Ballata delle donne.

 Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:                 
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano. ( E. Sanguineti)

In questo giorno un po’ particolare per me, mi fa piacere pubblicare questa poesia che ho trovato navigando per blog. Mi sembra un bell’ inno alla donna … anche se non condivido le parole “la lunga notte, che divento niente”.

Penso che nessuno di noi diventi niente, che restiamo nel cuore di chi ci ricorda e nel dna di chi viene dopo di noi , in più chi crede “sa” che  “vita mutatur, non tollitur” (la vita cambia, non finisce).

 

 

I marusticani.

Avevo una compagna di scuola, ai tempi delle medie, che era anche la mia migliore amica. Abitava in una  casa di campagna .  Mi bastava una corsa in bicicletta per andarla a trovare e scambiare quattro chiacchiere.

Nel praticello dietro casa c’ era un grande albero di marusticani , specie di piccole prugne che maturavano alla fine della primavera, ma che io preferivo mangiare ai primi di giugno (mi pare di ricordare), quando erano ancora acerbi .

La loro polpa era croccante e il loro sapore aspro ti faceva venire l’ acquolina in bocca proprio come mangiando una fetta di limone. Ne facevo vere scorpacciate, perchè quei frutti non venivano raccolti per essere venduti, ma venivano offerti a chiunque volesse andare a coglierli. Io me ne mettevo in grembo una bella manciata e li sgranocchiavo con enorme piacere mentre, seduta sul praticello  sotto l’albero, chiacchieravo  con la mia amica  , scambiando con lei confidenze e piccoli segreti .

Da troppo tempo non mangio più marusticani; da troppo tempo non rivedo più quell’ amica….

L’orto si trasferisce sul banco di cucina.

Di questi tempi e’ facile vedere nei nostri mercati piantine di insalata in vasetto, pronte da trapiantare nell’ orto: sono appena un po’ cresciute giusto quel tanto per consentire la loro sopravvivenza dopo il “trasloco”.

Ieri invece mia figlia e’tornata dalla spesa con un bel cespo di lattuga in vaso e subito si e’ messa a tagliarne le foglie esterne per il pranzo di mezzogiorno. Stamattina le ho dato un po’ di acqua e si sta mantenendo freschissima e fragrante: e’ certo un modo intelligente di vendere questo ortaggio, visto che si sa che quello in busta e’ soggetto alla proliferazione dei batteri.

Week end.

Il nostro week end e’ cominciato la mattina presto perche’ dovevamo andare con una famiglia di vicini al Museo in cui era stata allestita una mostra sui dinosauri mirata soprattutto ad attirare l’ interesse dei bambini. Dopo aver attraversato mezza Londra passando da un treno all’ altro (i tempi d’ attesa sono sempre contenutissimi, pochi minuti al massimo per le coincidenze), siamo arrivati a destinazione. L’ attrazione si e’ rivelata un po’ un bluff dal punto di vista meramente conoscitivo, ma un successo per la ricostruzione di alcune scene con suoni, luci ed effetti vari che hanno incantato Samuele e il suo amichetto.  C’ erano certamente altre cose piu’ valide scientificamente, ma il nostro itinerario non poteva comprenderle, visto che sarebbe stato impossibile interessare oltre due bambini di tre anni.

Dopo uno spuntino al bar del museo e un salto allo shop, ci siamo avviati verso il treno che ci avrebbe portato verso il centro citta’ dove ci aspettava quello che si puo’veramente chiamare “il paese dei balocchi”: un enorme supermercato di cinque piani in cui si vendono solo giocattoli  di ogni genere. C’ erano anche costruzioni sofisticatissime adatte certo piu’ a qualche ingegnere astronautico che a dei comuni mortali in tenera eta’. Samuele si e’divertito li’ per un buon paio d’ ore e al ritorno abbiamo incrociato moltissimi catalani che avevano invaso il centro della citta’ in attesa della partitissima tra il Barcellona e il Manchester: erano tantissimi e Trafalgar Square risuonava dei loro cori da stadio. Visto come sono andate le cose il loro entusiasmo era ben riposto.

