Bella, difficile giovinezza…

Credo che tutti noi, a qualunque età, riandiamo con la memoria agli anni della giovinezza sempre con nostalgia, con rimpianto … Eravamo belli (tutti), agili (nessuno scricchiolio al mattino alzandosi dal letto), spensierati … (???!!!??).

Ma è proprio vero che eravamo spensierati? Se provo a ricordare senza stereotipi i miei anni giovanili, ricordo quante notti, riuscivo a stento a prendere sonno al pensiero di come sarebbe stato il mio futuro: sarei riuscita a trovare un lavoro tale da permettermi di essere indipendente dalla mia famiglia? Sarei stata in grado di svolgere la mia attività con successo o sarei naufragata da un fallimento all’altro? Sarei riuscita a formarmi una famiglia e a prendermene cura? In quale contesto storico mi sarei trovata, visto la “guerra fredda” in atto, con la costante minaccia di un conflitto nucleare?

Quanti dubbi, quante insicurezze, quante paure …

E i giovani d’oggi? Non credo siano più fortunati di quanto lo siamo stati noi nati nel primo dopoguerra.

Oggi, il mondo cambia vertiginosamente: il futuro appare denso di incertezze e il presente è pieno di nubi minacciose, di tragiche incongruenze, di disuguaglianze e ingiustizie così marcate, di guerre assurde e sanguinose!! E se noi avevamo almeno dei punti di riferimento nella solidità delle nostre famiglie, nella validità di valori condivisi dalla maggioranza nel nostro ambiente sociale, oggi è tutto molto fluido, sfumato, incerto. I giovani hanno ben pochi pilastri a cui agganciare le proprie esistenze … anche per colpa delle generazioni che li hanno preceduti: nell’ansia di rinnovare ciò che non andava bene nel passato, hanno smantellato anche ciò che pure c’era di positivo.

Ai giovani che oggi vivono con ansia la propria età, dobbiamo cercare di trasmettere la fiducia che viene dalla consapevolezza che i periodi bui prima o poi finiscono (mia madre diceva che le cose non possono andare sempre bene, ma nemmeno sempre male), che da ogni crisi può scaturire qualcosa di buono, se si sa coglierne il senso, che fortunatamente la maggior parte delle persone è buona e desidera vivere la propria vita in uno spirito di solidarietà e perseguendo il bene per sé e per gli altri.

Dalle Olimpiadi e non solo…

Credo che tutti in questi giorni siamo spesso sintonizzati sulle reti RAI per vedere i giochi olimpici, che sono uno spettacolo davvero consolante, almeno per me: mi piace vedere tanti giovani di tutti i paesi del mondo, anche quelli più sconosciuti, confrontarsi alla pari, con entusiasmo e senza pregiudizi gli uni verso gli altri. Alla fine di ogni gara vincitori e vinti, spesso tutti con gli occhi pieni di lacrime, si abbracciano riconoscendo il valore dell’avversario.

Tra le molte gare che ho seguito, vorrei riflettere un po’ su quelle bel beach-volley femminile. Le ragazze occidentali vestono un bikini succinto, che mi pare un abbigliamento che tende a limitare il fastidio della sabbia che si intrufola ovunque ad ogni tuffo. Le ragazze provenienti da paesi islamici invece devono gareggiare col corpo fasciato da pantaloni lunghi, da magliette a maniche lunghe e col capo avvolto dall’hijab, il foulard che lascia scoperto il volto. Questa mi pare una vera assurdità o meglio una tortura!!

Se poi vado per strada, vedo le ragazze, più o meno giovani, vestirsi come fossero in spiaggia, quasi come le atlete del beach-volley, e i ragazzi che coprono giudiziosamente cosce e toraci pelosi. Ora, credo che la libertà sia un valore sacro e irrinunciabile, ma credo che essa abbia un limite nella libertà degli altri e credo anche che sia ragionevole adeguare il proprio abbigliamento alle situazioni e agli ambienti in cui ci troviamo. Perché io devo essere costretta a vedere seni e natiche ballonzolanti quando vado al supermercato o su un treno?

