Ci eravamo perse di vista da parecchi anni. Quando avevo le bimbe piccole eravamo vicine di casa e lei aveva accettato di curarmele quando andavo al lavoro. Sua figlia era mia alunna e quindi ci scambiavamo reciprocamente la cura dei nostri figli.
Ieri , aspettando il referto di un controllo medico in sala d’ attesa, l’ ho rivista: era cambiata pochissimo….solo il colore dei capelli, bianchi come i miei, denunciava il tempo passato dal nostro ultimo incontro…. Ci siamo abbracciate e ci siamo raccontate un po’ delle nostre vicende . Lei è rimasta vedova ancora giovane e da allora ha avuto molti problemi di salute, ma può sempre contare sulla vicinanza amorevole e premurosa dei suoi figli, che abitano ancora in paese. Anch’ io ho raccontato un po’ di me e dei miei figli sparsi un po’ per il mondo, poi il pensiero si è rivolto al tempo in cui, nei pomeriggi estivi, portavamo i bambini nel grande cortile condominiale sempre in ombra e noi mamme ci mettevamo a sferruzzare , a ricamare o a cucire ….. Conversavamo in modo piacevole e intanto sorvegliavamo i giochi dei nostri bimbi. Spesso si univano a noi anche alcune nonne ed è grazie ai loro racconti che ho imparato a conoscere meglio il dialetto brianzolo, i vecchi proverbi e le storie di questi luoghi in cui io ero arrivata da poco.
Le nostre conversazioni erano spesso interrotte dai pianti di qualcuno dei nostri cuccioli, che chiedeva aiuto per una sbucciatura alle ginocchia o per dirimere qualche bisticcio e poi verso sera ognuna riportava in casa i figli recalcitranti, che avrebbero voluto continuare a giocare e invece sapevano che li aspettava minacciosa la doccia serale…
Un’ infermiera, che mi porgeva il referto del controllo appena effettuato, ha interrotto i nostri ricordi e poco dopo ci siamo salutate .