I due Papi.

Lo confesso: non ho amato molto Papa Ratzinger finchè è rimasto sul trono di Pietro. Ne apprezzavo certamente la sapienza e la raffinata cultura, ma lo sentivo incapace di riscaldare il cuore della gente: troppo abituato a stare tra i libri e poco avvezzo ai rapporti umani. I suoi libri poi erano veramente “pesanti”.

La mia tiepidezza nei suoi confronti si è tuttavia trasformata di colpo in grande ammirazione nel momento in cui , tre anni fa, annunciava le sue dimissioni. Un atto rivoluzionario, inaspettato, dirompente: in un attimo restituiva alla carica papale una dimensione anche umana, che prima eravamo portati a ignorare e io speravo che questo potesse anche favorire il lento riavvicinamento dei cristiani non cattolici. Poi si è ritirato e , da allora non si è mai fatto sentire, fino ad oggi, quando con voce incerta ha ringraziato Papa Francesco per quanto sta facendo per la Chiesa e perchè lo fa sentire amato e protetto.

Mi ha ispirato ammirazione e tenerezza insieme  e mi pare particolarmente bello che Papa Francesco abbia voluto fare festa per i 65 anni di sacerdozio del suo vecchio predecessore: segno di grande rispetto e di affetto fraterno.