Si riaccende la speranza…

Il presidente Biden ha ritirato la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali americane. Da tempo molti (e io tra questi) si chiedevano se in un paese come gli USA non ci fossero altri possibili candidati al di fuori di Biden (ormai troppo vecchio, non tanto per età , quanto per lucidità mentale) e Trump.

A carico di quest’ultimo si possono trovare in internet le sue uscite balorde in diverse occasioni e soprattutto le sue gaffe e le sue contraddizioni in tempo di COVID. Tra queste , credo che tutti ricordiamo quella sua sbalorditiva domanda: “E non potremmo fare delle iniezioni di disinfettante o di candeggina?”

Credo che basterebbe questo a squalificare una persona e a fare sì che non la si possa considerare degna di fiducia, ma per gli Statunitensi non è così e continuano a schierarsi dalla sua parte, forse anche perché l’alternativa non era così entusiasmante, almeno fino a tre giorni fa.

Ora, anche se certamente a malincuore, ma responsabilmente Biden si è ritirato e lascia il posto a una donna, per giunta di colore, e i sondaggi registrano una netta inversione di tendenza. Meno male!! Spero proprio che Kamala Harris possa essere la prima donna Presidente degli USA.

Sperpero del denaro pubblico: regole da cambiare?

Leggendo questo articolo di Luca Meneghel su “La Provincia di Como” viene da chiedersi con quale logica vengano spesi i soldi pubblici.

L’unico criterio parrebbe essere che, visto che sono arrivati dei soldi, bisogna comunque spenderli, non importa come, non importa se viene realizzata una cosa inutile …

Forse sarebbe bene cambiare la mentalità che guida le scelte dei nostri amministratori e cambiare forse, prima ancora, le regole con cui vengono erogati e spesi i soldi pubblici per ottimizzarne l’impiego nel rispetto dei cittadini che pagano regolarmente le tasse.

Si vis pacem …

“Si vis pacem, para bellum” dicevano i Romani al tempo in cui dominavano il mondo con la forza del loro esercito e della loro organizzazione politica. La pace voleva dire per loro reprimere i tentavi di ribellione dei popoli sottomessi direttamente con la forza delle armi o con il potere deterrente della propria forza militare.

Ma sono passati duemila anni e nel frattempo qualcosa è cambiato nel diritto internazionale; da qualche parte nel corso dei secoli si è fatta largo l’idea che i popoli hanno il diritto ad autodeterminarsi, che tutti gli uomini hanno gli stessi diritti alla vita, alla salute, alla casa … e forse queste idee dovrebbero poter valere anche per i Palestinesi nella striscia di Gaza.

Netanyahu invece vuole negare ai Palestinesi la possibilità di avere un proprio Stato in nome del diritto di Israele di continuare ad esistere, ma forse è creando e alimentando sempre di più l’odio che Israele troverà la pace e la sicurezza? Io non me ne intendo, ma so che la violenza genera violenza, che l’odio genera odio, che la sopraffazione genera voglia di vendetta ed è questa la strada che si sta percorrendo nel Medio Oriente.

Credo che l’antico detto dovrebbe essere cambiato nel modo seguente: “Se vuoi la pace, opera con giustizia nel rispetto dei diritti di tutti”

Poesia: Che farmene delle stelle… (Jannis Ritsos)

Che farmene delle stelle, 
di questo vento leggero che mi accarezza la sera, 
che farmene di una finestra spalancata sul mondo, 
sull’orizzonte, se tu non ci sei? 
Tutto ha una luce diversa se sei qui con me. 
Tutto ha senso solo se posso raccontartelo.
Il mondo è semplicemente nel tuo abbraccio.

