In Val Seriana.

Danza macabra
Danza macabra

Era il febbraio 2020 e tutto era ormai pronto per il pellegrinaggio da tempo programmato e a lungo preparato con cura. La meta prescelta era la Val Seriana, che, proprio pochi giorni prima della data che avevamo fissato, venne dichiarata zona rossa  e divenne in pochi giorni il focolaio più tragico della prima ondata della pandemia.

Il pellegrinaggio fu forzatamente sospeso e rinviato a data da destinarsi. Ieri, siamo andati a fare un sopralluogo con la speranza di poter realizzare il nostro progetto alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno.

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Siamo arrivati  a Clusone che era ancora abbastanza presto e ci siamo recati nella Basilica dell’Assunta: è una chiesa barocca  molto bella, arricchita da molti affreschi e altari di gran pregio; sorprende  il portone, realizzato recentemente in una sola colata di ottone. L’Oratorio dei Disciplini ci attrae con le famose immagini della “Danza macabra” che celebra la democraticità della morte e la gioia della vita ultraterrena

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In attesa che si aprisse il museo della basilica, abbiamo fatto una passeggiata per le vie della cittadina: abbiamo ammirato l’orologio medioevale che funziona con un meccanismo di pesi e contrappesi assimilabile al pendolo e le belle vie del centro storico, rallegrate dai tanti ombrellini appesi in alto tra gli edifici. Il museo comprende un’antica chiesetta decorata da affreschi di notevole bellezza

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Siamo poi andati al Santuario di S. Patrizio a Colzate: una struttura possente posta su uno sperone roccioso battuto dal vento; dal porticato che lo circonda l’occhio spazia sulla vallata sottostante e la vista è molto piacevole.  Scesi a Vertova ci siamo fermati in un ristorante, dove a prezzi veramente modici abbiamo gustato un pranzo semplice, ma gustoso e cucinato con cura.

Restava l’ultima tappa: Lallio, ma avevamo letto su internet che il santuario di San Bernardino da Siena, verso cui ci stavamo dirigendo, sarebbe stato aperto solo a metà pomeriggio, tuttavia ci siamo fermati rassegnati a vederlo almeno all’esterno. Ma ecco la nostra buona stella ha voluto che la chiesa fosse aperta per i preparativi di un matrimonio e questo ci ha consentito di ammirare quella chiesetta, restaurata con molto impegno e dedizione dai membri di un’associazione e il risultato è veramente ammirevole.

Ovunque si respirava la voglia di riprendere con slancio e con coraggio la vita di sempre, lasciandosi alle spalle i giorni terribili della pandemia.