Esercitazioni di volo….

In questa stagione i piccoli volatili nati da poco, cominciano le loro esercitazioni alla conquista dell’ aria ed è facile ma sempre emozionante assistervi.

L’ altro giorno ero sul balcone con Davide che faceva le bolle di sapone e si divertiva a vederle volare a lungo prima di toccare terra o prima di scoppiare in volo.
Ad un certo punto la mia attenzione si è rivolta a un merlo piccolo piccolo che si cimentava in piccoli voli tra una grondaia, un condizionatore e un tetto poco distante. Il suo volo era concitato, almeno a giudicare dal moto frenetico delle ali , e pareva quasi di cogliere la sua paura e il battito del suo cuore.
Ma ciò che mi è rimasto più impresso è che stringeva nel becco qualcosa, forse un insetto o forse qualche pagliuzza : ho immaginato che questo servisse a dargli coraggio…

Capita anche a molti “cuccioli” umani di cominciare a camminare stringendo nelle mani un tovagliolo, una bavetta o un piccolo giocattolo, che in quel momento diventano il surrogato della rassicurante mano della mamma . Anche i miei figli hanno cominciato a camminare così e il vedere quel merlo ha rinnovato in me l’ emozione di quei momenti lontani.

Faccia di tolla.

Per una volta sono d’ accordo con Tosi , il sindaco di Verona : ci vuole solo la faccia tosta (faccia di tolla -si dice in Brianza) di Bossi per ricandidarsi a segretario della Lega, dopo tutto quello che è successo e dopo il coinvolgimento dei suoi familiari e di lui stesso nello sperpero dei denari del suo partito. E poi si è dimesso solo pochi giorni fa, che senso ha ripresentarsi? Forse sarà spinto dalla consorte che teme che il partito venga sfilato di mano alla sua famiglia e ai suoi figli.

Credo però che se Bossi fa questa mossa è perchè sa che una parte dei suoi elettori non ha un gran senso critico e voterebbe Bossi anche se lo cogliessero a rubare le caramelle dalla tasca di Gesù Bambino….. il che non depone a favore di questi “fans” che hanno venduto il cervello nei mercatini dell’ usato.

I prati in maggio.

Oggi, tornando a casa , ho visto tanti prati fioriti : di questa stagione sono bellissimi, proprio come quello nella foto e navigando sulla rete ho trovato questa semplice, ma stupenda poesia di TAGORE:

IL PRATO
L’erba minuta, che il piede calpesta, si stende

oltre la siepe, oltre la strada; ricopre,

come un morbido tappeto, la terra intera.

Dio vi ha sparso i suoi fiori.

E sorride se tu li cogli per ornare il suo altare.

Al margine del prato, gli alberi stanno in punta

di piedi, per spiare il cielo.

1° Maggio 2012 : Il lavoro è per l’ uomo.

http://www.lazione.it/component/content/article/49-editoriale/5403-giovanni-paolo-ii-papa-lavoratore-papa-beato

Cliccando sul link qui sopra, si può leggere un interessante commento all’ enciclica di Giovanni Paolo II “Laborem exercens” del 1981. Tra l’ altro vi si può leggere questo brano che ho stralciato:

“Se il lavoro è ciò che dà diritto ad essere cittadino, è anche ciò che dà diritto alla libertà. In questo senso veramente il lavoro rende liberi, per cui la libertà, come fondamento della vita sociale, è già implicita nel lavoro. È questa una sacrosanta verità, profanata dalla scritta infame messa all’entrata del lager di Auschwitz.

……. Il lavoro è la persona umana, il capitale è solo mezzo, cosa. Quello esprime la dignità della persona. Questo è fattore indispensabile per il benessere, probabilmente insostituibile nell’attuale sistema produttivo, ma sempre subordinato al bene delle persone. Quando invece le esigenze del capitale diventano il criterio primo delle scelte economiche, si opera un capovolgimento dei valori che alla fine diventa anche perdita economica.”

Vorrei che anche Monti e i suoi ministri potessero leggere queste righe e meditarle: non possiamo accettare che le esigenze delle banche e dei grandi capitali portino alla disperazione persone, famiglie e interi stati… è forse l’ ora di cambiare le regole del gioco, perchè il fatto di lasciare che i beni della Terra vengano accentrati nelle avide mani di pochi non può portare a nulla di buono per il futuro.

Rolo, il mio paese di origine.

