I lager italiani.

Prigioni dimenticate

Qui sopra ho linkato un articolo di LiberaInformazione che segnala una realtà che si vuole occultare: è una realtà scomoda, che costringerebbe porsi domande altrettanto scomode: è la realtà dei CIE , Centri di Identificazione ed Espulsione (sigla ipocrita che nasconde la realtà di veri lager nel nostro paese), dove vengono rinchiusi molti uomini e molte donne che hanno la sola colpa di aver inseguito la speranza di una vita più sicura e più degna di essere vissuta.

Se sono comprensibili le ragioni di chi intende controllare chi arriva qui da noi , non è però accettabile che chi non si trova in linea con le regole che ci siamo dati, venga privato della libertà per periodi anche molto lunghi e sia costretto a vivere in condizioni sub – umane .

Pannella in questi giorni sta facendo lo sciopero della fame e della sete per attirare l’ attenzione sulle condizioni di vita nelle nostre carceri, ma sarebbe bene che accomunasse nella sua protesta anche questi centri , di cui nessuno parla mai.

P.S. L’ articolo interessantissimo, che riporta le storie di alcuni internati, è pubblcato da “Libera” l’ associazione fondata da Don Ciotti, che sostiene le cooperative che coltivano i terreni sottratti alla mafia. I prodotti di queste cooperative sono in vendita nei negozi del Commercio Equo e Solidale come SHONGOTI, che qui a Erba si trova in Via Mazzini. Chi intendesse regalare qualche cestino con prodotti alimentari troverà in questo negozio prodotti portatori di solidarietà….

Non è un mondo per bambini…

In America 20 bambini uccisi da un folle….in Afghanistan 10 bambine uccise dallo scoppio di una bomba mentre cercavano legna…..in Siria pochi giorni or sono molti bambini sono rimasti uccisi nei disordini che dilaniano da tempo quel paese….

chi paga l’ insensatezza degli adulti sono sempre i bambini : in Aerica chi costruisce e vende armi resta insensibile anche davanti a stragi che si ripetono con frequenza impressionante e preme sull’ opinione pubblica per stornare da sè e dalla propria avidità qualunque responsabilità. In Afghnistan a colpire sono i residui bellici seminati ovunque sul territorio da una guerra infinita, che non lascia intravedere una soluzione accettabile dei conflitti…e così in Siria , dove la guerra ha origini più recenti ma non è per questo meno crudele.
Se poi pensiamo ai paesi colpiti da carestie e siccità a pagare il prezzo più alto alla denutrizione sono proprio i bambini, che vedono compromesso forse per sempre il loro sviluppo fisico e intellettivo….

Verrebbe da dire che almeno qui da noi certe cose non succedono, ma, se ci pensiamo , chi paga per i tagli alla scuola , per la disoccupazione crescente e per l’ abbandono di politiche di sostegno alle fasce più deboli?

Più di tutto pagan sempre i bambini a cui si tolgono opportunità di crescita e di sviluppo sereno.

Che futuro può avere un mondo che non ha cura dei suoi figli ?

Arrivano i nostri!

Sono cominciati ad arrivare i “pezzi” di famiglia sparsi per il mondo; se tutto va bene a Natale saremo tutti qui e sarà bello ritrovarsi di nuovo insieme.
Nonostante il maltempo, ieri Samuele e la sua mamma sono arrivati senza troppi disagi: appena un’ ora di ritardo!
Fortunatamente è andato a prenderli all’ aeroporto lo zio, perchè la mia macchina era sepolta dalla neve in questo cortile dove nessuno si mette a spalare nell’ area comune: ormai siamo tutti vecchi ….
La vista della neve ha rinfrancato subito Samuele che ha voluto andare a giocare fuori , nonostante fosse in piedi dalle 5 del mattino. Lui e lo zio si sono tirati le palle di neve e poi hanno anche costruito due pupazzi: si sono divertiti tutti e due.

Mia figlia era stupita del fatto che con tutta la neve che è caduta si potesse comunque camminare normalmente, o quasi, su tutte le strade: a Londra basta un velo di neve a mandare in tilt la città, che non è attrezzata per quest’ evenienza abbastanza rara in verità .

Ogni città ha i suoi punti di forza e le sue criticità: Londra sa far funzionare bene i trasporti in condizioni climatiche normali, ma è un disatro con la neve (i disagi sono quindi limitati a qualche giorno all’ anno, quando va male); Milano sa affrontare bene la neve, ma normalmente il traffico e i mezzi di trasporto sono ben lontani dall’ essere efficienti.

