per la sua bontà e per la sua voce meravigliosa conquista tutti i parrocchiani …. purtroppo conquista anche una ragazzina ribelle che in modo subdolo lo seduce rimanendo incinta. Il giovane sente il dovere di occuparsi di lei e del suo bambino, perciò abbandona l’abito talare e la sposa, ma presto questo matrimonio si rivela un vero disastro: la giovane è viziata e non si adatta alla vita piena di sacrifici che Desmonde può offrirle, perciò poco dopo la nascita della bambina se ne va con un altro, lasciando la figlia presso la zia che aveva accudito anche lei.

Desmonde perde la fede e si trova nella disperazione più nera: si sente un uomo fallito e vorrebbe por fine ai suoi giorni, ma il suo amico Cronin gli fa incontrare un agente di spettacolo che, a Hollywood, lo ingaggia come cantante. Il successo è enorme e col successo arrivano anche i soldi: Desmonde può ricompensare tutti quelli che lo avevano aiutato nel momento del bisogno, ma ritrova la sua serenità solo quando  i vecchi amici lo aiutano a riprendere il suo cammino interrotto e, guidato dalla  fede ritrovata, va come insegnante in terra di missione.

In questo romanzo Cronin punta il dito sul celibato imposto ai sacerdoti cattolici  e, visto il dibattito in atto nella Chiesa tedesca, il tema è incredibilmente attuale.

A Brescia sulle orme di Paolo VI

Non dico certamente nulla di nuovo, affermando che ovunque il nostro paese offre meraviglie di arte, di cultura e di storia.

Paolo VI 3Il pellegrinaggio di sabato a Brescia mi ha fatto conoscere una città diversa da quella che avevo sempre immaginato, visto che non mi ci ero mai soffermata. Ne avevo l’idea di una città industriale un po’ grigia, poco attraente, invece ho scoperto che nasconde tesori inestimabili: il duomo vecchio con la sua struttura originalissima, inconsueta ti sorprende anche per la sua austera semplicità che ti riporta indietro di un millennio. E che dire della chiesa del Corpo e del Sangue di Cristo, meglio nota come del San Cristo? Non è più adibita al culto, ma le sue pareti e il suo soffitto sono meravigliosamente affrescati con immagini altamente suggestive. Sfortunatamente non abbiamo potuto sostare nella zona del foro romano o al museo di S. Giulia: occorrerebbe una giornata intera dedicata a questi siti per poterli apprezzare. L’ultima tappa era a Rodengo di Saiano, dove ci ha accolto un frate olivetano che ci ha illustrato la storia, l’architettura e le opere d’arte dell’antica abbazia dedicata a S. Nicola e a Paolo VI.

Già, Paolo VI …. in tutto il nostro pellegrinaggio abbiamo incontrato questa figura che ha segnato il secolo scorso e ha lasciato grande impronta di sè in ogni luogo in cui ha esercitato la sua missione religiosa.

Ute: Fermo e Lucia: confronto tra i personaggi – La rivoluzione industriale nell’erbese

Don Ivano continua l’analisi di “Fermo e Lucia”  iniziata la lezione precedente, ribadendo che la storia raccontata in questa prima edizione è la stessa raccontata ne “I Promessi Sposi”, ma diverso è il posizionamento degli episodi e molto più “levigati” sia gli episodi, che i personaggi che il linguaggio.

Don Ivano mette a confronto i personaggi del Conte del Sagrato con l’Innominato  e la Monaca di Monza nelle due diverse versioni del romanzo. Continue reading “Ute: Fermo e Lucia: confronto tra i personaggi – La rivoluzione industriale nell’erbese”

Centro Italiano Femminile: una storia gloriosa.

E’ tempo di tesseramento per il CIF (Centro Italiano Femminile).

Molti si chiederanno :- Cos’è il CIF? – e forse assoceranno questo nome a un vecchio detersivo.

Infatti è un’associazione gloriosa, ma in declino come una principessa decaduta e squattrinata. Rovistando nei suoi archivi si scopre tuttavia quanto sia stato importante il suo apporto   nel campo dell’assistenza ai bambini, quanto abbia fatto per promuovere la partecipazione delle donne alla vita politica, rendendole più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.

