E’ da poco terminata la videoconferenza indetta dal “Forum delle famiglie” in occasione della “Giornata internazionale della Famiglia”.
Moderatore dell’incontro era il presidente del Forum, Gigi De Palo, che ha dato subito la parola alla presidente del Senato Alberti Casellati, la quale con il suo bel saluto ha voluto rendere omaggio a tutte le famiglie del nostro Paese e in particolare alle donne. E’ sulle loro spalle infatti che si è riversato il peso maggiore del lockdown di questi mesi ed è soprattutto grazie al loro impegno che il nostro Paese ha mostrato di saper accettare nuove regole e un nuovo modo di vivere la quotidianità.
Ha preso poi la parola il Card. Bassetti, presidente della CEI. Anche il prelato ha sottolineato come le famiglie siano state l’ammortizzatore sociale più efficace in questa pandemia con la loro opera di cura e assistenza per tutti i componenti delle famiglie stesse e in particolare di quelli più fragili. Ogni famiglia poi è diventata una piccola chiesa domestica e una scuola di catechismo. Ora l’emergenza da sanitaria sta diventando emergenza economica e per questo i governanti devono mettere la famiglia al centro della loro attenzione e della loro azione, assicurando soprattutto che non vengano meno i posti di lavoro. Il Cardinale ha poi chiuso con parole di incoraggiamento e di speranza.
La ministra della famiglia e delle pari opportunità, Bonetti Elena, ha ringraziato le famiglie per il ruolo determinante avuto nel sostenere il peso del lockdown e ha evidenziato come è proprio all’interno della famiglia che va promossa la dignità della donna, valorizzandone il ruolo costruttivo. La denatalità è il sintomo della fatica che il nostro paese dimostra nell’ affrontare il futuro.
E’ intervenuto in seguito il prof. Blangiardo, presidente dell’ISTAT, il quale ha analizzato con schemi e dati quanto mai eloquenti il fenomeno della denatalità in Italia. Se detto fenomeno era già grave prima della crisi, con questa pandemia non potrà che aggravarsi.
Le donne italiane non trovano sufficienti aiuti nel conciliare lavoro e maternità, per questo sono molte quelle che pensano di non avere figli o che pensano di poterne avere uno soltanto, ma anche la mancanza di lavoro incide pesantemente sulla denatalità, così come la diminuzione del potere di acquisto. In questi primi mesi il fatturato delle imprese italiane è già calato del 30% e la situazione si aggraverà ancora è pertanto molto importante sostenere le famiglie, ottimizzando le risorse disponibili.
Il moderatore dell’incontro ha rilevato a questo punto che l’azione del governo interviene principalmente sulla povertà, ma per aggredire la denatalità è necessario incentivare le famiglie del ceto medio, che oggi puntano al figlio unico.
Ultimo ad intervenire è stato lo psicanalista Massimo Recalcati, che, da genitore di adolescenti, ha confessato che tutti ci siamo barcamenati alla meglio in questa crisi: nessuno ha ricette miracolose e i migliori genitori sono quelli che sono consapevoli del fatto che il mestiere del genitore è impossibile, non si può non sbagliare. Ha proseguito dicendo che la famiglia è una necessità della vita, il luogo in cui la vita viene accolta e custodita: il bimbo nascendo grida il suo “Eccomi!” e il genitore risponde con l’accoglienza, che rende quella vita unica e insostituibile. Il trauma collettivo della pandemia ha ribaltato la nostra posizione di potenza a quella di impotenza . Abbiamo sperimentato la privazione della libertà come atto di solidarietà reciproca e abbiamo constatato sulla nostra pelle che non esiste libertà senza vincolo, senza solidarietà: nessuno può salvarsi da solo.
La condizione collettiva di angoscia causata dalla paura del contagio, ci ha cambiato anche il modo di vedere le persone: non ci sono più amici da una parte e nemici dall’altra, ma solo dei possibili portatori di virus. L’angoscia ora può diventare depressione se si considerano gli effetti devastanti della pandemia e se solitamente il depresso è chi guarda agli insuccessi del passato, ora il depresso è colui che guarda al futuro chiedendosi: ritroveremo ancora il mondo che abbiamo conosciuto? avremo ancora un avvenire? Il genitore ha da sempre aperto le porte di casa perchè il figlio vada verso il suo futuro, ma se non c’è futuro? In questo momento i genitori devono superare la loro angoscia e testimoniare la loro speranza nel futuro; diventare genitori vuol dire accettare che il futuro non si concluda con la propria vita, ma vada oltre, nei figli, che devono poter vedere genitori che sanno ancora progettare l’avvenire, “piantare la vigna” per il futuro. E’ il personaggio biblico di Noè il modello per i genitori di oggi: egli di fronte alla catastrofe imminente costruisce un’arca, progetta la salvezza sua e della sua famiglia. Non servono sermoni, ma testimonianze di forza interiore.
Cosa dire infine ai figli riguardo a ciò che sta accadendo? Anche qui non ci sono ricette, ma tutti sappiamo che non serve nascondere la verità; i nostri figli devono sapere che anche noi abbiamo paura, ma che sapremo affrontarla. Si deve lasciar vedere anche la nostra vulnerabilità e saremo più veri e più credibili.
La conferenza è durata un’ora e mezza, ma gli interventi sono stati tutti molto avvincenti e il tempo è volato.