Donne.

In questi ultimi tempi ho fatto molte nuove conoscenze.
C’ è un gruppo di amiche che vengono insieme a me a studiare l’ inglese : non sono più giovanissime, ma hanno i figli in paesi lontani o hanno solo una gran voglia di viaggiare, così hanno ripreso in mano i libri, per rispolverare nozioni acquisite in tempi lontani . Tuttavia c’ è anche chi, da piccola, ha dovuto lasciare la scuola molto presto e non si spaventa all’ idea di intraprendere lo studio di una lingua straniera del tutto sconosciuta. E’ ammirevole il loro impegno, la loro costanza e il loro entusiasmo. Ci si incontra a lezione e poi a casa dell’una o dell’ altra per studiare insieme e spesso ritornano preziose le mie conoscenze della grammatica, che con mia soddisfazione posso condividere con loro.

Ci sono poi le donne del gruppo per l’ insegnamento dell’ italiano agli stranieri; alcune lavorano ancora, altre hanno una famiglia da accudire, altre sono pensionate e hanno dei familiari bisognosi di cure, ma tutte trovano il modo di regalare un po’ del loro tempo e delle loro conoscenze a chi non potrebbe permettersi il lusso di lezioni a pagamento.

Sono tutte donne assolutamente normali, a nessuno verrebbe in mente di dedicare loro una copertina o un articolo su un giornale, ma credo che è grazie a persone come loro che il mondo è un po’ più vivibile.

UTE : storia locale e carsismo.

Ieri la prof. Alberta Chiesa ha tenuto con la solita passione e chiarezza di linguaggio un’ interessante lezione sull’ economia nel 700 nei 7 comuni che costituirono in seguito il comune di Erba.
Era un’ economia prevalentemente legata alle attività agricole, nonostante il territorio, date le sue origini alluvionali , non garantisse una produzione molto ricca; era scarso l’ allevamento e quasi inesistenti i negozi (nella prima metà del secolo).

C’ era anche un altro grave problema per questa zona, allora: le piene del fiume, che periodicamente devastavano la zona bassa e distruggevano raccolti, strade, ponti e causavano la morte di persone e animali. La deviazione del corso del Lambro verso il lago di Pusiano richiese un lungo periodo di tempo sia per la progettazione, sia perchè le piene distrussero più volte i lavori già iniziati. Solo alla metà del 1800 si arrivò alla sistemazione definitiva degli argini (gli stessi che vediamo ancora oggi)

In seguito poi allo sviluppo della bachicoltura e dell’ industria serica, si venne a formare un ceto borghese ricco e intraprendente e prese quindi impulso anche il commercio, finchè si arriverà ad ottenere l’ autorizzazione per istituire il mercato, proprio nella piazza n cui si tiene ai nostri giorni.

Credo che sarà impossibile per tutti noi che abbiamo assistito a questa bella lezione dimenticare le condizioni in cui lavoravano le donne nelle filande e nei filatoi: temperature elevatissime, umidità estrema e nessuna areazione per non compromettere la qualità della seta.

Nella seconda ora un’ altra lezione estremamente interessante sul carsismo nella nostra zona.
E’ qui che si trova la più lunga grotta d’ Italia e gli speleologi, in collaborazione con la regione, hanno potuto eseguire una specie di censimento delle grotte lombarde , che sono numerosissime. La cosa mi ha sorpreso non poco, perché io ero rimasta alle nozioni trovate sui libri fino a non molto fa che definivano il carsismo un fenomeno tipico delle regioni del nord-est e non facevano accenno a quello lomdardo.

Altra sorpresa è stata l’ apprendere che nelle grotte carsiche , non ancora completamente esplorate, si nasconde un bene inestimabile: enormi quantità di acqua , che già adesso soddisfano la necessità di acqua potabile di una città come Bergamo.
Avevo sempre ritenuto la speleologia uno sport rischioso e non sempre utile, da ieri non la penso più così.

CCC: campagna abiti puliti.

Campagna Abiti Puliti

Le notizie delle tragedie di cui si parla in questo articolo, sono comparse sui nostri media, ma non hanno fatto tanto clamore: forse tutti noi abbiamo pensato che non ci riguardassero, come può interessarci la morte di 500 persone in Bangla Desh o in Pakistan? Se poi erano solo operaie (in gran parte) o operai di fabbriche tessili trasformatesi in forni crematori per l’ assoluta inosservanza di qualsiasi norma di sicurezza, cosa c’ entriamo noi?