La sua nascita risale ai tempi difficili della fine della Seconda Guerra Mondiale, quando  tutto era da ricostruire e le donne potevano finalmente esercitare il loro diritto di voto.  Ecco qualche nota storica rintracciata in internet su quel periodo :

Il Centro Italiano Femminile (CIF), fondato ufficialmente nel 1945 dalle donne cattoliche e presieduto da Maria Federici,  deputata alla Costituente, fu un’organizzazione collaterale dell’Azione Cattolica e, quindi, di appoggio alla DC. La data ufficiale della costituzione del CIF risale al dicembre 1945, momento dell’approvazione formale di Pio XII, ma già dall’autunno dell’anno precedente a Roma le donne cattoliche avevano dato vita al movimento e il 16 marzo del 1945 su Azione Femminile (organo del Movimento Femminile DC) era comparso l’appello alle adesioni.
Chiari i compiti del nuovo movimento: coordinare e concentrare le iniziative benefiche, le opere sociali, l’attività assistenziale ed educativa delle associazioni femminili. Il CIF inoltre, in vista delle nuove responsabilità civili e dei nuovi compiti sociali ai quali le donne erano chiamate, si proponeva di promuovere “la soluzione dei problemi della vita femminile e sociale secondo lo spirito e la dottrina cristiana”, nonché “di preparare la donna mediante lo studio, la propaganda e l’azione, all’esercizio dei diritti civili e politici e all’adempimento dei doveri” conseguenti.

Ora naturalmente le donne  sono molto più emancipate, rispetto agli anni ’40 del secolo scorso, ma il CIF continua ad operare  soprattutto nelle scuole superiori proponendo corsi di avviamento al volontariato e di supporto psicologico. Noi del CIF di Erba ci gloriamo di aver dato un contributo determinante nella fondazione dell’Università della Terza Età e di continuare a supportarla con impegno appassionato.

Per tutto questo io continuo a iscrivermi al CIF ed estendo il mio invito a fare altrettanto alle amiche che, bontà loro, leggono questa pagina.

Ute: La pelle: come proteggerla – La successione ereditaria.

Col passare degli anni, la pelle invecchia e l’effetto del suo invecchiamento è visibile soprattutto sul viso. E se Juan Ponce de Leon cercava la fonte della giovinezza nel Nuovo  Continente, noi oggi possiamo trovarla più comodamente in un centro estetico.

Negli ultimi 50 anni  si sono trovati molti metodi per limitare i danni al viso, ma solo ultimamente si stanno cercando sistemi sempre meno invasivi e più sicuri,  anche se il loro effetto è di breve durata.

Sono molto diffusi i trattamenti a base di tossina botulinica, efficaci sulle rughe meno profonde. Altrettanto diffusi i filler , cioè riempitivi per guance e labbra, che devono comunque essere ripetuti spesso. Fino a qualche anno fa si ricorreva al silicone, che aveva effetti duraturi, ma ora è proibito per  la sua provata nocività. L’acido ialuronico, usato con ottimi risultati in ortopedia per lubrificare le articolazioni, oggi viene usato anche per ovviare almeno in parte alle rughe, sia superficiali che profonde, ma l’efficacia dei trattamenti è solo temporanea (3/4 mesi). I filler sintetici producono effetti duraturi, ma non sono privi di effetti collaterali. Il lipofilling consiste nell’iniettare nelle parti interessate del grasso cutaneo (prelevato dalla persona trattata). Il resurfacing è sempre preceduto da un peeling con varie metodologie ed è sempre seguito da terapie antiinfiammatorie.

Il prof. Lissoni ci ha poi illustrato le varie tecniche di peeling e altri nuovi metodi per combattere l’invecchiamento della pelle.

Poi il nostro docente si è soffermato sui Tatuaggi, la cui moda è iniziata negli anni ’60 e si è poi diffusa sempre più essendo stata veicolata da personaggi famosi dello spettacolo e dello sport, ma ora parrebbe in calo, anche perchè i tatuaggi sono facili da fare, ma difficili da cancellare.

Sono poi veri e propri interventi chirurgici quelli che si rendono necessari per fare lifting facciale, blefaroplastica (per eliminare borse degli occhi e palpebre cadenti), e autotrapianto di capelli (molto costoso).

Per ognuno dei trattamenti illustrati, il prof. Lissoni ha indicato il costo relativo  e questo ha scoraggiato i presenti: non sono certo alla portata della maggior parte dei pensionati!!!

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LA SUCCESSIONE  EREDITARIA – Il nuovo, giovane docente, Alessandro Pontiggia, ci ha illustrato le modalità previste dalle  leggi che regolano la successione ereditaria, ma la materia squisitamente tecnica dell’argomento mi dissuade dal tentare di riassumere, visto che sarebbe facilissimo incorrere in errori e omissioni importanti.

E’ comunque stata una lezione interessante, che è stata seguita e accompagnata da varie domande dei presenti.

Dio e la Costituzione non discriminano.

Come si può leggere in questo articolo di “La Provincia di Como”,  a Erba e a Cantù, città amministrate dalla destra, gli Italiani di fede musulmana sono discriminati al punto che non è loro consentito di celebrare il Ramadan, perchè il Comune non concede loro un posto per riunirsi in preghiera.

Addurre motivi pretestuosi per negare questo diritto Costituzionale significa creare discriminazioni che possono sfociare in giustificate manifestazioni di protesta, significa non volere l’integrazione di cittadini considerati (è il caso di dirlo) “figli di un Dio minore”.

