Quand il est mort le poète….

1 Quand il est mort le poète,
Quand il est mort le poète,
Tous ses amis,                                                         Quando è morto il poeta, tutti i suoi amici
Tous ses amis,                                                           piangevano.
Tous ses amis pleuraient.

2 Quand il est mort le poète,
Quand il est mort le poète,                                Quando è morto il poeta
Le monde entier,                                                    il mondo intero piangeva.
Le monde entier,
Le monde entier pleurait.

3 On enterra son étoile,
On enterra son étoile,                                         Seppellimmo la sua stella
Dans un grand champ,                                        in un grande campo
Dans un grand champ,                                         di grano.
Dans un grand champ de blé.

4 Et c’est pour ça que l’on trouve,
Et c’est pour ça que l’on trouve,                       Ed è  per questo che lo si trova
Dans ce grand champ,                                          in questo grande campo di
Dans ce grand champ,                                           mirtilli.
Dans ce grand champ de bleuets

A questo link potrete ascoltare  questa canzone in una suggestiva interpretazione dell’ autore: watch?v=9vqMDujXLyc

Mi pare giusto aggiungere che , mentre in italiano non ha molto senso la trasformazione di un campo di grano in un campo di mirtilli, in francese l’ assonanza tra le parole “blé = grano” e “Bleuets = mirtilli” ( che fanno anche rima) dà, a mio parere, l’ idea che la poesia può trasformare la realtà , rendendola più piacevole e accattivante.

Parafrasi: l’ ultima notte di attesa…

La sue notti erano diventate sempre troppo lunghe e difficili, da molto, troppo tempo…Dormiva poche ore e si svegliava di colpo sempre alla stessa ora, quando era ancora notte fonda e allora cominciava a pensare…avrebbe voluto distrarsi pensando ai lavori da fare nei campi, agli animali da portare al pascolo o al mercato, ma la sua mente ritornava subito a quel figlio  lontano…a quando gli aveva chiesto con un po’ di arroganza la parte di beni che gli spettavano per andarsene . Era sempre stato il suo figlio più vivace, più fantasioso, più intelligente, ma  anche il più irrequieto, quello che non era mai contento, che aveva sempre la smania di scoprire cosa ci fosse al di là delle colline o al di là del fiume….e per questo lo aveva amato tanto.  Per questo , quando aveva manifestato il desiderio di andarsene, non si oppose: sarebbe stato inutile e a nulla sarebbero valse le sue preghiere, i suoi ammonimenti….

Era partito con la sua parte di beni e con una grande smania di libertà, ma anche con tante illusioni, tanti sogni, che rischiavano di farlo scontrare duramente con una realtà che non conosceva…..Chissà dov’ era in quel momento? Questa domanda gli rimbalzava nella mente da quel giorno….. Gli era giunta notizia , tramite alcuni viaggiatori, che si era dato alla bella vita e che si era fatto  tanti amici….ma erano veri amici?….

Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, finchè come spesso accadeva si alzò per andare sulla terrazza a passeggiare, a scrutare l’ orizzonte mentre il sole sorgeva….l’ alba era sempre il momento in cui gli incubi notturni venivano attenuati dalla speranza.

Quella mattina l’ aria era particolarmente limpida e lo sguardo si spingeva lontano, lontano…..la casa era ancora addormentata e solo gli uccelli cominciavano a svegliarsi nei loro nidi……C’era un viandante laggiù, come un punto nero un po’ barcollante: doveva essere  molto provato dalle fatiche del viaggio e man mano che si avvicinava pareva sempre più prostrato…..aveva certo bisogno di aiuto….poi riconobbe il mantello: era uno di quelli che si tessevano in casa sua……ma allora??’ Non poteva che essere lui, suo figlio che tornava…..Il cuore gli scoppiava in petto dalla gioia e gli corse incontro…..non aveva più importanza il dolore che quel ragazzo gli aveva causato, nè il danaro che evidentemente aveva sperperato…..l’ importante era che era tornato a casa, al sicuro…

 

Storia di una monaca… (parte seconda)

Nelle immagini seguenti possiamo rivedere il giorno dei voti solenni (lo si capisce dalla coroncina di fiori che ha sul velo ) tra mia madre e me, davanti alla porta del parlatorio; nell’ immagine successiva  è già in Thailandia , giovanissima maestra delle novizie e di lì a poco madre generale delle Cappuccine tailandesi.

Storia di una monaca….(prima parte)

Sto imparando a manipolare le vecchie foto al computer ed eccomi a tentare il primo esperimento con alcune vecchie immagini che ricordano momenti significativi della vita di mia sorella Vanna, che oggi ha compiuto 53 anni di vita monastica.

