Quando la natura ci fa sentire piccoli…

Il terremoto in Turchia di questa notte, raccontato in questo articolo di Avvenire, ha provocato una vera catastrofe: già ora si registrano più di mille morti, ma alcuni ipotizzano che si possa arrivare a contarne fino a 10.000 !!!

Di fronte a notizie come questa, ci si sente piccoli, impotenti, in balia di forze incontrollabili e immani e viene subito da pensare a quanto sia senza senso fare delle guerre per qualche pezzo di terra in più.  Se Putin può forse sentirsi forte perché ha distrutto intere città in un anno di guerra, ora dovrebbe impallidire: questo terremoto, oltre a danneggiare molte città in pochi secondi, ha fatto spostare la penisola Anatolica di tre metri!!!!

Siamo tutti “naufraghi” su questo piccolo pianeta che fluttua nel cosmo e dovremmo capire che l’unica nostra possibilità di sopravvivenza è darsi una mano ogniqualvolta se ne presenti la necessità… E credo che tutti quelli che ne hanno la possibilità debbano contribuire a portare un po’ di aiuto a che in pochi secondi ha perso tutto.

Ute: Il gruppo dei 5 nella musica russa dell’800 – Il profeta Amos.

Nell’ottocento, secolo in cui si afferma il Romanticismo, i musicisti si dedicano alla scoperta delle radici culturali e nascono così le “scuole nazionali”.  Accanto ai compositori che seguono le regole tradizionali della musica, nascono gruppi di compositori che si ribellano alla tradizione e anticipano la musica atonale e dodecafonica.

In Russia , alla fine del ‘700, la zarina Caterina II aveva fatto di S. Pietroburgo una delle principali città europee e aveva introdotto l'”opéra comique” (opera lirica con recitativi, di origine francese).

Nella prima metà dell’ottocento compare sulla scena  uno dei primi compositori russi, Michail Ivanovic Glinka, che, avendo viaggiato molto, compose l’opera ” Una vita per lo zar” ispirandosi ai musicisti italiani: Bellini, Donizetti…. In quest’opera egli inserisce canti popolari russi e lo strumento tipico di quel paese: la balalaika.

La Russia in quel momento è ancora un paese molto arretrato e solo nel 1861, lo zar Alessandro I abolisce la servitù della gleba, ma la sua opera riformatrice viene fermata con un attentato. E’ di questo periodo la fondazione, da parte di Anton Rubinstejn della “società musicale russa”,  i cui aderenti  si propongono di ostacolare il dilagare dell’opera italiana, infatti sostengono i musicisti russi e fondano il primo conservatorio.

In opposizione a questo tipo di scuola,  cinque musicisti autodidatti, noti appunto come “Gruppo dei 5″fondano una scuola gratuita di musica. Fanno parte di questo gruppo Balakirev,  Cezar’ Kjui, Borodin,  Modest MusorgskijNikolaj Rimskij-Korsakov . Quest’ultimo è  un grande orchestratore e a volte accusa di dilettantismo gli altri componenti del gruppo.

Musorgski si ispira esclusivamente al patrimonio folcloristico del suo paese e anticipa alcune novità della musica del ‘900. E’ sua l’opera “Boris Godunov” che ebbe inizialmente vita difficile. Molto successo ha anche la sua opera più eseguita: “Quadri di un’esposizione” , opera ispirata a una mostra di quadri del pittore Hartmann, orchestrata in seguito da Maurice Ravel.

Veramente interessante questa lezione che ci ha dimostrato come il movimento  dell’euroasianismo non abbia  interessato solo la filosofia e la letteratura  russa, ma anche la musica. Un grosso grazie alla nostra giovane e brava docente Maria Rosaria Cannatà!!!

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IL PROFETA AMOS – Mons. Pirovano continua con noi il suo discorso sui profeti dlla Bibbia, ma fa una doverosa premessa.

Nel corso della storia, nel  popolo ebraico sono sorti molti profeti, la maggior parte dei quali non hanno lasciato testimonianze scritte, come Elia ed Eliseo.  Nella Bibbia compaiono i profeti maggiori come Isaia o Geremia, ma anche profeti detti “minori” per l’esiguo numero di scritti che ci hanno lasciato.