Come spesso dice don Ivano nelle sue lezioni all’UTE, Dio non è cattolico, non è protestante, non è musulmano: Dio, se esiste ( e io credo che esista), è DIO di tutti ed è Uno Solo, siamo noi, nella nostra ristrettezza mentale a dargli etichette diverse.

So che i partiti di opposizione, sia a Cantù che a Erba, stanno appoggiando le giuste rivendicazioni dei nostri concittadini islamici e spero che riescano a far rispettare la Costituzione anche in terra leghista.

Aggiornamento: Il TAR ha sospeso l’ordinanza del comune, quindi i musulmani di Cantù e di Erba potranno celebrare il loro Ramadan

Ute: Russi a Erba e dintorni prima e dopo la Rivoluzione Russa – Cognitivismo e psicanalisi: due approcci all’arte.

Molti Russi hanno dimorato più o meno a lungo a Erba , ma del resto anche molti artigiani comaschi hanno abbellito le città russe.

Per noi Italiani pensare alla Russia vuol dire evocare immagini di steppe e foreste sterminate, di paesaggi innevati; e, per contro, per i Russi l’Italia ò il paese del sole, dell’arte, della buona cucina, insomma anche per loro l’Italia è il Bel Paese.

Sulla scia di questo stereotipo, la nonna dell’ultimo zar fu consigliata dai medici di venire in Italia per curare la tubercolosi da cui era affetta e si stabilì a Sanremo. Questo fatto indusse molti nobili ad emularla e, sulla strada per la Liguria passavano per Milano (per andare alla Scala)  e venivano a visitare le nostre zone, scelte dalla nobiltà milanese per la villeggiatura. A Villa Amalia (una delle tantissime ville aristocratiche dei dintorni) arrivavano artisti, scrittori, poeti  e personaggi che animavano la vita mondana di Milano.

Tra questi ultimi possiamo ricordare Giulia Palen Samoyloff, una giovane ricchissima vedova russa che fu ospite dei proprietari di Villa Amalia, i Marietti che da setaioli erano diventati poi banchieri. Amava il lusso più sfrenato, dava grandi feste ed era solita fare il bagno nel latte, che poi veniva venduto dai suoi domestici a un pasticcere della città che lo utilizzava per dolci e gelati, di cui i milanesi andavano ghiotti.. Quando si innamorò di un semplice musicista, lo Zar blocco le sue proprietà e lei dovette vivere con l’eredità lasciatale dal nonno italiano. Nel 1848 dovette lasciare Milano, perché sospettata di sentimenti filoaustriaci e fuggì a Parigi.

Molti altri notabili russi si stabilirono per periodi più o meno lunghi sulle rive del lago di Como e nell’erbese, soprattutto dopo la Rivoluzione del 1917, seguita da una terribile guerra civile tra Bianchi e Bolscevichi e fu così che la contessina Camilla Parravicini sposò il conte Sossnovskij e il marchese Majnoni ebbe spesso come ospite Eva Apraksin che era riuscita a lasciare la Russia con tutti i suoi gioielli cuciti dentro i vestiti e saranno quei gioielli a consentirle di mantenersi in Italia.

E’ stato un vero piacere ritrovare come docente un amico di vecchia data dell’Ute : lo storico Giorgio Mauri, che ci ha intrattenuto in modo piacevole e avvincente.

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COGNOTIVISMO E PSICANALISI: due approcci all’arte.

Il Cognotivismo è quella corrente di pensiero, che contrapponendosi al comportamentismo, sostiene che l’individuo risponde attivamente agli stimoli che gli provengono dall’ambiente esterno in modo diverso a seconda delle proprie esperienze e delle informazioni di cui dispone.

Come esempio la prof.ssa Tatafiore ci ha mostrato una foto a cui si potevano dare interpretazioni diverse, ma quando su di essa è  comparsa la scritta “cielo” , non si potevano più avere dubbi: si trattava di una finestra.

E’ seguita poi un’altra immagine, che poteva essere interpretata in due modi diversi: poteva rappresentare sia il muso di una lepre sia una testa di anatra: solo dopo aver dato un significato alla nostra percezione visiva eravamo in grado di definire cosa stavamo vedendo. A questo proposito Gombrich afferma che non è possibile separare la forma dell’immagine dalla sua interpretazione; l’arte va guardata come segno e non come oggetto.

La nostra mente modifica o integra ciò che i sensi percepiscono per dargli un senso. Prima cogliamo globalmente l’immagine, poi cogliamo i particolari e a volte la nostra interpretazione cambia man mano che cogliamo il senso di tali particolari.

Certamente nuova e interessante questa lezione della prof. Tatafiore, anche se l’argomento non è proprio dei più semplici.