Riporto qui una delle tante belle poesie di A. Rossini , pseudonimo sotto il quale pubblica sul suo blog una carissima ex-collega, con la quale ho potuto collaborare con grande piacere e soddisfazione in alcuni anni di insegnamento. Delle sue poesie, sempre velate di malinconia se non di tristezza, amo molto la musicalità fresca e spontanea dei versi. Non traspare nessuna faticosa e artificiosa ricerca , anzi i versi scorrono lievi come onde di un ruscello appena sgorgato dalla sorgente. Grazie, Andrea, per avermi concesso l’ onore di pubblicare questa poesia.
CHIMERA (A. Rossini)
che ieri sognava l’estate,
piangono gli aghi del pino
sulle vecchie fronde bagnate.
Anche le pratoline
han chiuso le bianche corolle
e meste lucertoline
fuggon via tra le zolle.
Il cielo di nuvole pieno
non vuole farmi sognare
e cadon sui verdi campi
mille lacrime amare.
Io guardo il grigio paese
da cui non posso scappare:
è come una prigione
che non fa respirare.
Poi penso, per un momento,
ad un luogo dolce e lontano:
un ricordo che a volte ritorna,
mi chiama, sussurra pian piano.
Ma è tardi, fugge il mattino
e porta con sé la chimera,
cancella le mie illusioni.
La realtà mi appare più nera.
Piange il cielo lontano,
piange anche il mio cuore.
Sul viso compare un sorriso
che a tutti nasconde il dolore.