Ti
accolgo
con speranza
mista a timore.
Aspetto da te pace,
perdono, giustizia ,
solidarietà e fratellanza
mentre
egoismo e indifferenza
dividono i popoli e devastano i cuori.
Per i caduti di Nassyria.
Giovani vite stroncate da un odio cieco
per troppo poco tempo avete dato gioia
a chi vi ha amato.
Come i fiori bianchi del melo
cadono al vento d’aprile
lasciando promesse di frutti,
voi ci lasciate una speranza
di pace
Giovani.
Gioia di vivere, voglia di ballare,
di abbracciare il mondo intero,
di ridere per nulla, di cantare insieme
a braccia alzate;
entusiasmarsi per il tanto di nuovo
che la modernità propone,
proiettarsi nel futuro
accarezzando progetti arditi
desiderare e temere
di mettersi alla prova,
dubitare di tutto e soprattutto di sè
sperimentare i propri limiti
e scoraggiarsi, ma riprendere fiato
e rimettersi in cammino.
Così da sempre..
Ma ora inesperienza e insicurezza
vengono aggravate
da un presente sempre incerto
e da un futuro troppo a lungo sospeso:
la gioventù precaria
si dibatte in una ragnatela vischiosa
che le ruba i sogni e le ali.
A Londra.
Un anno fa sono stata per un periodo abbastanza lungo in Inghilterra .La cosa che mi ha colpito subito già dall’aereo è stata la bellezza della campagna: prati di un verde smagliante, siepie cespugli più scuri che separano i campi tra loro e che sottolineano l’andamento ondulato del terreno; certo nulla a che vedere con la nostra campagna di emiliano-lombarda, dove siepi, cespugli “improduttivi” o alberi buoni solo per ospitare i nidi degli uccelli sono scomparsi, forse per rendere più agevole il lavoro delle macchine agricole.Così però la campagna ha assunto un aspetto sempre più desolato.
Io poi mi ero sempre immaginata Londra come una città grigia e triste e invece mi sono trovata davanti un’esplosione di fiori, che sbucano da ogni parte: in vasi appesi ai lampioni lungo le strade. ai davanzali delle finestre e sulle soglie dei seminterrati adibiti ad abitazione. E i parchi?
Una vera meraviglia per estensione, per la cura con cui sono tenuti, per la varietà degli animali che vi si trovano.
Un’altra cosa che mi ha impressionato è l’efficienza del trasporto pubblico, che ti permette di spostarti in lungo e in largo senza perdite di tempo: i treni o gli autobus passano frequentissimi e le attese sono ridotte al minimo. Le stazioni sono ordinatissime.
In Inghilterra, si sa, l’immigrazione ha avuto inizio molto prima che da noi e ultimamente si è intensificata ulteriormente. Molti giovani provenienti da tutti i paesi del mondo, e spesso altamente qualificati, cercano un’ occasione di lavoro che un’economia in espansione (come lo era fino a pochi mesi fa quella inglese) può offrire. Dopo essersi “sistemati”, legittimamente questi giovani desiderano far famiglia e questo comporta un notevole aumento della natalità, che spesso mette alla frusta le strutture pubbliche del sistema sanitario di Sua Maestà. I reparti maternità sono spesso sovraffollati anche se le degenze per i casi “normali” sono brevissime; la partoriente che presenti un qualsiasi fattore di rischio può in questa situazione trovarsi in seria difficoltà.
I medici sono certamente qualificati ed efficienti; il personale infermieristico sempre scarso, soprattutto di notte, è costituito per lo più da donne di colore dai modi molto sbrigativi e poco inclini alle coccole verso le pazienti, che devono accudire il proprio piccolo subito dopo il parto, anche quando questo abbia richiesto il taglio cesareo. Se a questo si aggiunge la vetustà della struttura, da me visitata, (che poteva comunque fregiarsi di un’ottima valutazione di affidabilità) con le facilmente immaginabili conseguenti carenze di comfort e se si aggiunge ancora la presenza in alcune sale d’attesa di moquettes visibilmente molto “vissute”, si può comprendere quale contraccolpo abbia avuto in me l’ammirazione per l’efficienza inglese