Due storie terribili hanno scosso l’ opinione pubblica ultimamente: quella di Sara Scazzi e quella di Yara Gambirasio. Nel primo caso le indagini tardavano a prendere il via: si facevano ipotesi di allontanamento volontario per sfuggire ad un ambiente ristretto e senza troppe opportunità. Per questo la madre ha scelto di esporsi davanti ai teleschermi per attirare l’ attenzione su quella che era per lei una scomparsa tutt’ altro che volontaria…Da qui i media si sono scatenati, anche incentivati dai parenti tra i quali si nascondevano i colpevoli. Ne è seguito un vero bailamme: in tutte le ore del giorno non si sentiva parlare in TV che del fatto di Avetrana e lo sciacallaggio è arrivato fino ad inventarsi le gite turistiche sui luoghi del delitto. Il fatto ha evidenziato il peggio della nostra società di oggi: quella che ne vien fuori con più dignità è la madre di Sara, che, una volta scoperta la verità sulla sorte della figlia, si è sottratta alle telecamere, dopo essersi detta certa di riincontrare la sua bambina , così come la sua religione (è Testimone di Geova)gliene dà certezza.
Per Yara, non si potevano fare troppe ipotesi: la sua vita semplice di ragazzina sportiva non offriva spunti per immaginare nulla. Per questo le ricerche sono partite subito e la famiglia ha potuto aspettare i risultati delle indagini chiusa nella sua casa, lontana da ogni occhio o microfono indiscreto, immersa nella preghiera.
Sono due storie tristissime, che riempiono di angoscia chi ha figli e nipoti piccoli che cominciano a muovere i primi passi in un mondo dove gli orchi si nascondono sotto le sembianze di una cugina, di uno zio o di un conoscente che tutti i giorni saluti amichevolmente.
Come mettere in guardia le nostre bambine e i nostri bambini da questi pericoli oscuri senza inculcare loro la paura che tarpa le ali , senza togliere loro la gioia di vivere?