Prima del 750 a.C. non si parla di profeti, ma di veggenti; entrambi i termini stanno ad indicare persone che “parlano in nome di Dio”. Il primo profeta di cui si conoscono gli scritti è Amos, contemporaneo di Isaia (VIII sec. a. C.). Era nato a Tekoa, a sud di Gerusalemme; faceva il pastore e coltivava sicomori.. Dal Regno di Giudea, in cui viveva, si recò, obbedendo alla chiamata di Dio, nel Regno di Israele (dopo Salomone era avvenuta una scissione). Là si stava vivendo un periodo di grande benessere e la gente si abbandonava ai piaceri e ai vizi; Amos profetizzò la distruzione del Regno di Israele da parte degli Assiri, che avvenne nel 722 a. C.

Come già detto, era un uomo semplice e il suo linguaggio è altrettanto semplice, ma crudo e incisivo; si ispira alla natura e alla vita quotidiana dei pastori e della gente di campagna. Stigmatizza il comportamento ipocrita di che dice di credere, ma poi persegue l’ingiustizia e il vizio. I suoi scritti si concludono con un messaggio di speranza: Israele sarà sì distrutto, ma verrà ricostruito e risorgerà.

 

Truffa sventata in Via Lecco.

La nostra, mi pareva un’isola felice: da molto tempo non si verificavano furti o tentavi di truffe, ma stamattina, pochi minuti fa, un malvivente ha quasi messo a segno il ben noto trucco dell’acqua inquinata.

Un giovanotto in tuta blu si è finto un impiegato dell’azienda che gestisce l’acquedotto locale, dicendo che un guasto agli impianti aveva provocato una grave contaminazione dell’acqua. Ha invitato la sua vittima a controllare aprendo il rubinetto di cucina. In quel momento ha spruzzato una sostanza irritante, che ha disorientato e confuso la mia vicina. Fortunatamente lei  ha avuto la lucidità necessaria per pensare di chiamare la figlia che il furfante aveva detto di aver già avvisato. Visto che stava per essere smascherato il truffatore se l’è data a gambe senza riuscire a sottrarre alcunché.

Ora i vigili stanno controllando la zona. Una raccomandazione: non aprite mai a chi non conoscete.

Docu-film: African dreamers.

Sembra che certe cose non siano possibili, eppure  gli autori del docu-film “African Dreamers” non hanno inventato nulla. Hanno seguito per tre anni le vicende di cinque bambine di diversi paesi africani e le loro storie sono veramente tragiche: accusate di stregoneria, rapite e stuprate, abbandonate alla vita di strada, inseguite da una povertà avvilente.

Fortunatamente, per ognuna di loro un incontro fortunato con una casa di accoglienza o con persone disposte ad aiutarle segna una svolta positiva nella loro vita e possono riprendere a sognare una vita dignitosa e a fare progetti per il proprio futuro.

Ne consiglio caldamente la visione: ci si può rendere conto del perchè arrivino sulle nostre coste tanti bambini non accompagnati: fuggono dall’inferno.

UTE: fior di pelle – il sole e la sua corte.

La pelle è il nostro contenitore e caratterizza il nostro aspetto. E’ un organo, perchè è un insieme di tessuti diversi che concorrono alla stessa funzione. La pelle di una persona mediamente pesa 4Kg., ha un’estensione di due metri quadrati e in essa sono presenti 17 km. di capillari. Inoltre contiene 4 milioni di ghiandole sudorifere che possono produrre fino a 10 litri di sudore nelle 24 ore.

La cute è una barriera contro l’aggressione dei germi; anche il sebo ha questa funzione oltre a quella di ammorbidire la pelle (lavaggi troppo frequenti possono essere nocivi); la melatonina invece ci protegge dai raggi del sole. Questo organo continua a rinnovarsi (ogni 4/5 settimane) e nonostante ciò è la parte più “abitata” del nostro corpo: batteri e virus, che costituiscono il nostro microbioma,  rappresentano  un efficace sistema di difesa.

