Il libro in cui Prodi racconta la sua vita aiuta a capire meglio gli avvenimenti di questi ultimi decenni. La sua lunga esperienza di manager, di docente universitario, di politico ad altissimi livelli credo sia un bagaglio prezioso a cui chi si impegna in politica dovrebbe attingere a piene mani.
Particolarmente interessante è la conclusione del libro in cui Prodi dà una lettura piuttosto inquietante della situazione politica del mondo di oggi, dove le democrazie danno segni di stanchezza e dove si sta combattendo una nuova guerra fredda tra le due potenze che si contendono la supremazia : Stati Uniti e Cina.
Gli arsenali nucleari esistono ancora e gli arsenali convenzionali, infinitamente più sofisticati … si gonfiano ogni giorno….Una sfida che si gioca in tutti i campi, da quello militare a quello economico a quello tecnologico e all’uso di ogni tipo di soft power…L’unico perimetro di collaborazione oggi possibile è quello dell’ambiente. Non vedo però come si possa tendere verso obiettivi comuni sull’ambiente quando si ha in mente solo lo scontro…
E’ un quadro certamente inquietante quello con cui Prodi conclude il suo libro, decisamente in contrasto con la parte iniziale, in cui viene descritto l’ambiente familiare e sociale in cui il “professore” (così lo chiamano a Bologna) si è formato: una famiglia di ferventi cattolici immersa in un mondo che inneggiava al comunismo. E’ un po’ la mia stessa esperienza: sulla cappa del focolare, dove mia madre teneva il crocifisso, i miei vicini tenevano la foto di Stalin, ma ciò non impediva di essere buoni vicini, di aiutarsi sempre quando era necessario e di giocare insieme a carte la sera dopo cena.