Da tanti anni non vivo più nel mio paese di origine, Rolo, ma mi fa sempre molto piacere ritornarci.
E’ un paesino piccolo di circa 4000 anime, che però vanta una storia antica e nobile, tanto che fino a pochi decenni or sono godeva di un singolare privilegio ereditato dagli antichi signori del luogo: poteva infattirolo scegliersi il parroco. Capitava così che una giunta rossa avesse la facoltà di selezionare le richieste degli aspiranti parroci e decidesse quale poteva essere il più adatto alla comunità. Ora questo privilegio feudale è stato abolito: era veramente un retaggio anacronistico ormai.
Rimane comunque la singolarità di questo paese: così a cavallo tra Emilia e Lombardia, sempre indeciso se gravitare attorno al suo capoluogo , Reggio Emilia, o la città di Modena e hinterland coi quali è meglio collegata.

Fino a qualche decennio fa era , oltre che centro agricolo importante, sede di numerose industrie manifatturiere e il suo centro era un susseguirsi di piccoli negozi sotto i portici caratteristici dei paesi della zona. Ora però molte industrie sono scomparse sotto l’ impeto della globalizzazione e a poco a poco chiudono anche i negozi, che non possono reggere la concorrenza coi supermercati.
Nonostante questo ci sono molti immigrati, asiatici in maggioranza.

Noto però sempre un grande impegno degli abitanti per mantenere viva la comunità e le manifestazioni culturali , civili , religiose e sportive si susseguono in ogni stagione.

Crescere in un piccolo paese è forse più bello e rassicurante che vivere in una grande città: stabilire relazioni umane è più semplice . E’ più facile “sentirsi a casa”. Sono contenta che i miei nipoti abbiano la fortuna di crescere qui.

Una bella cerimonia.

Sono in Emilia con Davide ed Elisa e stamattina ho partecipato alla messa in cui è stata impartita la Cresima a 28 ragazzini del paese.
La chiesa era stracolma già un quarto d’ ora prima dell’ inizio della cerimonia e ho potuto trovare una sedia solo su indicazione di una mia nipote .
E’ stata una bella cerimonia : la gente, pur essendo molto numerosa, ha seguito in silenzio e con partecipazione tutto il rito e anche i cresimandi sono apparsi sempre composti e consapevoli del momento che stavano vivendo.
Il vescovo, appena insediato in diocesi, ha fatto un discorso breve , ma molto ben centrato sul significato del sacramento della Cresima in rapporto alla vita e alle scelte che si aprono davanti ai ragazzi di quell’ età e la mancanza di effetti retorici ha dato più risalto all’ essenzialità dei concetti espressi.
E’ stato molto bello l’ accompagnamento delle chitarre e dei canti:questi ultini mi sono sembrati molto nuovi, almeno per me, privi di enfasi , piacevolmente moderni senza sfociare nella scompostezza.
Mi ha colpito la partecipazione corale dell’ assemblea ai vari momenti e quando si è arrivati alla recita del “Padre nostro” il coro delle voci pareva riempire le arcate della chiesa : ho pensato allora che se ognuno di quelli che stavano pregando in quel momento fossero stati veramente e profondamente convinti delle parole che stavano pronunciando, molto potrebbe cambiare qui e altrove.

Credo che anche il parroco ,notoriamente incontentabile,( che pure ho sentito gridare ieri in sacrestia per richiamare all’ ordine i cresimandi troppo rumorosi) sia rimasto soddisfatto degli elogi del vescovo.

Fine di una gloriosa e storica azienda.

E’ con grande malinconia che leggo la notizia del fallimento della Pontelambro spa un’ industria dalla storia quasi bicentenaria .
Ricordo che quando abitavo nel paese da cui ha preso il nome, al mattino presto si udiva la sirena che chiamava gli operai del primo turno e la sirena replicava il suo segnale più volte nella giornata. Tutto il paese , o quasi, viveva e prosperava all’ ombra di questa impresa, che ebbe poi varie vicissitudini fino al triste epilogo di questi giorni.

Ci saranno altre famiglie nell’ angoscia e l’ amministrazione comunale di Erba ne ha preso atto e si è impegnata per stare al loro fianco

Operato al cervello senza anestesia.

Strepitoso questo intervento chirurgico al cervello effettuato al Molinette di Torino: un giovane di 35 anni operato al cervello e durante le sei ore dell’ intervento è rimasto vigile per rispondere ai test dei sanitari che volevano controllare le sue reazioni .
In tal modo il chirurgo riesce a salvaguardare le parti sane del cervello e le funzioni ad esse collegate.
L’ anestesia è limitata ai pochi minuti che servono per incidere gli strati superficiali .

E’ innegabile che in chirurgia si facciano ogni giorno dei passi da gigante, mentre in altri campi della medicina i progressi sono molto più lenti e faticosi