La pelle è anche un organo sensoriale denso di terminazioni nervose sensibili agli stimoli esterni; la loro percezione viene trasmessa al cervello che reagisce  in modo adeguato. La pelle, con la sua rete di capillari, ci difende anche dal caldo e dal freddo. Essa si è evoluta nel tempo, per l’adattamento alle condizioni ambientali (colore della pelle), ma conserva una caratteristica primordiale utile ai nostri antenati pescatori: dopo un po’ di tempo che le nostre mani sono immerse nell’acqua,  la pelle si raggrinzisce per favorire la presa; la stessa funzione è svolta dalle linee presenti nel palmo della mano.

Il sole è nemico della pelle; per la produzione di vitamina D basta esporre al sole le braccia. L’uso eccessivo di deodoranti e cosmetici può essere dannoso. E’ utile invece reidratarla bevendo molto, seguire una dieta prevalentemente a base di vegetali e dormire regolarmente.

La pelle è formata da 3 strati: epidermide, derma e sottocute.

La pelle va soggetta anche a piccoli e grandi guai: Voglie nei generalmente benigni, foruncoli fastidiosi, acne di natura ormonale, verruche causate da virus e contagiose, dermatiti allergiche o irritative, eczema, cheratosi, herpes zoster, psoriasi e tumori cutanei di varia natura.

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IL SOLE E LA SUA CORTE – Il sole è un’enorme palla di gas incandescenti, tra cui prevale l’idrogeno.

La massa solare è pari 333 mila volte quella della nostra Terra; la temperatura della sua superficie è di circa seimila gradi centigradi, mentre il suo nucleo arriva 15 milioni di gradi ed è costituito da fotoni gamma, che tendono a raggiungere la superficie, trasformandosi prima in fotoni x e poi in fotoni ultravioletti (per fare questo percorso impiegano 100mila anni.

La superficie del sole (fotosfera) non è solida e non emette solo luce, infatti parte della sua materia “evapora”. La nostra atmosfera terrestre ci protegge dalle radiazioni più nocive. Le macchie solari sono zone più fredde e meno luminose; le facole invece sono zone più calde e più luminose.

Sulla superficie solari a volte si notano dei brillamenti, cioè esplosioni; altre volte si vedono delle protuberanze o filamenti di materia più fredda. Il ciclo del sole è calcolato in 11,1 anni

I pianeti possono essere terrestri (Mercurio, Venere e Marte) che hanno molte caratteristiche comuni al nostro pianeta: sono piccoli, rocciosi, hanno un nucleo interno metallico, hanno pochi satelliti e si muovono rapidamente intorno al sole. I pianeti gioviani (Giove, Saturno, Urano, Nettuno) sono molto grandi, sono gassosi, si muovono lentamente attorno al sole e hanno molti satelliti. Le distanze nel sistema solare si misurano con l’unità astronomica, che corrisponde alla distanza tra la Terra e il Sole.

Anche oggi i nostri docenti, Lissoni e Sassi, ci hanno intrattenuto molto piacevolmente con due belle e interessanti lezioni.

 

La voce di Shlomo

Non so quanti venerdì notte, giorno della memoria, siano rimasti svegli fino a tardi e  siano rimasti sintonizzati su Rai1 dopo la bella trasmissione dal “Binario 21” e il film in tema che ne è seguito.

Chi fosse rimasto davanti alla Tv avrebbe potuto seguire un film-documentario veramente traumatizzante: “Il respiro di Shlomo”.

Shlomo Venezia era un ragazzo di origine italiana; catturato a Salonicco venne deportato in Germania e lì, essendo piuttosto robusto, venne messo a lavorare ai forni crematori…. credo la più orribile delle condanne: lui, schiavo, doveva assistere all’esecuzione di altri schiavi solo più deboli di lui.