Eccola, diciassettenne , alcuni giorni prima della sua entrata in convento e poi nel giorno della sua vestizione insieme a me e a mia sorella Ilva.

 

8 settembre : data importante in famiglia….

8 settembre 1960 : era un pomeriggio caldo e mia sorella , 17 anni, si stava recando al convento delle Clarisse Cappuccine di Carpi. Dopo molte insistenze aveva ottenuto il permesso dai miei genitori per intraprendere la sua nuova vita di suora di clausura.

C’erano qualche parente e qualche amica a salutarla; io mi sentivo un po’ confusa: come sarebbe stata la sua vita? Come sarebbe stata la mia vita dopo la sua partenza?

Dopo 53 anni posso rispondere: la sua è stata una vita molto intensa, con tante opere realizzate in terra tailandese;  è stata una vita vissuta sempre col sorriso sulle labbra (almeno quando ho potuto incontrarla) e questo l’ ha fatta molto amare dalle sue comunità.

La mia vita da quel momento è stata illuminata dal suo esempio di fede e di determinazione, ma dopo la sua partenza, ho sentito anche che la casa era più vuota .

Tanti auguri, Sr Giovanna! Che il Signore ti conceda ancora lunghi anni e nuove sfide!

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8 settembre 2013.

Samuele compie 6 anni !!! Una tappa importante: a sei anni non si è più bebè e Samuele sa essere  grande all’ occorrenza.

Ti auguro di crescere sempre bravo e affettuoso come sei ora , per la gioia della tua mamma e di noi tutti. Ricorda  che siamo in tanti a volerti bene e che potrai sempre contare su di noi.

 

Pomeriggio di cinema in TV

Ieri, un piccolo contrattempo mi ha costretta a riposare , perciò mi son messa davanti alla TV e ho visto due  film , non nuovi, ma sempre belli.

*LE  CHIAVI DI CASA – di Gianni Amelio. – Un giovane padre, che  ha visto la moglie morire di parto , ha rifiutato fin dalla nascita il figlio spastico e solo dopo molti anni lo ritrova per portarlo in una clinica specializzata tedesca. Durante quel viaggio i due imparano a conoscersi e quel padre diventa finalmente un papà.

Kim Rossi Stuart e il piccolo attore coprotagonista sono splendidi interpreti di questa storia e in certi momenti pare che il dialogo non sia stato scritto e imparato memoria, ma sgorghi spontaneo in una specie di cinema – verità.

* LANTERNE ROSSE .- di Zhang Yimou

E’ un film premiato a Venezia oltre vent’ anni fa. Ambientato nella Cina all’ inizio del secolo scorso (lo si deduce dall’ uso di un primitivo fonografo), mette in scena la condizione di sottomissione e di emarginazione della donna.

Una giovane studentessa, rimasta orfana, accetta di sposare come quarta moglie un ricco signorotto. Comincerà per lei una vita da incubo, tra i  complotti e gli intrighi che le donne mettono in atto per accaparrarsi il favore del loro signore e padrone. La giovane, che si sente responsabile per la morte della sua serva e di una delle mogli, impazzisce e verrà rimpiazzata da un’ altra giovane. Le lanterne rosse fanno parte del rituale e delle tradizioni di una Cina che, si spera, non esista più.

 

 

Un difficile esame di coscienza.

Esame di coscienza

Su “mosaico di pace” ho trovato questo articolo di qualche giorno fa, firmato da Aldo Maria Valli.
In esso il giornalista invita i cattolici, sia il clero che i laici filoberlusconiani, a fare un esame di coscienza per guardare con onestà ai danni che la loro scelta ha comportato sia per la Chiesa che per il nostro paese. Ecco le domande da cui prende le mosse l’ argomentazione del giornalista:
Come è stato possibile che per tanti, troppi anni la Chiesa istituzionale e un largo numero di sedicenti cattolici abbiano appoggiato quest’uomo? Com’è stato possibile che tanti cattolici, a tutti i livelli, abbiano votato e chiesto di votare per lui, che gli abbiano concesso credito, che lo abbiano visto come l’uomo della provvidenza? Com’ è stato possibile che una parte, una larga parte del mondo cattolico non abbia provato un moto di spontanea ripulsa verso il guitto impegnato a usare la politica e gli italiani per il proprio tornaconto?”
Le risposte rispecchiano esattamente quello che tanti cattolici, e io con loro, si sono posti in questi anni e devo dire che la rimozione del cardinal Bertone mi fa sperare che si sia davanti a una svolta provvidenziale.