Che l’Università della Terza Età sia un’ istituzione preziosa per la nostra città è confermato dalle numerosissime presenze che si registrano ad ogni lezione. La sala è quasi sempre al completo e il gradimento degli argomenti proposti è evidente.
Organizzare questa istituzione non è affatto cosa semplice: riuscire a comporre il mosaico degli argomenti da trattare, degli orari che devono essere compatibili con le disponibilità dei docenti richiede un lungo lavoro che occupa buona parte dell’estate. A questo si aggiunga la fatica di far quadrare i conti: i docenti vengono pagati attingendo alle quote versate dai soci al momento dell’iscrizione.
Purtroppo però in questi ultimi anni si assiste a un curioso fenomeno: mentre la stragrande maggioranza dei frequentatori dell’UTE si precipita, già a inizio dell’Anno Accademico, a versare la propria quota di iscrizione (che equivale all’incirca al costo di una lezione), ce ne sono altri (e non pochi) che continuano a frequentare senza iscriversi mai.
Questo comportamento mette a rischio l’esistenza stessa dell’UTE, che non può più contare sul contributo di enti pubblici e privati che un tempo sostenevano l’associazione e che ora non sono più in grado di farlo.
Questo mio post vuole essere un accorato appello a tutti coloro che, per dimenticanza o trascuratezza, non hanno ancora provveduto a contribuire al sostentamento della nostra UTE, che per sopravvivere ha bisogno dell’aiuto di tutti.