Shlomo, con lucida freddezza, sul luogo in cui sorgevano i forni crematori, spiegava come avveniva l’avviamento alle camere a gas dei prigionieri, che dopo giorni e giorni di un viaggio allucinante, credevano davvero di poter fare una doccia. Si affrettavano a procurarsene una e cominciavano a pregustarne il sollievo, ma  da quelle docce veniva invece la morte. Shlomo li vedeva urlare di dolore e di paura, tendere le braccia al cielo e poi cadere tra lamenti strazianti. A quel punto interveniva il Sonderkommando, il gruppo cui apparteneva Shlomo. C’erano tanti cadaveri da rimuovere e da portare ai forni, ma prima Shlomo doveva tagliare i capelli delle donne, metterli in un sacco e periodicamente un camion veniva a portare via quei sacchi. Shlomo ha raccontato anche che al suo arrivo, uno dei prigionieri assegnato al Sonderkommando si è rifiutato di entrare nella camera a gas per cominciare il suo lavoro; un soldato tedesco gli ha ripetuto più volte il comando, ma quel ragazzo ha continuato a rimanere impietrito davanti all’orrore che si era spalancato davanti ai suoi occhi. Il soldato gli puntò la pistola alla tempia senza ottenere risposta e sparò. “E’ stato il più fortunato” ha commentato Shlomo, che ha dovuto anche accompagnare in quella camera della morte anche dei parenti … E’ stato a questo punto che gli è mancato il respiro per un attimo.

Quella freddezza nel raccontare, cui ho accennato prima, mi dava ancora più angoscia che se la  voce fosse stata rotta dall’emozione.  Qual è il livello di sofferenza che scava talmente a fondo nell’anima di un uomo fino  a costringerlo a costruirsi una corazza tanto impenetrabile? Shlomo non aveva mai parlato di quel periodo nei lager  con i suoi figli: non voleva che la sua sofferenza rompesse gli argini che aveva faticosamente costruito e  traboccasse ferendo i suoi cari.

Dicono che tornato a casa stesse molto a lungo in silenzio e immagino che nella sua mente rivedesse quel periodo della sua vita e fosse oppresso dai sensi di colpa per essere sopravvissuto all’inferno.

 

 

 

UTE: Olga di Kiev, una donna sola al potere – Il conflitto russo-ucraino.

In alcuni scritti dell’XI secolo e nella “Cronaca di Nestor” sono riportate notizie riguardanti una singolare figura femminile forse poco conosciuta, ma meritevole di attenzione: Olga di Kiev.

Nasce a Wibuti, nell’anno 890, da padre scandinavo (delle tribù dei Variaghi) di professione commerciante. Sposa giovanissima Igor, il principe della Rus’ di Kiev e riesce a dargli un figlio solo molti anni dopo.  Quando il principe Igor è lontano per le guerre, Olga assume le funzioni di reggente e quando il marito muore combattendo contro i Drevlijani, Olga si vendica massacrando a più riprese tutti gli appartenenti a quella tribù, mettendo in atto perfide imboscate. Il trono passa al figlio, ancora piccolissimo, perciò esercita  il potere come reggente e riorganizza l’esercito.

Abile diplomatica, rafforza le relazioni con Bisanzio e con la Germania. Nel corso di un suo viaggio a Bisanzio, conosce il Cristianesimo e si fa battezzare: da feroce sanguinaria si trasforma in sovrana caritatevole e illuminata. Porta a termine una riforma tributaria che garantisce più equità e tenta di evangelizzare il suo popolo, ma non riesce nel suo intento per l’opposizione del figlio. Fortifica le città più importanti e ne fonda una nuova: Pskov sul fiume omonimo. Fa costruire molte chiese in legno, che nel corso dei secoli furono ricostruite in muratura, ma esistono tuttora. Muore a Kiev nel 969 e subito viene venerata come santa. Continue reading “UTE: Olga di Kiev, una donna sola al potere – Il conflitto russo-ucraino.”

Giovanni ha nove anni!!!

Colorful festive illustration for celebratory party and decoration nine birthday
Colorful festive illustration for celebratory party and decoration nine birthday

Nove anni fa nasceva Giovanni: era stao a lungo atteso e quindi poi molto amato.

Oggi Giovanni  è un piccolo uomo che sta scoprendo le sue passioni: il canto, la corsa  e i pokemon.

Grazie, Giovanni!  La tua presenza porta sempre allegria e gioia di vivere! Tanti auguri di una vita serena e piena di cose buone!