Ci vestivamo col vestito buono, quello della festa: io ricordo una gonna blu con bolero dello stesso colore e camicetta bianca. Allora poi ci si metteva il cappellino di paglia (in estate) e ricordo anche una borsetta bianca a secchiello.
Andavamo alla messa delle nove e mezza e ricordo la chiesa piena di bambini. Vengo dall’ Emilia conosciuta per il suo anticlericalismo, ma allora i bambini frequentavano tutti o quasi la parrocchia, forse perchè i genitori di ogni tendenza politica riconoscevano il valore educativo delle attività che vi si svolgevano e forse anche perchè non c’ erano alternative.
A me piacevano molto i canti; ce n’ era uno che, l’ ho scoperto solo molto dopo, riproduceva nel ritornello la stessa melodia dell’ inno tedesco …, forse era una traccia del fatto che il clero aveva simpatizzato con gli occupanti e prima con gli alleati tedeschi (la guerra era finita da poco) Certo io allora non mi ponevo certe domande e non ero in grado di fare certe considerazioni.
Finita la messa si usciva in gruppo e si andava all’ oratorio femminile, ma lungo il percorso c’ era la sosta per comprare il panino o il castagnaccio caldo (in inverno) Si assisteva alla lezione di catechismo e poi fuori in cortile a giocare a palla prigioniera, o a divertirsi su alcune giostrine o sull’ altalena .. Verso mezzogiorno si tornavava a casa, ma prima a volte mi fermavo a comprare il Corriere dei Piccoli: la Tordella, Bibì. Bibò, Bonaventura, Sor Pampurio mi avrebbero fatto compagnia durante la settimana.
Anche i ragazzi più grandi attendevano la domenica. Per mia sorella era l’ occasione per indossare l’ abito nuovo, le scarpe buone e amche per mettere un filo di trucco (molto leggero però, altrimenti chi li sentiva papà e mamma!!)
I miei fratelli si mettevano in ghingheri e si spalmavano la brillantina sui capelli, guardandosi a lungo nello specchietto che era appeso vicino all’uscio della cucina… Tutti cercavano di dare il meglio di sè, perchè dopo la messa i giovani e le ragazze passeggiavano in piazza e sotto i portici . Era l’ unico giorno in cui ci si incontrava in paese ed era per tutti un’ occasione per far festa. e per lanciare occhiate eloquenti a chi suscitava maggior interesse.e simpatia.