Il prof. Cossi prosegue il suo ciclo di lezioni sulla storia del Giubileo. Riparte da quello del 1300, indetto dal papa Bonifacio VIII, di cui già ci aveva parlato nella scorsa lezione. Con l’istituzione di questo anno giubilare, papa Bonifacio VIII, oltre che dare importanza alla sua persona e allargare il suo potere, voleva anche dare lustro alla città di Roma. Durante il Medioevo, inoltre, come scrive Dante nella “Vita Nuova”, i pellegrini venivano chiamati in modo diverso a seconda della loro destinazione. C’erano:
- I “palmieri” o “palmizi” che si recavano in Terrasanta;
- I “pellegrini”, che si recavano a Santiago di Campostela;
- I “romei”, che avevano come meta del loro pellegrinaggio Roma.
In questo periodo, lucrare l’indulgenza plenaria, cioè il perdono non della colpa, ma della pena, era molto più semplice. Infatti non serviva più combattere nelle Crociate e, addirittura, morirvi, ma bastava recarsi in uno di questi luoghi in pellegrinaggio, tra cui Roma. Il gran numero di pellegrini portò grandi proventi economici ai Romani e un grande flusso di denaro. Il docente nomina alcuni cronisti dell’epoca che testimoniano nei loro scritti questo enorme flusso di pellegrini nella città di Roma e come la maggior parte degli abitanti fosse diventato albergatore o ristoratore. L’intento di Bonifacio VIII era di dare ai giubilei una cadenza ogni cento anni. Con il passare degli anni, però, furono apportate delle modifiche. Durante il periodo di cattività della Chiesa, cioè quando la sede papale fu spostata ad Avignone, una petizione da parte dei Romani indusse il Papa Clemente VI a restringere il tempo del Giubileo. Perciò, ne fu indetto uno nel 1350, solo 50 anni dopo quello del 1300. Continue reading “Ute: Il giubileo nel Medioevo e nell’età moderna (Angela D’Albis) – Pietro il Grande (Diana)”