Copio qui la poesia di Erri De luca che il prof. Porro ha letto alla ine dell’ultima lezione sulla “Metafora del naufragio”.
PREGHIERA LAICA.
«Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola
e del mondo col tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale,
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento
al tramonto dell’uva e di vendemmia.
ti abbiamo seminato di annegati più di
qualunque età delle tempeste.Mare Nostro che non sei nei cieli,
tu sei più giusto della terraferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le visite,
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, abbraccio, bacio in fronte,
madre, padre prima di partire»
Non c’è rabbia verso il mare che inghiotte tante vittime, lui fa solo il suo mestiere; la responsabilità è altrove, nell’ insensatezza degli uomini.
Il mare accoglie e custodisce chi non è riuscito ad approdare alla salvezza.