Oggi c’ era in programma una visita a una famiglia inglese che inaugurava la  casa appena ristrutturata. All’ inizio sono rimasta un po’ delusa dall’accoglienza a mio parere piuttosto freddina, poi Samuele ha cominciato a divertirsi come un matto su un tappeto elastico ; altri bambini si sono avvicinati e hanno giocato dandosi correttamente il turno cosi’ anche i loro genitori hanno cominciato a scambiare qualche parola (non certo con me) e l’ ambiente si e’ a poco a poco fatto piu’ cordiale. Alla fine un signore anziano mi si e’ avvicinato rivolgendomi alcune parole alle quali io ho risposto come al solito: Sorry, non capisco…Mi e’ venuta in soccorso mia figlia che  mi ha detto che quel signore credeva di avermi incontrata a un certo matrimonio….non credo proprio che alludesse al MATRIMONIO di William e Kate comunque…  :-))))

Week end caratterizzato dal vento, a tratti anche freddo, e da nuvole alternate a sprazzi di sole caldo. La proverbiale pioggia londinese si e’ vista un  solo giorno da quando sono qui.

Ricordate quando raffiguravano i gentlemen inglesi con la bombetta e l’ immancabile ombrello? Niente di piu’ anacronistico ormai…

Legittima difesa…

Da quando Ryanair ha reso piu’ fiscali i controlli sul bagaglio a mano e impone un solo bagaglio al momento di salire a bordo, tutti si vedono costretti a infilare borse e borselli nella valigetta da portare appresso. Succede cosi’ che se non avete la fortuna o l’ accortezza di accaparrarvi un sedile sul corridoio e non avete quindi la possibilita’ di accedere comodamente (si fa per dire) al vostro bagaglio, vi capitera’ di non poter leggere il libro  o il giornale che vi eravate portati  o, peggio di non poter prendere quella caramella per la gola che vi si e’ improvvisamente seccata.

Per  legittima difesa, quindi, io mi sono attrezzata con un minuscolo borsello da infilare comodamente nella valigetta all’ ultimo mmomento e con un giubbetto multitasche in cui ho sistemato tutto cio’ che poteva servirmi durante il volo senza dover costringere i vicini di sedile a manovre  da veri contorsionisti.

Credo che molti l’abbiano pensata come me, perche’ eravamo in parecchi a sembrare goffi e ingombranti al momento dell’ imbarco.

Auguri ad Elisa.

Nove anni fa Elisa, la mia prima nipotina, era nata da poche ore : bellissima,  lineamenti perfetti. 

Non potro’ mai dimenticare l’emozione provata nel prenderla in braccio. Temevo di trovarmi impacciata , di non ricordare piu’, dopo tanto tempo, i gesti adeguati ad accogliere un batuffolo cosi’ tenero e prezioso….

Invece’ appena l’ ho presa tra le mani, spontaneamente le mie braccia sono diventate una culla in cui quell’ esserino si e’ accoccolato comodamente e da allora si e’ stabilita tra noi  una grande intesa.

Auguri Elisa!!!  Che tu possa continuare a crescere in modo armonioso e sereno come hai fatto fino ad ora!!!

Mi piace-ma non c’e’ il bottone su cui cliccare…

Vivere in una grande citta’ cosmopolita e multietnica non facilita i rapporti tra le persone, anche se le opportunita’ di incontro sono infinite.

I nuovi mezzi di comunicazione pero’ offrono una nuova opportunita’ e le amicizie virtuali diventano amicizie reali, quando si incontrano persone con la stessa voglia di condividere esperienze e interessi.

E’ tramite internet che stamattina quattro giovani mamme si son potute dare appuntamento in un parco di Londra, tutte desiderose di contatti con connazionali con cui stabilire un rapporto di amicizia e solidarieta’: con le mamme inglesi e’ difficile scambiare qualcosa di piu’ di un saluto o un sorriso.

Il parco era molto bello, con angoli attrezzati per il gioco; fatto il percorso tra piccoli stagni e boschetti profumati si arrivava alla zona pic-nic e li’ una piccola band allietava gli astanti con ritmi jazz molto piacevoli.  Le quattro mamme hanno potuto chiacchierare tranquille dandosi il cambio a sorvegliare i bambini che hanno fatto presto amicizia.  E’ stata una mattina piacevole…. vorrei cliccare su “mi piace” ma il bottone non c’e’.

Ricordando L. ….

La chiamerò con la sola iniziale : L.

L. ci ha lasciato poco più di un anno fa: era ancora molto giovane, ma ha dimostrato tanta forza , tanto coraggio nella sofferenza e ha donato tanta dolcezza e tanto amore a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di incontrarla, che oggi quei semi di speranza sparsi a piene mani nel silenzio, stanno germogliando dove non ci si potrebbe immaginare.

Era solo una piccola, minuta, giovane donna che aveva per tutti un sorriso e una parola buona e che sapeva trovare i modi per essere generosa coi più bisognosi : ora in Ruanda sorgerà una scuola e un’ aula. porterà il suo nome.

L. sei sempre con noi!