Bella questa poesia di Jannis Ritsos, poeta greco contemporaneo. Ogni cosa acquista il suo significato solo accanto alla persona amata; la lontananza toglie la capacità di godere anche delle cose più belle.

La vera sfida

Se avete la possibilità di sintonizzarvi su Rai Play, cercate la serie curata da Monica Maggioni intitolata “Avventura nel Grande Nord” e avrete modo di capire quale sia la vera sfida che sta impegnando Russia da una parte e USA dall’altra insieme all’Europa.

Quando qualche tempo fa, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Finlandia, Svezia e Norvegia si sono avvicinate di più alla Unione Europea e alla Nato non riuscivo a capire bene le motivazioni di questa mossa: che Putin fosse intenzionato ad invadere questi paesi del nord mi sembrava poco probabile…

Seguendo i primi episodi della serie di Monica Maggioni, si capisce bene quale sia la vera posta in gioco: il controllo del Mar Glaciale Artico, che nasconde risorse inimmaginabili di materie prime quali petrolio e gas. Già da tempo la Russia si è attivata per affermare i suoi diritti su questa parte del mondo con iniziative dal significato chiaro e inequivocabile e ora si sta aprendo un contenzioso dalle prospettive non tranquillizzanti.

Forse la guerra in Ucraina è solo un modo per distrarre l’attenzione del mondo da quella che si sta delineando come la vera sfida tra Russia e Occidente?

Letture

In questo periodo di inattività del blog, ho letto alcuni libri di cui ora dirò tre parole:

“Lo squalo”: è un romanzo di  Peter Benchley che ho trovato nella piccola biblioteca di Sala Argento. E’ proprio quel romanzo da cui è poi stato tratto il film omonimo diretto da Spielberg. Leggo su Wikipedia che in America ottenne un enorme successo. E’ senz’altro un libro avvincente per l’argomento trattato e per la suspence che riesce a creare e perchè mette in evidenza come, di fronte alle leggi del guadagno anche il valore della vita umana viene messo in secondo ordine. In definitiva è stata una lettura piacevole.

Ho poi acquistato in offerta al supermercato “Codice a zero” di Ken Follett insieme a “Che la festa cominci” di Niccolò Ammanniti.

Il primo è una spy-story ambientata al tempo della guerra fredda (1958) che prende spunto dal ritardo (dato reale) con cui è stato lanciato il primo missile spaziale americano. La lettura è appassionante, ricca di colpi di scena e di storie che si intrecciano abilmente tra passato e presente; il tutto è arricchito da notizie tecniche sui preparativi per il lancio di un missile .

Il secondo dovrebbe essere un romanzo umoristico, quindi non è del genere che prediligo. Troppo surreali le vicende e troppo sgangherati i protagonisti della storia : il palazzinaro multimiliardario, i protagonisti della movida capitolina e una banda di miserabili satanisti…il tutto prelude a un finale apocalittico da cui si salveranno pochi personaggi. Vengono messi alla berlina la boria di chi si sente onnipotente in forza dei suoi soldi, la vanità, l’egoismo e il cinismo di chi ha come unico scopo il successo e il proprio tornaconto.

Prima di tutti questi avevo letto “Una risposta dal cielo” scritto dalla mia cara amica Maura Rusconi. E’ un’autobiografia scritta a più voci: ogni protagonista ha modo di spiegare i suoi sentimenti, le sue paure, le sue incertezze, perciò le vicende narrate vengono viste da diverse angolazioni spesso con deduzioni contrastanti. Quanto è difficile volersi bene!! A volte capita di ferire proprio le persone che amiamo di più per non riuscire a comprenderne fino in fondo i comportamenti e la sensibilità. I miei complimenti a Maura: leggendo il suo libro ho capito di più certe sue malinconie, la sua sensibilità così fine e la sua bontà d’animo, che me l’ha sempre fatta apprezzare come collega e come amica.