Se leggiamo l’ articolo pubblicato da Unimondo , possiamo capire invece che la cosa ci riguarda eccome! Forse anche in questo momento indossiamo jeans o abiti cuciti da quelle donne morte laggiù, che hanno accettato un lavoro che non prevede nessuna tutela, nemmeno quella della propria vita, per pochi soldi.
A servirsi della loro mano d’ opera sono notissimi marchi della moda internazionale, che pagano un tozzo di pane chi cuce i loro prodotti rivenduti qui da noi a carissimo prezzo. La situazione è talmente “normale” a quelle latitudini, che i governi di Bangla Desh e Pakistan non si sono ancora mossi per accertare la responsabilità dei roghi e per emanare leggi che tutelino la sicurezza dei lavoratori.

La CCC (Clean Clothes Campaign = Campagna Abiti Puliti) si pone l’ obbiettivo di sensibilizzare l’ opinione pubblica mondiale e i governi dei paesi emergenti perchè si ponga fine a questo sfruttamento becero e perchè si pongano in atto provvedimenti atti a cancellare questa forma di moderna schiavitù, che non ha catene visibili.
Se molti sosterranno questa campagna potremo ottenere due obbiettivi importanti:
– comprare più tranquillamente i nostri abiti, senza pensare che grondino sangue;
– rendere meno conveniente per gli imprenditori delocalizzare le loro produzioni in cerca di guadagni fin troppo facili.

Le donne e le rivoluzioni arabe.

“… Egitto, Libia, Tunisia, ma anche Siria, Bahrein, Algeria, Yemen, Marocco e non solo: le donne delle primavere arabe continuano a lottare per fermare l’avanzata del passato che ritorna. “Le persone, e le donne in particolare, sono scese nelle strade innanzitutto per liberare se stesse – commenta ancora la giornalista egiziana Gameela Ismail – nonostante i problemi odierni, ci sono state e ci sono storie molto promettenti, e i movimenti per la libertà e il cambiamento continuano, a prescindere dal numero dei seggi e dei posti in parlamento”. E termina: “Oggi stiamo combattendo in queste sabbie mobili post-rivoluzionarie, ma sono sicura che a lungo andare troveremo delle donne abbastanza forti da prendere il timone di questo processo verso la libertà e l’emancipazione”.”

Così si conclude l’ intervista a una giornalista egiziana, Gameela Ismail, che parla del ruolo delle donne nella primavera araba e dei risultati ottenuti per la rivendicazione della parità di diritti . Certo le rivoluzioni arabe avevano fatto sperare cambiamenti epocali, che non si sono verificati, anzi in Egitto pare che si assista al ripristino di una dittatura non certo migliore di quella precedente, ma credo e spero che l’ ansia di libertà non possa essere soffocata per sempre.

UTE: Diritto, ambiente, mito…

Martedì 4/12.

1^ lezione .
Il dottor Michele Spagnuolo ci ha illustrato col solito linguaggio semplice e chiaro un problema tutt’ altro che semplice : i rapporti tra Stato e Chiesa, partendo dallo Statuto Albertino, passando alla legge delle Guarentigie , al concordato del 1929 fino alla sua revisione nel 1984.

2^ lezione.
La dr.ssa Anzani Antonella ci ha illustrato il progetto che verrà finanziato con fondi europei per il recupero dei fontanili nella zona in cui il Lambrone si immette nel lago di Pusiano, progetto che permetterà di riportare allo stato originario una zona del tutto particolare, che un tempo costituiva l’ habitat ideale di molte specie animali che potrebbero riappropriarsene in un futuro molto prossimo.

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Venerdì 7/12

1^ lezione.
Il prof. Porro ci ha piacevolmente intrattenuto sul mito di Narciso, prendendo le mosse dal racconto di Ovidio nelle Metamorfosi
Narciso, il giovane bellissimo, che non riusciva ad amare altri che se stesso, si innamora della sua immagine riflessa in una fonte e si lascia morire per il dolore di non poterla stringere a sé- Il suo corpo verrà trasformato in un fiore: il narciso, appunto.
La società attuale è intrisa di un narcisismo che spinge tutti a curarsi più dell’ apparire che dell’ essere , a mettersi in mostra per catturare l’ attenzione degli altri e questo è spesso causa di ansie e depressioni.

La seconda lezione è stata rinviata per la nevicata .