La nostra comunità è rimasta colpita da un dolore improvviso, un fulmine inaspettato che ha stroncato una vita giovane e ha segnato la vita dei figli, della moglie, dei familiari tutti.
Ricordate quel detto famoso “Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”? … Ed è stato proprio così: tutti si sono mobilitati, tutti si sono sentiti coinvolti nel dolore di quella perdita, tutti hanno pianto a calde lacrime per quella vita che veniva tolta a ognuno di loro.
Veder morire un figlio sembra innaturale, troppo crudele e sembra impossibile che il mondo e la vita possano continuare …. proprio come dice questo poeta:
MORTE DI OFELIA
di Auro D’Alba (Umberto Bottone, 1888-1965)
M’hanno detto che fuori c’è il mondo
il mondo di prima.
Non l’ho creduto
e mi sono accostato al davanzale.
Ho visto passare gente
che non vestiva di nero,
l’erba negli orti, i giardini fioriti
il cielo d’un azzurro spietato.
Sono fuggito per non gridare.
Ma poi son tornato a guardare
se mi fossi ingannato.
No, non può essere vero
che tutto il mondo di prima
s’agiti ancora.
Forse non sanno
gli uomini
le cose
il sole
(ma il Cielo dovrebbe sapere)
che tu non cammini più
non cammini più sulla terra
dove ridendo imparasti il dolore.
Più tardi il Cielo si è messo a tremare.
Uomini, fermatevi un attimo,
spegnetevi, stelle,
è morta la mia creatura!
(da “Poesie”, Ceschina, Milano 1961, p. 109)