La lodola perduta nell’aurora
si spazia, e di lassù canta alla villa,
che un fil di fumo qua e là vapora;
di lassù largamente bruni farsi
i solchi mira quella sua pupilla
lontana, e i bianchi bovi a coppie sparsi.
Qualche zolla nel campo umido e nero
luccica al sole, netta come specchio:
fa il villano mannelle in suo pensiero,
e il canto del cuculo ha nell’orecchio.
Non conoscevo questa poesia del Pascoli ispirata dal volo e dal canto dell’allodola, che ha l’abitudine di cominciare a cantare alle prime luci dell’aurora e pare contemplare dall’alto il mondo che si risveglia. Intanto il contadino che sta arando il suo campo sogna già i raccolti che potrà fare nella bella stagione. Questa poesia del Pascoli mi ha fatto ricordare un altro momento bellissimo in cui si parla del canto dell’allodola.
Giulietta e Romeo (nell’opera omonima di Shakespeare) hanno appena trascorso la loro prima notte insieme, dopo il matrimonio segreto, e Romeo sta per lasciare la sua amata sposa: deve fuggire presto dalla città per non essere condannato a morte , ma ….
Giulietta: Vuoi andare già via? Ancora è lontano il giorno:
non era l’allodola, era l’usignolo
che trafisse il tuo orecchio timoroso:
canta ogni notte laggiù dal melograno;
credimi, amore, era l’usignolo.
Romeo: Era l’allodola, messaggera dell’alba,
non l’usignolo. Guarda, amore, la luce invidiosa
a strisce orla le nubi che si sciolgono a oriente;
le candele della notte non ardono più e il giorno
in punta di piedi si sporge felice dalle cime
nebbiose dei monti. Devo andare: è la vita,
o restare e morire.
Giulietta: Quel chiarore laggiù
non è la luce del giorno, lo so: è una meteora
che si libera per te dal sole questa notte,
la torcia per farti lume sulla via di Mantova;
dunque rimani ancora, c’è tempo per andare.
Romeo: Mi prendano pure, sarà certo la morte,
ma sono felice se tu vuoi così. E dirò, allora,
che là, quel grigio non è l’occhio del mattino
ma il fioco riverbero della fronte di Cinzia;
che non è l’allodola a battere la volta
del cielo, così alta su noi. Io voglio restare,
non veglio più partire: vieni, o morte,
sarai la benvenuta! Vuole così Giulietta.
Che c’è, anima mia? Parliamo, non è giorno.
Questo momento è sempre così commovente e intenso: anche dopo secoli riesce a parlare al cuore di noi tutti….